Nel 2024 la lotta alla pirateria streaming ha preso una piega innovativa e decisamente tech. Le Forze dell’Ordine hanno escogitato un piano che sa tanto di “film di spionaggio”: creare dei siti esca identici a quelli pirata per intrappolare gli utenti che cercano di risparmiare (illegalmente) sugli abbonamenti sportivi e d’intrattenimento.
Pezzotto addio: la Guardia di Finanza fa la furba e usa siti trappola per scovare gli utenti
L’operazione, in corso da circa un anno, è più raffinata di quanto si possa immaginare. Gli inquirenti hanno disseminato la rete di portali “civetta” che sembrano offrire il classico pezzotto: stessa grafica accattivante, prezzi allettanti, persino gli stessi canali Telegram per la promozione. La differenza è che dietro lo schermo ci sono gli investigatori pronti a schedare chi abbocca all’amo.
E di pesci nella rete ne sono finiti parecchi. Centinaia di italiani, attirati dalla possibilità di guardare Serie A, film e show a prezzi stracciati, hanno fornito inconsapevolmente agli inquirenti un bel pacchetto di prove a loro carico: nome, cognome e – ciliegina sulla torta – dati della carta di credito. Un autogol in piena regola che può costare inizialmente 154 euro di multa, con possibilità di aumenti per i recidivi.
Ma questa è solo la punta dell’iceberg di una strategia più ampia. DAZN e la Lega Serie A, che stimano perdite annuali di 300 milioni di euro a causa della pirateria, stanno facendo pressing per inasprire le sanzioni fino a 5.000 euro. L’obiettivo è ambizioso: raggiungere quota 10.000 multe mensili per innescare un effetto valanga che convinca gli utenti a dire addio allo streaming illegale.
Sul fronte legale, poi, c’è una novità che fa tremare chi pensava di farla franca usando una VPN (se interessati, qui trovate le migliori a confronto). Il Tribunale di Milano ha ordinato a Cloudflare di consegnare alle autorità i veri indirizzi IP di chi utilizza i suoi servizi DNS e VPN per collegarsi ai siti pirata. Una bella grana per il colosso americano che si trova costretto a collaborare attivamente nel contrasto alla pirateria.
Come se non bastasse, DAZN ha bussato anche alla porta della Procura di Catania, chiedendo i nominativi degli utenti identificati durante lo smantellamento di un’organizzazione criminale internazionale del cosiddetto pezzotto. Una mossa che potrebbe portare a una valanga di multe nei prossimi mesi. Di seguito trovate un estratto della sentenza del Tribunale di Milano.
Insomma, il messaggio è chiaro: il tempo delle scappatoie facili è finito. Le autorità hanno deciso di giocare la partita della pirateria utilizzando le stesse armi dei “nemici” – tecnologia e astuzia – per stanare chi ancora pensa di poter aggirare il sistema. E vista la direzione che sta prendendo la situazione, forse è il caso di iniziare a valutare un bell’abbonamento legale. Costa di più, certo, ma almeno si dorme sonni tranquilli.
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