Seguiamo insieme quali saranno le oscillazioni sugli importi delle pensioni nel 2025 ormai alle porte. Utile pianificare
Le pensioni, pilastro economico per milioni di italiani, non sempre mantengono un importo fisso nel corso dell’anno. Le variazioni possono essere dettate da rimborsi, trattenute o mensilità aggiuntive, influenzando positivamente o negativamente il valore dell’assegno mensile. Analizziamo i principali motivi di queste fluttuazioni e cosa aspettarsi nel 2025.
Le dinamiche di aumento e diminuzione degli assegni seguiranno linee simili anche nel 2025. Rimangono centrali le scadenze fiscali, l’erogazione di mensilità aggiuntive e il recupero di eventuali debiti pregressi. Per pianificare meglio le proprie finanze, è importante tenere conto di questi cicli e monitorare eventuali modifiche normative che potrebbero influenzare le pensioni nei prossimi anni.
Le oscillazioni delle pensioni
Gli assegni pensionistici possono risultare più alti in determinati mesi. Tra giugno e novembre, infatti, i pensionati che hanno presentato la dichiarazione dei redditi tramite il modello 730 ricevono eventuali rimborsi fiscali.
Dicembre rappresenta un altro momento di incremento per due ragioni:
- Tredicesima mensilità – Tutti i pensionati percepiscono questa aggiunta, tradizionalmente associata al periodo natalizio.
- Assenza di trattenute locali e regionali – Le addizionali comunali e regionali relative all’anno precedente vengono suddivise in 11 rate, da gennaio a novembre, lasciando così l’assegno di dicembre privo di queste decurtazioni.
Per alcuni pensionati, anche il mese di luglio può portare a un aumento grazie alla quattordicesima mensilità. Questo beneficio, però, è riservato a coloro che rispettano specifici requisiti di età (almeno 64 anni al 31 luglio) e reddito.
Gli importi della quattordicesima variano in base ai contributi versati e ai redditi complessivi. Ad esempio, nel 2024:
- Fino a 15 anni di contributi (18 per autonomi): tra 336 e 437 euro.
- Tra 15 e 25 anni di contributi: tra 420 e 546 euro.
- Oltre 25 anni di contributi: tra 504 e 655 euro.
Se alcuni mesi portano incrementi, altri vedono una riduzione dell’assegno. Questo avviene principalmente per:
- Trattenute fiscali: Da gennaio a novembre, le addizionali comunali e regionali vengono sottratte in rate mensili, aumentando il peso delle tasse per i pensionati.
- Recuperi fiscali: Quando le ritenute erariali dell’anno precedente risultano inferiori al dovuto, le somme mancanti vengono recuperate nel corso dell’anno successivo.
In estate, e in particolare ad agosto, alcuni pensionati possono subire riduzioni ulteriori dovute a controlli su prestazioni provvisorie erogate negli anni passati, come l’integrazione al minimo o le maggiorazioni sociali. In conclusione, comprendere quando e perché gli assegni pensionistici variano può aiutare i pensionati a gestire più serenamente il proprio budget, affrontando con maggiore consapevolezza sia gli incrementi che le riduzioni temporanee.
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