OpenAI sta per intraprendere una nuova e ambiziosa sfida nel campo della robotica umanoide, voce non del tutto nuova, ma che stavolta assume connotati più specifici. Secondo quanto riportato da varie testate del settore, l’azienda guidata da Sam Altman sta valutando internamente la possibilità di sviluppare una propria linea di robot, segnando un importante ritorno nel settore dopo la chiusura della sua divisione robotica nel 2021.
La notizia arriva in un momento particolarmente interessante per il settore, che secondo le previsioni potrebbe raggiungere un valore di mercato di 66 miliardi di dollari entro il 2032. OpenAI non è nuova a questo campo: prima della chiusura della sua divisione robotica, l’azienda aveva già ottenuto risultati significativi, come l’addestramento di un braccio robotico per risolvere il cubo di Rubik e lo sviluppo di Roboschool, una suite di strumenti di simulazione per l’addestramento dell’AI robotica.
Il ritorno di OpenAI nel settore della robotica non è casuale. L’azienda ha recentemente effettuato importanti investimenti strategici in startup specializzate, tra cui Figure AI e 1X. In particolare, a febbraio di quest’anno, OpenAI ha partecipato a un round di finanziamento da 625 milioni di dollari per Figure AI Inc., che ha già sviluppato il robot umanoide Figure 02, capace di processare comandi vocali in ambiente industriale grazie ai modelli di IA sviluppati in collaborazione con OpenAI stessa.
Parallelamente, l’investimento in 1X, azienda norvegese che compete con Figure AI, ha portato allo sviluppo di EVE, un robot umanoide su ruote capace di raggiungere velocità fino a 15,7 chilometri orari. La peculiarità di questi androidi risiede nell’utilizzo dell’Embodied Learning, un approccio avanzato all’IA che integra il software con il corpo fisico del robot, permettendogli di apprendere e adattarsi attraverso l’interazione diretta con l’ambiente circostante.
Ma le ambizioni di OpenAI non si fermano qui. L’azienda sta anche lavorando allo sviluppo di chip AI personalizzati in collaborazione con Broadcom e Taiwan Semiconductor Manufacturing Co. Questi processori potrebbero essere fondamentali per ottimizzare le prestazioni del software di intelligenza artificiale nei futuri robot umanoidi dell’azienda.
Nonostante l’entusiasmo intorno a questi sviluppi, le fonti interne riferiscono che la costruzione di robot umanoidi rimane attualmente secondaria rispetto al core business di OpenAI, ovvero lo sviluppo di modelli di intelligenza artificiale avanzati. L’azienda ha infatti recentemente presentato i suoi nuovi “modelli di frontiera” o3 e o3-mini, progettati per eccellere in compiti di ragionamento complesso e attualmente in fase di test limitato.
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