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Pensioni, ecco chi ci va nel 2025 e come. La tabella con i requisiti aggiornati #finsubito prestito immediato


Chi può andare in pensione il prossimo anno? Ancora pochi giorni e sarà il momento di dare il benvenuto al 2025 che porta con sé diverse novità sulle pensioni.

Nel dettaglio, è la legge di Bilancio appena approvata alla Camera e ora al vaglio del Senato per l’approvazione definitiva a rivedere le regole per andare in pensione nel 2025. Va detto però che si tratta di novità di poco conto, in quanto a regolare l’accesso alla pensione continua a essere la legge Fornero che nel lontano 2011 ha definito i criteri per pensione di vecchiaia e anticipata introducendo anche il principio di flessibilità secondo il quale più sono gli anni di lavoro, e contributi, e più si potrà anticipare il pensionamento.

La manovra interviene perlopiù su quelle poche misure alternative alla Fornero che sono in scadenza a fine anno, confermandole anche per il 2025.

È arrivata l’ora quindi di aggiornare la guida su come andare in pensione in Italia, chiarendo a quanti anni si può smettere di lavorare. A tal proposito, ricordiamo che quando si parla di età in cui si va in pensione in Italia bisogna fare una distinzione tra quella legale che coincide con il requisito anagrafico richiesto per accedere alla pensione di vecchiaia e quella media effettiva, con la quale invece si considerano tutte le misure che oggi consentono di smettere di lavorare.

Non esiste infatti una sola opzione per andare in pensione ma ce ne sono diverse di cui alcune sono riservate a determinate categorie di persone: ad esempio chi ha iniziato a lavorare prima della maggiore età, oppure chi in carriera ha svolto mansioni particolarmente gravose o usuranti.

Fatte le dovute premesse possiamo quindi fare chiarezza su quanti anni servono per andare in pensione nel 2025 analizzando ogni singola misura tra quelle ancora in vigore.

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Come si va in pensione nel 2025

Come anticipato, nel 2025 non sono in programma novità significative per le pensioni. La legge Fornero non è stata toccata dall’ultima legge di Bilancio che si limita a confermare tre misure per il pensionamento anticipato: l’Ape Sociale, la Quota 103 e Opzione Donna.

Nulla di nuovo rispetto al 2024, anche perché il prossimo anno non ci sarà neppure l’adeguamento con le aspettative di vita in quanto l’Istat non ha rilevato una variazione tale da comportare un incremento dell’età pensionabile. Se ne riparlerà nel 2027.

Gli anni richiesti per andare in pensione, tanto per l’età anagrafica quanto per l’anzianità contributiva, sono quindi gli stessi dello scorso anno. Ecco una tabella che li riepiloga tutti con annessi requisiti.

Opzione di pensionamento Contributi versati Età anagrafica Importo pensione maturata Altri requisiti
Pensione di vecchiaia 20 anni (15 anni per chi soddisfa le condizioni per accedere alle deroghe Amato) 67 anni Almeno pari all’importo dell’Assegno sociale, ma solo se non ci sono contributi maturati prima del 31 dicembre 1995
Pensione di vecchiaia 30 anni 66 anni e 7 mesi Essere lavoratori gravosi
Pensione di vecchiaia 5 anni, ma tutti maturati dopo il 1996 71 anni
Pensione di vecchiaia 61 anni gli uomini, 56 anni le donne 20 anni Riduzione della capacità lavorativa di almeno l’80%
Pensione anticipata 42 anni e 10 mesi per gli uomini, 41 anni e 10 mesi per le donne
Pensione anticipata 20 anni, ma tutti maturati dopo il 1996 64 anni Almeno pari a 3 volte l’importo dell’Assegno sociale, 2,8 volte per le lavoratrici con 1 figlio, 2,6 volte per quelle con almeno 2 Nel valutare il raggiungimento della soglia minima si può tener conto anche della rendita garantita da un fondo per la pensione
Quota 41 41 anni, di cui almeno 12 mesi maturati entro il compimento dei 19 anni Bisogna essere disoccupati, invalidi (almeno al 74%), caregiver, lavoratori usuranti o gravosi. Inoltre, ne sono esclusi i contributivi puri
Quota 97,6 almeno 61 anni e 7 mesi almeno 35 anni La somma tra età e contributi deve dare 97,6. Questa misura inoltre è riservata ai soli lavoratori usuranti
Quota 103 62 anni 41 anni Accettare un ricalcolo esclusivamente contributivo della pensione
Opzione Donna 61 anni (1 in meno per le donne con un figlio, 2 in meno per chi ne ha almeno due 35 anni Essere invalide almeno al 74%, caregiver o lavoratrici licenziate (o in procinto di) da parte di grandi aziende. Anche Opzione Donna prevede un ricalcolo interamente contributivo dell’assegno
Isopensione* 60 anni 13 anni L’azienda dove si lavora deve avere almeno 15 dipendenti e deve farsi carico di tutte le spese per il pensionamento anticipato
Ape Sociale* 63 anni e 5 mesi Dai 30 ai 36 anni Essere disoccupati, invalidi (almeno al 74%), caregiver o addetti ai lavori gravosi

* Non si tratta di una vera e propria misura di pensionamento, ma solo di accompagnamento alla pensione

Quindi, per quanto in Italia l’età per l’accesso alla pensione sia legalmente pari a 67 anni (da questa età viene anche riconosciuto l’Assegno sociale a coloro che vivono una condizione economica di difficoltà), in realtà le opzioni di pensionamento sono talmente tante che è possibile anche anticipare questo momento. Anzi, secondo l’Inps nell’ultimo periodo l’età media per la pensione in Italia è stata pari a 64 anni e 2 mesi, non troppo distante da quando invece si smette di lavorare nel resto d’Europa.



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