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Basta “culle vuote”, fino a 7mila euro per ogni nuovo nato #finsubito prestito immediato


Attualità

di Angelo Vitale




Le culle con lo smartphone arrivano in terapia intensiva al Fatebenefratelli di Roma. 8 marzo 2018. ANSA/FATEBENEFRATELLI

Chi verrà al mondo nel 2025 nascerà avendo in dote un pacchetto di significativi aiuti, basta “culle vuote”. I nuovi nati, nel primo anno di vita, potrebbero portare alle loro famiglie fino a 5.500 euro di contributi economici, sempre se l’Isee non supera i 17mila euro. Una cifra che, nella Manovra da 30 miliardi che Palazzo Madama licenzierà, potrebbe salire fino ad oltre 7mila euro complessivi se il bebè ha già due o più fratelli o sorelle all’interno di nuclei familiari con tre o più figli. Un contributo specificamente indirizzato a sostenere la nascita di un figlio, una misura per contrastare, i dati Istat di una settimana fa parlano chiaro, l’inverno demografico che da tempo sferza il nostro Paese facendo registrare un calo delle culle sempre più preoccupante. Numeri desolanti, 4.600 nuovi nati in meno nei primi sette mesi di quest’anno rispetto allo stesso periodo del 2023, circa 200mila “culle vuote” rispetto al 2008. che segnano un -34%. “Il declino demografico non è un destino – aveva detto la premier mesi fa evidenziando la determinazione dell’esecutivo -. I figli non sono un prodotto da banco e il governo intende invertire la narrazione fin qui dominante che ha ridotto la genitorialità a una scelta non conveniente”. Obiettivi che la premier intende tradurre in un cambio di passo culturale guardando anche all’Europa (e al suo futuro) come laboratorio di un nuovo approccio alla genitorialità. Intanto, la Manovra si fa forte di questo nutrito pacchetto. Significativo che a sottolineare tra gli altri il valore di questo intervento sia pure la più giovane parlamentare della maggioranza di governo, Grazia Di Maggio: “Il governo Meloni ha l’obiettivo di sostenere le famiglie e contrastare il calo delle nascite nella nostra Nazione. Grazie alla nuova Legge di Bilancio che attende l’approvazione definitiva dal Senato – spiega la deputata di Fratelli d’Italia – , le famiglie con un Isee inferiore a 40mila euro potranno beneficiare di un bonus una tantum di 1000 euro per ogni nuovo nato o adottato a partire dal 1 gennaio 2025 (verrà erogato dall’Inps nel mese successivo al mese di nascita o di adozione, ndr). Inoltre, l’assegno unico universale, già in vigore, sarà potenziato del 50% per il primo anno di vita del bambino. Questo assegno che varia da un minimo di 57 euro a un massimo di 199 euro mensili per Isee inferiori a 17mila euro, sarà rivalutato al costo della vita attuale. Per le famiglie con almeno tre figli l’importo dell’assegno sarà ulteriormente incrementato. A questi aiuti nazionali, si aggiungono i contributi locali, professionali e aziendali, nonché il bonus nido, che sarà innalzato a 3mila e 600 euro per le famiglie con Isee sotto i 40mila euro. Misure che rappresentano un passo importante per rendere la genitorialità più attrattiva e sostenibile. Il governo e questa maggioranza continueranno a lavorare per garantire un futuro migliore alle famiglie italiane, riconoscendo il valore sociale della maternità e della paternità”.

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“L’approccio del governo si basa su strategie a lungo termine, puntando sulla famiglia e sui giovani come pilastri essenziali per il rilancio della natalità”, ha detto Mariangela Matera che rappresenta FdI in Commissione Finanze: basta “culle vuote”. “Negli ultimi due anni – ha aggiunto -ha stanziato 2,5 miliardi di euro per il sostegno alla natalità e alle famiglie. Un impegno significativo che, unite alle iniziative già esistenti, ha generato benefici diretti e indiretti per le famiglie italiane, portando l’importo totale a circa 16 miliardi di euro”.

E l’iter della legge di Bilancio ha intanto trovato il suo percorso di definizione. La Manovra è arrivata in seconda lettura al Senato per un esame praticamente blindato, formalmente incardinata a Palazzo Madama. La sua presidenza ha deferito il disegno di legge licenziato dalla Camera in prima lettura alla Commissione Bilancio in sede referente. L’arrivo in Aula è fissato per venerdì prossimo alle ore 14, l’ok definitivo è atteso per il 28 dicembre.


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