Con l’apertura della porta santa della basilica di San Pietro e a seguire la messa di Natale presieduta da papa Francesco inizia questa sera il Giubileo numero 28 della bimillenaria storia della Chiesa cattolica, dedicato alla speranza (Spes non confudit, la speranza non confonde, è il titolo della bolla di indizione firmata dal papa).
Il primo, nel 1300, venne proclamato da Bonifacio VIII, anche per affermare la superiorità del potere spirituale su quello temporale, ovvero del papato su imperatori e re. Ora la sovranità temporale dei papi non esiste più («non abbiamo per essa alcun rimpianto, né alcuna nostalgia», disse Paolo VI in visita al Campidoglio nel 1966), ma il Giubileo resta un’operazione di politica ecclesiale che, al di là dei «frutti spirituali» che forse produrrà nei credenti, intende ribadire la centralità del romano pontefice e rilanciare il cattolicesimo in un tempo in cui l’idea di cristianità è di fatto archiviata e la secolarizzazione avanza.
Come dimostra per esempio la riproposizione della pratica medievale della concessione di una «indulgenza giubilare» – contestata da Martin Lutero cinquecento anni fa ma anche dai protestanti di oggi – in particolare per i milioni di pellegrini che arriveranno a Roma.
Si comincia questa sera alle 19, con l’apertura della porta santa di San Pietro. A seguire le porte sante delle altre basiliche maggiori: San Giovanni in Laterano (29 dicembre), Santa Maria maggiore (1 gennaio) e San Paolo fuori le mura (5 gennaio). In mezzo, il 26 dicembre, l’apertura di una speciale porta santa nel carcere di Rebibbia, forse per ricordare che nella tradizione biblica ebraica, il Giubileo – così chiamato perché yobel era il nome del corno d’ariete che veniva suonato per dare l’annuncio – era un anno di liberazione, caratterizzato da alcune azioni collettive: il riposo della terra sfruttata dagli esseri umani, il condono dei debiti e appunto la liberazione dei prigionieri diventati schiavi.
Poi via al fitto calendario di appuntamenti tematici divisi per categorie sociologiche – 40 grandi eventi e qualche centinaio di iniziative minori – per l’intero 2025: il giubileo delle forze armate e di polizia (8-9 febbraio); il giubileo dei lavoratori (1-4 maggio, per ridefinire il primo maggio in chiave cattolica) seguito in maniera bipartisan da quello degli imprenditori (4-5 maggio); il giubileo delle famiglie (30 maggio-1 giugno); il giubileo dei missionari digitali e degli influencer cattolici (28-29 luglio); il giubileo dei giovani, con un grande happening nel pratone di Tor Vergata, come fu già nel 2000 (28 luglio-3 agosto); il giubileo dei migranti, all’indomani dell’anniversario del tragico naufragio a largo di Lampedusa del 3 ottobre 2013 (4-5 ottobre); il giubileo dei poveri (16 novembre).
Fra gli eventi minori da segnalare, anche perché ha creato un po’ di scompiglio e diversi malumori nei sacri palazzi, il pellegrinaggio giubilare lgbt+ promosso dall’associazione La Tenda di Gionata e da altri gruppi per il 6 settembre: inserito nel calendario ufficiale, poi rimosso – anche per le proteste dei circoli conservatori -, infine ricomparso e confermato, cosicché anche il mondo degli omosessuali credenti avrà il proprio giubileo, magari con la speranza di aprire altre brecce in una Chiesa cattolica accogliente a parole (perlomeno alcuni settori) ma respingente con i fatti.
Bergoglio, pontefice pop – questo è il suo secondo Giubileo dopo il primo del 2016 -, ci prova a puntellare i contenuti sociali: nel messaggio per la pace del 1 gennaio ha proposto ai governi come segni giubilari la cancellazione del debito ai Paesi impoveriti, l’eliminazione della pena di morte e la creazione di un fondo mondiale contro la fame usando parte del denaro speso in armi.
Ma sa anche che il Giubileo sarà soprattutto una grande kermesse di turismo religioso, tanto che a novembre ha scritto a preti e religiosi romani per chiedere loro di non limitarsi ad affittare ai pellegrini le stanze vuote di conventi e parrocchie ma di metterle anche a disposizione per «coloro che non hanno una casa o che rischiano di perderla».
Appello che, tranne qualche eccezione, non ha riscosso successo: la stragrande maggioranza degli istituti religiosi è stata, da tempo, riconvertita in hotel dove si trovano camere in affitto per tutte le tasche, con sconti speciali per i possessori della Carta del pellegrino, che si può ottenere tramite il sito ufficiale vaticano del Giubileo www.iubilaeum2025.va.
Chi trovasse tutto occupato, non dovrà aspettare troppo: qualche mese fa, durante un’iniziativa promossa da Fratelli d’Italia, mons. Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l’evangelizzazione, ha annunciato che per il 2033, «bimillenario della redenzione di Cristo, ci sarà un nuovo Giubileo straordinario».
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