Firenze, 23 dicembre 2024 – I giovani migranti non accompagnati mettono in scena la storia di Pinocchio. Lo spettacolo “Pinocchio MSNA” (dove Msna sta per minore straniero non accompagnato) ha debuttato ieri sera al Teatro della Parrocchia del preziosissimo sangue a Firenze. E’ firmato dalla compagnia teatrale Ciurma storta per la regia di Stefano Luci, con il sostegno e la collaborazione della Cooperativa sociale “Il Girasole ” e del progetto di ospitalità Cas Msna Orologio, servizio che la cooperativa Il Girasole svolge per conto del Comune di Firenze nell’ambito di una convenzione fra Comune stesso e Prefettura. Sul palco sono saliti ragazzi migranti arrivati da soli in Italia, e ospitati nelle strutture di accoglienza del territorio fiorentino. “Le strutture di accoglienza straordinaria per minori affrontano sfide significative nella gestione dei ragazzi ospitati, soprattutto a causa della diversità delle loro provenienze e delle situazioni critiche da cui provengono: i giovani arrivano spesso da contesti caratterizzati da povertà, instabilità familiare e problematiche sociali profonde, alcuni sono cresciuti in strada e hanno sviluppato abitudini che rendono difficile l’adattamento a nuove regole e norme. Una delle difficoltà principali è il rispetto delle regole quotidiane, come le entrate e uscite dalle strutture” spiega Francesca Bottai, presidente de Il Girasole. L’approccio con i minori non accompagnati accolti nelle strutture prevede supporto psicologico, attività educative, iniziative volte all’integrazione, e attività culturali come visite guidate per far conoscere la storia italiana e quella di Firenze, e anche il teatro. E’ nato quindi un laboratorio teatrale, che è iniziato a settembre, e ha portato alla nascita dello spettacolo “PinocchioMSNA”. La scelta della storia da rappresentare non è casuale. “E’ la storia di un ragazzino un po’ svogliato, poco responsabile e che non ha per niente voglia di studiare, come ce ne sono tanti. Vuole giocare, divertirsi e, facendo ciò, dà qualche dispiacere e pensiero ai propri genitori. Deve ancora interiorizzare i valori che la famiglia e la scuola gli stanno trasmettendo, deve intraprendere l’avventura del diventare grande che a volte comporta scelte faticose, sta cercando di trovare la strada per costruire il proprio futuro: la direzione può essere quella di imparare un mestiere o di continuare a studiare, ma è necessario individuarla, riconoscerla e iniziare a seguirla con determinazione e passione. Pinocchio insomma è la storia di bambini e ragazzi delle scuole che stanno imparando a diventare grandi” racconta Stefano Luci. nSecondo i dati mensili del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali aggiornati al 31 ottobre 2024, sono 778 i minori stranieri non accompagnati accolti in Toscana, provenienti prevalentemente da Ucraina, Albania, Gambia, Tunisia. La metà ha 17 anni, il 22% 16 anni, l’8% 15 anni, il 18% tra 7 e 14 anni, il 2% è sotto i 6 anni. A Firenze, secondo i dati del Comune relativi ai primi mesi del 2024 i minori stranieri non accompagnati presi in carico dai servizi sociali sono in media 500, in aumento (nel 2020 erano 200 unità, a fine 2021 erano oltre 300, a fine 2022 erano 400). Il 90% di loro segue i percorsi di accompagnamento e di integrazione che vengono proposti, circa il 10% ha difficoltà nel seguire progetti di inserimento. Tra questi una piccola percentuale, intorno al 3-4%, adotta condotte antisociali. “E’ indispensabile investire nella costruzione di reti di supporto tra i diversi attori istituzionali per facilitare la presa in carico dei ragazzi che hanno alle spalle i vissuti più complessi con lo scopo di migliorare i percorsi di accoglienza e integrazione, garantendo ai minori un reale sostegno che li aiuti a costruire un futuro migliore” conclude Francesca Bottai. “Questo spettacolo rappresenta un’esperienza positiva e un esempio di come si possa affrontare la gestione di sfide complesse con strumenti innovativi, idee all’avanguardia. – evidenzia l’assessore al Welfare del Comune di Firenze Nicola Paulesu – È importante lavorare su percorsi di accompagnamento e integrazione e saperlo fare mettendo in campo le soluzioni più diverse. Non è facile ma siamo molto contenti che sul nostro territorio ci siano realtà come queste in grado di portare avanti progetti di alto livello”.
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