CHERASCO Un aiuto, concreto e immediato, per i lavoratori della Diageo di Santa Vittoria d’Alba, che ha annunciato la chiusura dello storico stabilimento ex Cinzano. I vertici di Banca di Cherasco hanno deciso di applicare una serie di misure e agevolazioni per venire incontro alle necessità di centinaia di famiglie coinvolte dalla decisione della multinazionale.
Il direttore generale Marco Carelli spiega: «In un momento di grande difficoltà, a poche settimane dall’annuncio della multinazionale di dismettere lo stabilimento, la nostra banca ha scelto di dimostrare vicinanza concreta ai lavoratori coinvolti. Anche perché siamo consapevoli dell’impatto economico e sociale che la decisione di Diageo avrà per tutto il territorio».
L’Istituto di credito cooperativo ha individuato i dipendenti diretti di Diageo Spa che sono correntisti o soci della banca e li ha contattati per informali attraverso una lettera. Per tutti è prevista l’introduzione di alcune misure straordinarie: per i soci l’azzeramento delle spese tenuta conto per i prossimi due anni, la possibilità di una moratoria totale per i mutui casa fino a 24 mesi, la possibilità di finanziamento con rilevanti agevolazioni (fino a 10mila euro, da restituire in 84 mesi, con tasso fisso dell’1% e nessun altra spesa), infine il dono di buono spesa del valore di 100 euro da utilizzare nei punti vendita Mercatò.
Aggiunge Gianluca Lingua, responsabile dell’area commerciale di Banca di Cherasco: «In questa situazione di emergenza abbiamo voluto mettere a disposizione alcune misure di aiuto, mirate e di immediata attuazione, per i nostri soci e clienti che sono dipendenti dello stabilimento di Santa Vittoria. È possibile chiedere la sospensione fino a 24 mesi del pagamento delle rate dei mutui, sia la quota capitale sia gli interessi, oltre ad allungare eventuali finanziamenti in essere con rilevanti agevolazioni e la concessione di nuove linee di credito per avere liquidità per sostenere le spese familiari dei prossimi mesi. I finanziamenti agevolati sono stati pensati per accompagnare le persone in questa fase di incertezza: prevedono per i soci il tasso fisso dell’1%, nessun costo di istruttoria o oneri di gestione, oltre alla possibilità di restituzione della prima rata dopo due anni».
«Si deve essere banca di comunità soprattutto nei momenti difficili – conclude Carelli – presidiando i territori con iniziative come queste, in una fase in cui il tessuto sociale e produttivo si rivelano più deboli di quanto immaginato. Il mondo del credito cooperativo deve essere concretamente vicino alle comunità dove opera, anche per rendere concreti quei valori che ci caratterizzano dalla nascita: mutualismo, cooperazione, solidarietà».
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