Masayoshi Son ha deciso di raddoppiare. Se nel 2016 il CEO di SoftBank aveva annunciato un investimento da 50 miliardi di dollari negli Stati Uniti con la conseguente creazione di 50.000 posti di lavoro, l’entusiasmo generato dall’intelligenza artificiale ha spinto il manager a raddoppiare.
Al termine di un incontro tenutosi a Mar-a-Lago, il presidente eletto Donald Trump e Son hanno annunciato nuovi investimenti per 100 miliardi di dollari da realizzarsi negli Stati Uniti nei prossimi quattro anni che dovrebbero, nelle intenzioni, generare 100.000 nuovi posti di lavoro.
I nuovi investimenti, hanno precisato Trump e Son, saranno focalizzati su 4 aree: intelligenza artificiale, infrastrutture energetiche, centri dati e produzione di chip.
Dopo aver espresso contrarietà all’acquisizione della statunitense US Steel da parte di Nippon Steel ed aver minacciato nuovi dazi (bastone), Trump ha nominato George Glass, noto per le sue posizioni anti-cinesi, come ambasciatore in Giappone (carota). Questo accordo non fa che rafforzare i legami con Tokyo per contenere l’influenza di Pechino.
Ceo SoftBank: fiducia su economia USA cresciuta con vittoria di Trump
L’annuncio è stato accolto con entusiasmo da Trump, che ha descritto l’accordo come un “investimento storico” esprimendo l’ambizione di raddoppiare l’importo a 200 miliardi.
SoftBank, già nota per i suoi investimenti in aziende come Alibaba e Nvidia, sta cercando di capitalizzare la crescente domanda di tecnologie avanzate negli Stati Uniti.
Son ha dichiarato che la sua fiducia nell’economia americana è aumentata notevolmente dopo la vittoria di Trump. Durante la conferenza stampa, Son ha descritto Trump come un “grande negoziatore”, suggerendo che l’accordo potrebbe aprire ulteriori opportunità per future collaborazioni. Son ha inoltre espresso fiducia nelle capacità di Trump di guidare il mondo verso la pace.
Da dove arriveranno i 100 miliardi di Softbank?
Al 30 settembre scorso, SoftBank aveva in cassa poco meno di 30 miliardi di dollari. Gli analisti ipotizzano che il finanziamento potrebbe provenire da Arm, azienda britannica controllata da SoftBank e recentemente quotata negli Stati Uniti, o direttamente dal colosso giapponese o dal suo Vision Fund 2, già focalizzato su OpenAI.
Resta da capire se questi nuovi investimenti riusciranno ad avere l’impatto sperato o se seguiranno il destino degli altri progetti ambiziosi che hanno caratterizzato gli ultimi anni (non sarebbe la prima volta che un grande proclama di SoftBank non si traduce in realtà).
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