Dopo l’incredibile notte, durante la quale i soccorritori hanno compiuto gli ultimi difficili metri per portare Ottavia Piana fuori dall’Abisso Bueno Fonteno, nella mattinata di mercoledì 18 dicembre è stata indetta una conferenza stampa per fare il punto sui soccorsi e sulle condizioni di salute della speleologa 32enne.
Le immagini dell’uscita dalla grotta di Ottavia Piana
Dentro e fuori l’Abisso Bueno Fonteno: il lavoro dei soccorritori per salvare Ottavia Piana.
Il punto stampa alle 11 allo stadio comunale di Fonteno che inizia con una foto di gruppo e la gioia dei soccorritori dopo 75 ore di attività, senza pause. A parlare il vicepresidente nazionale del Cnsas Mauro Guiducci, con Alessandro Bigoni, assessore al Territorio e responsabile della Protezione civile del Comune di Fonteno, Alberto Gabutti della Direzione nazionale del Cnsas, Corrado Camerini, responsabile del Soccorso speleologico del Cnsas della Lombardia e Oliviero Valoti, direttore dell’Ast Bergamo.
«Quando salvi una persona che conosci, anche per i soccorritori non è semplice: anche la parte emotiva è difficile da gestire»
«Subito i soccorritori hanno analizzato le lesioni sul campo, lesioni riscontrate in tempo reale e non di piccole entità – ha spiegato Guiducci -. Con il proseguire dell’intervento sono stati affrontati gli aspetti sanitari emergenziali ma anche quelli che emergono in un lungo periodo di permanenza in grotta che richiede assistenza di tipo psicologico, la soddisfazione di bisogni semplici, come quelli anche solo alimentari, e dettati dalla lunga permanenza in cavità».
Le dichiarazione durante la conferenza stampa
«Come c’è la legge del mare, c’è la legge della montagna e questo prevede che non si lasci indietro nessuno: siamo soddisfatti del grande lavoro, una prova corale, come in una grande orchestra»
Alberto Gabutti risponde ai giornalisti sulle polemiche legate ai costi dei soccorsi: «Numerose strutture dello Stato partecipano in questi casi ed è la normalità anche per casi che potrebbero essere evitati se magari i cittadini si comportassero in modo diverso: fa parte dei costi che lo Stato e le Regioni affrontano» e aggiunge: «Quando salvi una persona che conosci, anche per i soccorritori, non è semplice: anche la parte emotiva è difficile da gestire». Prosegue Bigoni: «Come c’è la legge del mare, c’è la legge della montagna e questo prevede che non si lasci indietro nessuno: siamo soddisfatti del grande lavoro, una prova corale, come in una grande orchestra».
«Numerose strutture dello Stato partecipano in questi casi, ed è la normalità anche per casi che potrebbero essere evitati se magari i cittadini si comportassero in modo diverso: fa parte dei costi che lo Stato e le Regioni affrontano»
«Operazione molto complessa»
Gabutti ha fatto il punto anche sull’operazione: «Molto complessa e durata 75 ore con 159 soccorritori in azione. Con Ottavia c’era sempre una squadra di 10/12 speleologi oltre a un medico e un infermiere. un’operazione complessa a causa dei passaggi stretti e inesplorati che hanno richiesto interventi molto delicati anche con microcariche esplosive messe a disposizione dalle prefetture di Bergamo e Verona, trasferite a Fonteno grazie alle forze dell’ordine». Con la grande soddisfazione di tutti per il lavoro di squadra: «Siamo sollevati, Ottavia ora è salva – aggiunge Valoti -. Il fatto che non sia in prognosi riservata ci fa sperare».
Se davvero Ottavia non scenderà più in una grotta, come pare abbia detto ad un soccorritore, ha risposto Guiducci: «A tutti noi è capitato di dirlo in situazioni critiche. Non so che cosa deciderà Ottavia, ora l’importante è che si rimetta al più presto»
Fuori dalla grotta nella notte sono stati individuati traumi al volto, contusioni e lesioni al femore e al costato. Ora le cure sono affidate ai medici dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Se davvero Ottavia non scenderà più in una grotta, come pare abbia detto ad un soccorritore, ha risposto Guiducci: «A tutti noi è capitato di dirlo in situazioni critiche. Non so che cosa deciderà Ottavia, ora l’importante è che si rimetta al più presto».
DALLA CADUTA AL SALVATAGGIO, LEGGI QUI
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