Ora che lo annunciano anche i sindacati confederali, il ritiro dei più di 2.200 licenziamenti di lavoratori Alitalia e i nuovi 10 mesi di cassa integrazione sono sempre più vicini.
La notizia anticipata il 3 dicembre dalla Cub seguiva la trattativa al ministero del Lavoro dove era in corso il tavolo sulla procedura di licenziamento collettivo decisa dai commissari liquidatori dell’ex compagnia di bandiera per tutti i lavoratori non riassunti in grandissima parta da Ita airways (piloti, assistenti di volo e di terra), più gli operatori dell’handling non riassunti da Swissport e i lavoratori della manutenzione degli aerei da Atitech.
LA LUNGA PARTITA che ha portato i commissari Alitalia, in carica con vari avvicendamenti e emolumenti milionari dall’ormai lontano 2017, a cedere per un solo euro tutto il ramo Aviation (aerei e slot) si stava concludendo con un vero e proprio bagno di sangue occupazionale.
Lavoratrici (la gran parte delle assistenti di volo) e lavoratori Alitalia erano in cassa integrazione e hanno sempre dovuto lottare per vedersi riconoscere le proroghe. Giorgetti, il ministro che ha svenduto Ita a Lufthansa, aveva tentato di lasciarli senza ammortizzatori da anni, impuntandosi a inizio 2024 per concedere solo 10 mesi di proroga alla cigs e imponendo la dizione «non ulteriormente prorogabile».
ORA INVECE LA MINISTRA del Lavoro Marina Calderone ha fatto dietrofront ed è riuscita a strappare una nuova proroga, riuscendo a usare fondi non utilizzati dal suo ministero.
L’appuntamento «per sottoscrivere l’accordo di revoca della procedura di licenziamenti collettivi – fanno sapere Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt – e la richiesta di nuovi 10 mesi di cassa integrazione straordinaria (Cigs) è prevista per l’8 gennaio».
«IL FINANZIAMENTO dell’ammortizzatore sociale individuato è anche coperto in quota parte nella manovra finanziaria che verrà approvata entro la fine dell’anno. È un risultato positivo – concludono Filt Cgil, Fit Cisl e Uilt – che mette in sicurezza il reddito dei dipendenti di Alitalia Sai in amministrazione straordinaria per ulteriori 10 mesi».
«Il ministero ci ha illustrato il percorso della manovra, nella quale sarà contenuto il finanziamento dell’ammortizzatore sociale. A valle dell’approvazione, siamo stati già convocati per l’8 gennaio per sottoscrivere l’accordo di revoca della procedura di licenziamento collettivo e la proroga dei 10 mesi di Cigs», spiega il segretario nazionale Uilt Ivan Viglietti.
MENTRE LA CUB, che rivendica di essere stata in prima linea nella richiesta di «prolungamento degli ammortizzatori sociali», chiede di «garantire l’integrazione della cigs da parte del Fondo di Solidarietà, fino all’80% della retribuzione», «definire il prolungamento di ulteriori 2 anni alla Naspi», «programmare gli interventi da parte del Fondo per il rinnovo dei brevetti e delle abilitazioni dei lavoratori sospesi in cigs» per poi riassumere tutti i lavoratori in Ita (Swissport e Atitech) anche grazie «al combinato della crescita del traffico merci e passeggeri registrato nel 2024 e l’ulteriore incremento delle attività dovute al Giubileo».
Intanto sul fronte giudiziario, fra febbraio e marzo la Corte costituzionale si pronuncerà su un altro provvedimento voluto dal ministro Giorgetti contro i lavoratori Alitalia.
A giugno la giudice del tribunale del Lavoro di Roma Tiziana Orru aveva infatti sollevato questione di legittimità costituzionale sul «decreto interpretativo» del ministro Giorgetti che cercava di evitare le cause dei lavoratori e lavoratrici Alitalia non riassunti da Ita, nonostante la palese continuità aziendale. Nella sentenza si davano giudizi pesantissimi sul provvedimento: «I dubbi di legittimità costituzione della norma si incentrano in particolare sul fatto che la stessa, sebbene formulata in termini astratti, è in realtà preordinata a condizionare, con l’efficacia propria delle disposizioni interpretative, l’esito dei giudizi ancora in corso».
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