L’eco mediatica del pandorogate sarà anche scemata ma i suoi effetti continuano a ripercuotersi su Chiara Ferragni e sulle sue aziende. A poche ore dal Natale, infatti, la società Fenice, che era una delle punte di diamante dell’impero costruito dall’influencer, è stata cancellata d’ufficio dal registro delle Pmi innovative. Una decisione assunta per il “mancato deposito della dichiarazione di mantenimento del possesso dei requisiti“, come previsto dal regolamento della Camera di Commercio di Milano.
Ciò non significa che Fenice srl è decaduta come realtà societaria, anche perché risulta ancora iscritta al registro delle imprese. Tuttavia, la mancata comunicazione entro 30 giorni dall’approvazione del bilancio, o comunque entro 7 mesi dalla chiusura di ciascun esercizio, da parte del rappresentante legale è motivo di decadenza dal registro delle startup. Per essere considerate “startup innovative”, infatti, le società devono attestare ogni anno il mantenimento del possesso di determinati requisiti previsti dalla legge. La cancellazione ha dirette conseguenze sulla società, che perde una serie di vantaggi come “flessibilità nella gestione societaria”, “piani di incentivazione in equity”, “facilitazioni nel ripianamento delle perdite, nell’accesso al credito bancario” e “incentivi fiscali per gli investimenti“. Ma soprattutto, si legge sul sito della Camera di Commercio di Milano che ha realizzato l’elenco dei requisiti, è l’iscrizione nell’apposita sezione speciale del registro.
Solo nei prossimi mesi si capirà in che modo la perdita di questo privilegio influenzerà l’andamento della società. Chiara Ferragni, come ha sempre fatto e come continua a fare, si è chiusa nel silenzio e non commenta. Non ha commentato ai tempi nemmeno quando ha chiuso il negozio di piazza Gae Aulenti di Milano quest’estate. La strategia dell’influencer sembra essere quella di fingere che sia tutto ok, per evitare di alimentare la critica dell’opinione pubblica.
Il 2024 è stato l’annus horribilis di Chiara Ferragni, tra problemi imprenditoriali e familiari, su tutti il divorzio. Tra qualche mese si dovrebbero conoscere i risultati operativi dell’esercizio 2024, quello che è stato travolto dall’affare del pandorogate.
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