Adesivi gialli e scritte a Firenze sulla cancellata della facoltà di Lettere in piazza Brunelleschi, i cartelli stradali, le vetrine dei negozi chiusi. All’area Bufalini l’attacco per lo sfruttamento struttura da 18 mila metri quadrati
«Yankee go home». Un’enorme scritta gialla campeggia in piazza Brunelleschi sul muro della cosiddetta «Area Bufalini», l’enorme immobile che fino a dodici anni fa era appartenuto alla Cassa di Risparmio. Proprio sopra l’ingresso della vecchia mensa aziendale, quello slogan che invita gli statunitensi a tornarsene a casa è accompagnato da una seconda scritta più piccola: «Firenze non si vende».
Il riferimento sembra essere rivolto proprio all’«Area Bufalini», che per la verità, dopo essere stata per molti anni di proprietà di Tom Barrack, uomo ritenuto vicino a Donald Trump, è stata recentemente venduta a Namiria, una società italiana che lo ha rilevato per conto del fondo Kalon, sudafricano.
Lo slogan, in passato legato a manifestazioni politiche critiche verso la politica estera di Washington, recentemente è tornato in auge a Firenze in relazione al problema dell’overtourism e della vendita di tanti pezzi di città a fondi internazionali.
Tanto che tra piazza Brunelleschi e via degli Alfani è una pletora di adesivi gialli con la scritta «Yankee go home»: dalla cancellata della facoltà di Lettere, ai cartelli stradali, fino alle vetrine dei negozi chiusi. Ma lì, all’area Bufalini, l’attacco – con quello yankee che richiama il modo con cui gli inglesi chiamavano i loro concittadini che stavano colonizzando dell’America – sembra rivolto allo sfruttamento immobiliare di una struttura da 18 mila metri quadrati, che pezzo per pezzo viene ristrutturata per poi vendere appartamenti da 72 metri quadrati a 780 mila euro.
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