Vertenza Callmat: sospese le procedure di licenziamento fino all’8 gennaio 2025, data in cui è previsto il tavolo ministeriale del Mimit sollecitato dall’assessore regionale, Francesco Cupparo, che ha chiesto di anticipare i tempi rispetto alla convocazione fissata originariamente al 23 gennaio.
Nel frattempo, tra tutte le parti in causa – a cominciare dall’azienda di Matera e dalla Tim, principale committente del call center lucano – si cercheranno di trovare soluzioni in grado di mettere in sicurezza i livelli occupazionali.
E’ il risultato dell’incontro di oggi, tenutosi negli uffici della Direzione Sviluppo economico della Regione Basilicata, convocato per fare il punto della situazione su una crisi aziendale che rischia di tradursi nella perdita di 256 posti di lavoro.
All’incontro – coordinato dall’assessore Cupparo (in collegamento video) e dal direttore generale Antonio Bernardo – sono intervenuti i segretari regionali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, Fernando Mega, Vincenzo Cavallo, Vincenzo Tortorelli e Giuseppe Giordano, oltre a rappresentanti delle organizzazioni sindacali di categoria, l’amministratore delegato di Callmat, Fernando Giustini, e la responsabile relazioni industriali di Tim, Francesca D’Ottavio, entrambi da remoto.
Sottolinea Cupparo:
“In vista del tavolo ministeriale Regione, sindacati e Callmat lavoreranno per disegnare possibili scenari.
Abbiamo bloccato la decorrenza dei 75 giorni per l’operatività dei licenziamenti e il Mimit ha accolto la mia proposta di anticipare di 15 giorni il vertice sulla vertenza.
Mi aspetto da Tim uno sforzo in più per assicurare i flussi necessari a garantire la tenuta dei livelli occupazionali.
Sia Tim che Callmat – conclude l’assessore – devono farsi carico dell’impatto sociale che potrebbe determinare il licenziamento, in prima battuta, di 256 unità a cui potrebbe far seguito, entro il 2025, la restante parte dei circa 440 dipendenti.
Siamo di fronte a una crisi di notevole portata che richiede pragmatismo, lucidità e unità d’intenti tra istituzioni, sindacati e lavoratori”.
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