(Gmajo) – L’ultima volta che qualcuno provò a maneggiare l’ordigno “esonero di Pecchia”, chi venne ferito gravemente dalla deflagrazione fu il sottoscritto, accusato, ingiustamente, con annessa richiesta danni monstre, di voler destabilizzare la guida tecnica del Parma Calcio 1913 alla vigilia di una partita importante (quella col Como).
Personalmente, viceversa, pur rasentando l’autolesionismo, per principio sono contrario ad ogni forma di censura o di auto-censura, sicché, sia pure intimato, non amo rimuovere i miei articoli, rimedio piuttosto puerile: preferisco, semmai, qualora ci fossero gli elementi per farlo, doverosamente mettere a disposizione di chi sente leso dai miei scritti pari spazio per una rettifica, normale procedura prevista dalla Legge sulla Stampa, mio faro assieme alle varie carte della deontologia professionale, di recente raccolte nel nuovo Codice Deontologico, appena emanato.
Non mi risulta che Matteo Moretto di Relevo, quella volta, fosse stato diffidato o gli avessero chiesto 50.000 euro di danni, forse perché aveva prontamente eliminato, su esplicita richiesta, quanto precedentemente aveva pubblicato, né credo che tale sorte fosse toccata ad altri che, a seguire, pure avevano sparato (tipo la pagina FB specialista in calcio-castronerie Oltre il 90°) di un possibile esonero dell’allenatore.
Va da sé, tuttavia, che, dopo tre sconfitte in stecca ed undici gol subiti (di cui 5 all’Olimpico), ed un solo punto sulla zona rossa, sia più legittima l’ipotesi, non dico sulla bocca di tutti, ma comunque piuttosto diffusa, della possibilità che Don Fabio (ricordate quando chi gli lisciava il pelo, lo definiva così? Magari gli stessi che, ora, storcono il labbro sul suo presunto integralismo) venga sollevato dall’incarico. In questo senso, ad esempio, si esprime “Il Posticipo”, secondo cui il presidente Krause avrebbe (il condizionale lo metto io, non tanto perché sia un modo che mi piace, quanto, perché le mutande non sono mai corazzate a sufficienza) fatto chiamare una leggenda del club per prendere il suo posto, nonostante il fresco rinnovo.
La leggenda in questione è Fabio Cannavaro che, almeno ai miei occhi, ha guadagnato punti come allenatore, dopo l’impresa della salvezza Udinese, non ripagata dalla conferma sulla panchina friulana. Prima, infatti, mi sembrava uno dei tanti Campioni del Mondo che, solo per esser stato molto bravo sul campo come calciatore, dovesse divenire (predestinato) pure un ottimo mister. Tuttavia, pur avendo apprezzato il suo lavoro ad Udine, sinceramente non so quanto possa essere la soluzione giusta per risolvere i mali del Parma. Sempre ammesso che davvero il proprietario del club (che è americano e di solito non si lascia condizionare dal temporaneo trend negativo, avendo visioni di lunga gittata) intenda, davvero, percorrere questo tipo di italica strada, nonostante la tentazione di poter mettere a libro paga un nome altisonante.
Il nostro Luca Russo, ieri, vi ha prontamente informato, invece, della classica scelta da ultima spiaggia di Galliani, di esonerare Alessandro Nesta dalla guida del Monza fanalino di coda della Serie A e con una ruota (se non due) già in B. Qualora, davvero, dovesse esserci un dopo-Pecchia, si potrebbe semmai materializzare dopo il drammatico sconto diretto di sabato (per i Crociati è un natale di lavoro, qualche forcaiolo aveva persino invocato l’antico rimedio del ritiro punitivo che in questi giorni, indubbiamente, peserebbe ancor di più, ma che, razionalmente, non saprei dire quanto davvero potrebbe giovare), sempre ammesso e non concesso che finisse con l’ennesima rivitalizzazione dei vari Lazzaro sinora resuscitati…
Da una sponda all’altra del Tevere (vittoria sulla Lazio, sconfitta con la Roma) ci sono in mezzo acque procellose e soprattutto sporche: senza esser posteri, sappiamo che quella sui biancazzurri non fu vera gloria, o, almeno, a tale giudizio si sono convertiti gli ex glorificatori, essendosi aperti, direi tardivamente, gli occhi. Penso che in questo momento andrebbe tenuta diritta la barra, secondo le razionali ed equilibrate indicazioni che da tempi non sospetti predica il nostro Gianni Barone, che resto dell’idea che sia, su piazza, il miglior divulgatore calcistico, forse perché amante della disciplina e non tifoso.
Egli, infatti, da prima ancora che la situazione precipitasse, su queste colonne aveva suggerito aggiustamenti strategici che avrebbero potuto evitare il naufragio, e che potrebbero ancora aiutare a portare la scialuppa in salvo, con lo stesso capitano, senza bisogno, per forza, di andarlo a cambiare, a condizione che questi ci metta del suo nell’abbandonare certe infruttuose certezze sul proprio gioco che sinora son state funzionali sino a lì. Adesso, all’interno del club, potrebbe esserci chi, in effetti, accarezza la grande tentazione di far andare a mare l’allenatore tanto per scaricare le colpe (sempre orfane) sul primo capro espiatorio disponibile, dimenticando, però, che il mister si è adeguato ai dogmi della casa madre (gli stessi osannati dal mainstream sino a qualche giorno fa), in tema di giovani e costruzione della rosa. Siamo così sicuri che ci possa esser qualcuno di migliore di Pecchia per valorizzare il capitale umano a disposizione? Gabriele Majo
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