Guerra Israele – Hamas e Siria, le ultime notizie di oggi 8 gennaio. DIRETTA

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L’esercito israeliano ha ritrovato a Gaza i corpi dei rapiti Yosef e Hamza Alziadna, padre e figlio di 53 e 22 anni, rapiti vivi il 7 ottobre 2023 dal kibbutz Hulit dove lavoravano. \”Ci è stato detto che sono stati trovati i corpi di Yousef e Hamza. Il nostro cuore è spezzato. Speravamo che tornassero vivi tra le braccia della famiglia, ma purtroppo sono tornati senza vita\”, ha detto il fratello di Yousef.\n

Almeno 21 palestinesi sono morti a causa dei bombardamenti israeliani a Gaza dall’alba. E’ il bilancio riferito da al-Jazeera, secondo cui dieci persone della stessa famiglia, per lo più donne e bambini, sono state uccise nel campo profughi di Bureij nella regione centrale della Striscia, e cinque nel quartiere di Zeitoun, zona nord di Gaza City. A questi si aggiungono tre persone a Deir el-Balah, un altro palestinese nel distretto di Sheikh Radwan a Gaza City e altri due a Jabaliya. 

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È atterrato allo scalo di Ciampino l’aereo che ha riportato in Italia Cecilia Sala dopo la detenzione in Iran. \”Grazie a un intenso lavoro sui canali diplomatici e di intelligence, la nostra connazionale è stata rilasciata dalle autorità iraniane e sta rientrando in Italia\”, si legge nel comunicato di Palazzo Chigi.

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Il leader siriano Abu Mohammed al Jolani si è espresso così nella visita del 31 dicembre con Ibrahim Faltas, vicario della Custodia di Terra Santa. Il loro incontro a Damasco è raccontato dallo stesso Faltas sulle pagine dell’Osservatore Romano. LEGGI QUI

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E’ indispensabile e urgente un accesso \”sicuro e senza ostacoli\” alla Striscia di Gaza per fornire aiuti umanitari ai bambini che muoiono di freddo. Lo ha dichiarato oggi la Federazione Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa (Ficr). Le forti piogge e le inondazioni hanno reso inabitabili i rifugi di fortuna di migliaia di persone, nelle tende ci sono anche 30 centimetri di acqua. \”Senza un accesso sicuro, i bambini moriranno di freddo. Senza un accesso sicuro, le famiglie moriranno di fame. Senza un accesso sicuro, gli operatori umanitari non possono salvare vite umane\”, ha avvertito il segretario generale della Ficr, Jagan Chapagain. 

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La reporter era detenuta in Iran nel carcere di Evin dallo scorso 19 dicembre. Sulla pista di Ciampino l’abbraccio con il compagno Daniele Raineri, poi il vocale ai colleghi: \”Ciao, sono tornata\”. Palazzo Chigi in una nota: \”Grazie a un intenso lavoro sui canali diplomatici e di intelligence, la nostra connazionale è stata rilasciata dalle autorità iraniane\”. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha informato personalmente i genitori della reporter con una telefonata. GLI AGGIORNAMENTI

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Il governo americano non si sbilancia sulla liberazione della giornalista italiana Cecilia Sala sulla quale una fonte del dipartimento di Stato ha riferito all’ANSA che \”spetta al governo italiano rispondere a domande specifiche\”. Tuttavia ribadisce che l’Iran deve \”rilasciare immediatamente i cittadini di molti altri Paesi detenuti illegalmente spesso per utilizzarli come leva politica\”. Quanto alla vicenda Sala, il dipartimento di Stato sottolinea che \”i giornalisti svolgono un lavoro fondamentale per informare il pubblico, spesso in condizioni pericolose, e devono essere protetti\”.

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Gli ospedali Nasser, Al Aqsa ed European a Gaza sono sull’orlo della chiusura per mancanza di carburante. Una situazione che minaccia la vita di centinaia di pazienti, compresi i neonati, che dipendono dall’elettricità per rimanere in vita: lo denuncia Medici Senza Frontiere in un comunicato, sottolineando che le équipe dell’organizzazione stanno cercando di portare del carburante all’ospedale Nasser e Al Aqsa, come soluzione temporanea per le prossime 36-48 ore. Da oggi, mercoledì 8 gennaio, l’elettricità dell’ospedale Nasser, supportato da Msf, potrebbe essere interrotta in alcuni reparti, lasciando i pazienti senza cure salvavita. Nel reparto di terapia intensiva neonatale, Msf sta attualmente curando 3 bambini e 4 neonati con ventilazione meccanica, oltre a 15 neonati in incubatrice, tutti dipendenti dall’elettricità fornita da generatori a combustibile. Si tratta di una situazione catastrofica che potrebbe avere conseguenze tragiche e gravi poiché è improbabile che la situazione migliori. Msf chiede a tutte le parti di facilitare l’ingresso del carburante a Gaza e di garantirne la consegna sicura alle strutture mediche. \”Lo smantellamento del sistema sanitario a Gaza a causa del blocco israeliano, che sta mettendo in pericolo la vita delle persone, deve cessare immediatamente\”, afferma l’organizzazione nella nota. \”Senza carburante, questi neonati rischiano di morire. I bambini nelle incubatrici hanno bisogno di elettricità costante per i ventilatori che li tengono in vita. Sono già in uno stato estremamente vulnerabile e qualsiasi trasferimento in altri ospedali metterebbe direttamente in pericolo le loro vite\”, afferma Pascale Coissard, coordinatrice di Msf per l’emergenza Gaza. 

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Il Presidente  iraniano, Masoud Pezeshkian, chiede il ritiro di Israele dal territorio  siriano dopo la caduta di Bashar al-Assad, storico alleato di Teheran.  “La necessità del regime sionista di ritirarsi dai territori occupati e  l’importanza di rispettare i sentimenti religiosi in Siria, in  particolare per quanto riguarda i luoghi sacri e i santuari sciiti,  preoccupano”, ha affermato Pezeshkian in un briefing insieme al primo  ministro iracheno Mohammed Shia al-Sudani. Il Presidente iraniano mette in guardia anche dalla “riattivazione delle cellule terroristiche” in Siria. Durante la visita, Sudani ha affermato il rispetto dell’Iraq per \”la  volontà del popolo siriano e il sostegno a qualsiasi sistema politico o  costituzionale da esso scelto, senza interferenze esterne\”.

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“,”postId”:”76d662a6-50e3-4f63-af8f-a16a1bc03ab7″},{“timestamp”:”2025-01-08T17:48:21.454Z”,”timestampUtcIt”:”2025-01-08T18:48:21+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Cecilia Sala ancora a Ciampino ascoltata dai carabinieri del Ros”,”content”:”

Cecilia Sala, la giornalista rilasciata oggi dopo tre settimane di prigione in Iran, è ancora a Ciampino, ascoltata dai carabinieri del Ros nei locali dell’aeroporto. Al termine potrà tornare nella sua casa romana.

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\”Nel quadro dell’accordo (per la liberazione di Cecilia Sala, ndr), ci si aspetta che l’Italia rilasci l’imprenditore iraniano Mohammad Abedini che gli Stati Uniti hanno chiesto di estradare con l’accusa di aver fornito tecnologia per droni ai militari iraniani\”, scrive il Wall Street Journal. Meloni, che ha mantenuto una stretta riservatezza sui negoziati con l’Iran dovrebbe informare altri importanti esponenti italiani oggi \”di come funzionerà la seconda parte dell’accordo\”, si precisa, citando una fonte del governo. Fonti giudiziarie spiegano che Abedini dovrebbe essere rilasciato dal carcere milanese di Opera con uno \”slittamento di tempi, ma possibilmente nei prossimi giorni\”, un passo che il ministro della Giustizia può ordinare. 

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L’aereo, che ha riportato in Italia la giornalista dopo la detenzione a Teheran, è atterrato poco dopo le 16. Sala è scesa da sola dalla scaletta e ha abbracciato il compagno, che l’attendeva a pochi metri di distanza sulla pista, e poi i genitori. “Finalmente questa parentesi si è chiusa”, ha detto. Oltre alla famiglia, presenti a Ciampino anche la premier Meloni, il ministro degli Esteri Tajani e il sindaco di Roma Gualtieri. GUARDA LE FOTO

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L’inviato dell’Onu in Siria ha messo in guardia da \”errori\” che potrebbero far deragliare la transizione politica, denunciando anche i rischi legati agli \”attacchi\” di Israele all’integrità territoriale del Paese. \”Le decisioni prese oggi determineranno il futuro a lungo termine. Ci sono opportunità e pericoli reali\”, ha detto Geir Pedersen a una riunione del Consiglio di sicurezza un mese dopo la caduta del regime di Bashar al-Assad, invitando la Siria e la comunità internazionale ad \”avere successo nella fase successiva\”. \”Ci sono immense opportunità per costruire nuove fondamenta per una pace e una stabilità durature in Siria. Ma errori o occasioni mancate potrebbero minacciare il futuro del paese e piantare i semi dell’instabilità\”, ha avvertito. 

“,”postId”:”a89a08f1-bf38-4804-ba16-7db38be8b593″},{“timestamp”:”2025-01-08T17:04:32.489Z”,”timestampUtcIt”:”2025-01-08T18:04:32+0100″,”video”:{“videoId”:”978744″,”videoPageUrl”:”https://video.sky.it/news/cronaca/video/cecilia-sala-e-rientrata-in-italia-le-immagini-dellarrivo-978744″},”altBackground”:true,”postId”:”4b59518b-7b73-4482-ad26-e024780ae48a”},{“timestamp”:”2025-01-08T16:43:32.697Z”,”timestampUtcIt”:”2025-01-08T17:43:32+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Netanyahu: \”Avremmo voluto riportare a casa Yosef e Hamza\””,”content”:”

\”A nome mio e di mia moglie, desidero esprimere il nostro profondo cordoglio per la triste notizia ricevuta oggi dalla famiglia Al-Zayadna. Abbiamo sperato e lavorato per il ritorno sicuro dei quattro membri della famiglia prigionieri di Hamas. Abbiamo restituito alla famiglia Bilal e Aisha a novembre 2023, e volevamo fare lo stesso per Yosef e Hamza\”. Lo afferma in una nota il premier israeliano Benyamin Netanyahu. \”Invio le mie più sentite condoglianze alla famiglia. Ringrazio le forze dell’Idf e del Shin Bet per il loro impegno deciso nel cercare di riportare a casa i nostri ostaggi. Continueremo a fare ogni sforzo per riportare tutti i nostri ostaggi a casa, vivi e morti, insieme\”, ha aggiunto il primo ministro.

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L’accordo su una tregua nella Striscia di Gaza è ”molto vicino”: lo ha detto a Parigi il segretario di Stato Usa, Antony Blinken.

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L’esercito israeliano ha ritrovato a Gaza i corpi dei rapiti Yosef e Hamza Alziadna, 53 e 22 anni, rapiti vivi il 7 ottobre 2023 dal kibbutz Hulit dove lavoravano. \”Ci è stato detto che sono stati trovati i corpi di Yousef e Hamza. Il nostro cuore è spezzato. Speravamo che tornassero vivi tra le braccia della famiglia, ma purtroppo sono tornati senza vita\”, ha detto il fratello di Yousef. La famiglia ha raccontato che i due ostaggi sono stati tenuti insieme e trovati insieme. Lo riferiscono i media israeliani citando i familiari.

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È atterrato allo scalo di Ciampino l’aereo che ha riportato in Italia Cecilia Sala dopo la detenzione in Iran. 

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L’agenzia di stampa palestinese Wafa riferisce che le forze israeliane hanno fatto irruzione nella città di Tulkarem causando gravi danni alle infrastrutture e alle proprietà locali. Diversi veicoli militari sono entrati nella città dall’ingresso occidentale, dirigendosi verso la via che conduce al campo profughi, durante l’operazione l’Idf è entrato in un edificio residenziale. I residenti locali denunciano l’aggravarsi della distruzione e un clima di paura diffusa, secondo la stampa palestinese.

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Il complesso medico Nasser di Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, ha dichiarato di essere stato costretto a sospendere i suoi servizi sanitari a causa della carenza di carburante. In una nota citata da Middle East Eye online, l’ospedale ha affermato tutti i servizi, ad eccezione della terapia intensiva e delle operazioni d’urgenza, sono sospesi, poiché le rimanenti scorte di carburante sono sufficienti solo per far funzionare un piccolo generatore per sole tre ore. L’ospedale necessita di 5.500 litri di gasolio al giorno per funzionare.

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Il ministro della Difesa Israel Katz ha ordinato al capo di stato maggiore Herzi Halevi di collaborare pienamente con il revisore dello Stato nell’indagine sugli eventi del 7 ottobre 2023. Katz ha dichiarato che \”l’Idf non può permettersi di sembrare un’istituzione che teme la trasparenza pubblica\”. In risposta, il portavoce dell’Idf Daniel Hagari, ha respinto le accuse con una nota sottolineando che \”le indagini interne sono fondamentali e devono essere condotte senza compromettere la sicurezza operativa\”. Hagari ha inoltre ribadito che \”le questioni devono essere risolte attraverso il dialogo diretto e non tramite i media\”. Immediata la reazione di Adir Dahan, portavoce del ministro che ha attaccato Hagari, accusandolo di \”oltrepassare i limiti del suo ruolo: questa volta le scuse non basteranno\”, ha detto. La tensione tra Katz e Halevi, aggravata dalla crisi delle nomine nell’Idf, sta generando un clima di incertezza tra gli ufficiali e potrebbe avere conseguenze significative per i vertici militari e politici, riferiscono i media israeliani.Il ministro della Difesa Israel Katz ha ordinato al capo di stato maggiore Herzi Halevi di collaborare pienamente con il revisore dello Stato nell’indagine sugli eventi del 7 ottobre 2023. Katz ha dichiarato che \”l’Idf non può permettersi di sembrare un’istituzione che teme la trasparenza pubblica\”. In risposta, il portavoce dell’Idf Daniel Hagari, ha respinto le accuse con una nota sottolineando che \”le indagini interne sono fondamentali e devono essere condotte senza compromettere la sicurezza operativa\”. Hagari ha inoltre ribadito che \”le questioni devono essere risolte attraverso il dialogo diretto e non tramite i media\”. Immediata la reazione di Adir Dahan, portavoce del ministro che ha attaccato Hagari, accusandolo di \”oltrepassare i limiti del suo ruolo: questa volta le scuse non basteranno\”, ha detto. La tensione tra Katz e Halevi, aggravata dalla crisi delle nomine nell’Idf, sta generando un clima di incertezza tra gli ufficiali e potrebbe avere conseguenze significative per i vertici militari e politici, riferiscono i media israeliani.

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Le forze israeliane hanno bombardato oggi con l’artiglieria due edifici a Bint Jbeil, nel sud del Libano, tra cui l’abitazione del sindaco della cittadina. Poi con un carro armato Merkava hanno preso di mira anche un terzo edificio. Lo riferisce il quotidiano libanese L’Orient le Jour online. Nella regione di Marjeyoun, le forze israeliane hanno distrutto le infrastrutture di Markaba con esplosivi, scrive ancora la stessa fonte, aggiungendo infine che più ad est, nel distretto di Hasbaya, i soldati israeliani hanno aperto il fuoco con armi automatiche contro dei pastori che si trovavano alla periferia di Halta, costringendoli alla fuga. 

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L’esercito israeliano ha ritrovato a Gaza i corpi dei rapiti Yosef e Hamza Alziadna, padre e figlio di 53 e 22 anni, rapiti vivi il 7 ottobre 2023 dal kibbutz Hulit dove lavoravano. “Ci è stato detto che sono stati trovati i corpi di Yousef e Hamza. Il nostro cuore è spezzato. Speravamo che tornassero vivi tra le braccia della famiglia, ma purtroppo sono tornati senza vita”, ha detto il fratello di Yousef.

Almeno 21 palestinesi sono morti a causa dei bombardamenti israeliani a Gaza dall’alba. E’ il bilancio riferito da al-Jazeera, secondo cui dieci persone della stessa famiglia, per lo più donne e bambini, sono state uccise nel campo profughi di Bureij nella regione centrale della Striscia, e cinque nel quartiere di Zeitoun, zona nord di Gaza City. A questi si aggiungono tre persone a Deir el-Balah, un altro palestinese nel distretto di Sheikh Radwan a Gaza City e altri due a Jabaliya. 

È atterrato allo scalo di Ciampino l’aereo che ha riportato in Italia Cecilia Sala dopo la detenzione in Iran. “Grazie a un intenso lavoro sui canali diplomatici e di intelligence, la nostra connazionale è stata rilasciata dalle autorità iraniane e sta rientrando in Italia”, si legge nel comunicato di Palazzo Chigi.

Approfondimenti:

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Al-Jolani: “Cristiani parte integrante della Siria, ammiro il Papa”

Il leader siriano Abu Mohammed al Jolani si è espresso così nella visita del 31 dicembre con Ibrahim Faltas, vicario della Custodia di Terra Santa. Il loro incontro a Damasco è raccontato dallo stesso Faltas sulle pagine dell’Osservatore Romano. LEGGI QUI

Inondazioni e freddo, Croce rossa chiede accesso a Gaza

E’ indispensabile e urgente un accesso “sicuro e senza ostacoli” alla Striscia di Gaza per fornire aiuti umanitari ai bambini che muoiono di freddo. Lo ha dichiarato oggi la Federazione Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa (Ficr). Le forti piogge e le inondazioni hanno reso inabitabili i rifugi di fortuna di migliaia di persone, nelle tende ci sono anche 30 centimetri di acqua. “Senza un accesso sicuro, i bambini moriranno di freddo. Senza un accesso sicuro, le famiglie moriranno di fame. Senza un accesso sicuro, gli operatori umanitari non possono salvare vite umane”, ha avvertito il segretario generale della Ficr, Jagan Chapagain. 

La giornalista Cecilia Sala è libera, ad accoglierla in Italia Meloni e Tajani

La reporter era detenuta in Iran nel carcere di Evin dallo scorso 19 dicembre. Sulla pista di Ciampino l’abbraccio con il compagno Daniele Raineri, poi il vocale ai colleghi: “Ciao, sono tornata”. Palazzo Chigi in una nota: “Grazie a un intenso lavoro sui canali diplomatici e di intelligence, la nostra connazionale è stata rilasciata dalle autorità iraniane”. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha informato personalmente i genitori della reporter con una telefonata. GLI AGGIORNAMENTI

Usa su Sala: ‘L’Iran rilasci tutti gli stranieri detenuti’

Il governo americano non si sbilancia sulla liberazione della giornalista italiana Cecilia Sala sulla quale una fonte del dipartimento di Stato ha riferito all’ANSA che “spetta al governo italiano rispondere a domande specifiche”. Tuttavia ribadisce che l’Iran deve “rilasciare immediatamente i cittadini di molti altri Paesi detenuti illegalmente spesso per utilizzarli come leva politica”. Quanto alla vicenda Sala, il dipartimento di Stato sottolinea che “i giornalisti svolgono un lavoro fondamentale per informare il pubblico, spesso in condizioni pericolose, e devono essere protetti”.

'Bentornata Cecilia', piccolo cartello sul portone di casa

©Ansa

‘Bentornata Cecilia’, e sotto disegnata la bandiera dell’Italia. Questo il piccolo cartello di benvenuto affisso dall’interno, da un bambino, nel palazzo di Cecilia Sala a Roma.

Msf, senza carburante neonati a rischio all’ospedale Nasser

Gli ospedali Nasser, Al Aqsa ed European a Gaza sono sull’orlo della chiusura per mancanza di carburante. Una situazione che minaccia la vita di centinaia di pazienti, compresi i neonati, che dipendono dall’elettricità per rimanere in vita: lo denuncia Medici Senza Frontiere in un comunicato, sottolineando che le équipe dell’organizzazione stanno cercando di portare del carburante all’ospedale Nasser e Al Aqsa, come soluzione temporanea per le prossime 36-48 ore. Da oggi, mercoledì 8 gennaio, l’elettricità dell’ospedale Nasser, supportato da Msf, potrebbe essere interrotta in alcuni reparti, lasciando i pazienti senza cure salvavita. Nel reparto di terapia intensiva neonatale, Msf sta attualmente curando 3 bambini e 4 neonati con ventilazione meccanica, oltre a 15 neonati in incubatrice, tutti dipendenti dall’elettricità fornita da generatori a combustibile. Si tratta di una situazione catastrofica che potrebbe avere conseguenze tragiche e gravi poiché è improbabile che la situazione migliori. Msf chiede a tutte le parti di facilitare l’ingresso del carburante a Gaza e di garantirne la consegna sicura alle strutture mediche. “Lo smantellamento del sistema sanitario a Gaza a causa del blocco israeliano, che sta mettendo in pericolo la vita delle persone, deve cessare immediatamente”, afferma l’organizzazione nella nota. “Senza carburante, questi neonati rischiano di morire. I bambini nelle incubatrici hanno bisogno di elettricità costante per i ventilatori che li tengono in vita. Sono già in uno stato estremamente vulnerabile e qualsiasi trasferimento in altri ospedali metterebbe direttamente in pericolo le loro vite”, afferma Pascale Coissard, coordinatrice di Msf per l’emergenza Gaza. 

Iran, Israele si ritiri da territori occupati in Siria

Il Presidente  iraniano, Masoud Pezeshkian, chiede il ritiro di Israele dal territorio  siriano dopo la caduta di Bashar al-Assad, storico alleato di Teheran.  “La necessità del regime sionista di ritirarsi dai territori occupati e  l’importanza di rispettare i sentimenti religiosi in Siria, in  particolare per quanto riguarda i luoghi sacri e i santuari sciiti,  preoccupano”, ha affermato Pezeshkian in un briefing insieme al primo  ministro iracheno Mohammed Shia al-Sudani. Il Presidente iraniano mette in guardia anche dalla “riattivazione delle cellule terroristiche” in Siria. Durante la visita, Sudani ha affermato il rispetto dell’Iraq per “la  volontà del popolo siriano e il sostegno a qualsiasi sistema politico o  costituzionale da esso scelto, senza interferenze esterne”.

Cecilia Sala ancora a Ciampino ascoltata dai carabinieri del Ros

Cecilia Sala, la giornalista rilasciata oggi dopo tre settimane di prigione in Iran, è ancora a Ciampino, ascoltata dai carabinieri del Ros nei locali dell’aeroporto. Al termine potrà tornare nella sua casa romana.

Wsj: ‘Nel quadro di accordo per liberazione Sala, ci si aspetta che Italia rilasci Abedini’

“Nel quadro dell’accordo (per la liberazione di Cecilia Sala, ndr), ci si aspetta che l’Italia rilasci l’imprenditore iraniano Mohammad Abedini che gli Stati Uniti hanno chiesto di estradare con l’accusa di aver fornito tecnologia per droni ai militari iraniani”, scrive il Wall Street Journal. Meloni, che ha mantenuto una stretta riservatezza sui negoziati con l’Iran dovrebbe informare altri importanti esponenti italiani oggi “di come funzionerà la seconda parte dell’accordo”, si precisa, citando una fonte del governo. Fonti giudiziarie spiegano che Abedini dovrebbe essere rilasciato dal carcere milanese di Opera con uno “slittamento di tempi, ma possibilmente nei prossimi giorni”, un passo che il ministro della Giustizia può ordinare. 

Cecilia Sala, l’arrivo a Ciampino dopo la liberazione in Iran. FOTO

L’aereo, che ha riportato in Italia la giornalista dopo la detenzione a Teheran, è atterrato poco dopo le 16. Sala è scesa da sola dalla scaletta e ha abbracciato il compagno, che l’attendeva a pochi metri di distanza sulla pista, e poi i genitori. “Finalmente questa parentesi si è chiusa”, ha detto. Oltre alla famiglia, presenti a Ciampino anche la premier Meloni, il ministro degli Esteri Tajani e il sindaco di Roma Gualtieri. GUARDA LE FOTO

Onu, in Siria attenti errori che facciano deragliare transizione

L’inviato dell’Onu in Siria ha messo in guardia da “errori” che potrebbero far deragliare la transizione politica, denunciando anche i rischi legati agli “attacchi” di Israele all’integrità territoriale del Paese. “Le decisioni prese oggi determineranno il futuro a lungo termine. Ci sono opportunità e pericoli reali”, ha detto Geir Pedersen a una riunione del Consiglio di sicurezza un mese dopo la caduta del regime di Bashar al-Assad, invitando la Siria e la comunità internazionale ad “avere successo nella fase successiva”. “Ci sono immense opportunità per costruire nuove fondamenta per una pace e una stabilità durature in Siria. Ma errori o occasioni mancate potrebbero minacciare il futuro del paese e piantare i semi dell’instabilità”, ha avvertito. 

Netanyahu: “Avremmo voluto riportare a casa Yosef e Hamza”

“A nome mio e di mia moglie, desidero esprimere il nostro profondo cordoglio per la triste notizia ricevuta oggi dalla famiglia Al-Zayadna. Abbiamo sperato e lavorato per il ritorno sicuro dei quattro membri della famiglia prigionieri di Hamas. Abbiamo restituito alla famiglia Bilal e Aisha a novembre 2023, e volevamo fare lo stesso per Yosef e Hamza”. Lo afferma in una nota il premier israeliano Benyamin Netanyahu. “Invio le mie più sentite condoglianze alla famiglia. Ringrazio le forze dell’Idf e del Shin Bet per il loro impegno deciso nel cercare di riportare a casa i nostri ostaggi. Continueremo a fare ogni sforzo per riportare tutti i nostri ostaggi a casa, vivi e morti, insieme”, ha aggiunto il primo ministro.

Blinken: “Molto vicino un accordo per la tregua a Gaza”

L’accordo su una tregua nella Striscia di Gaza è ”molto vicino”: lo ha detto a Parigi il segretario di Stato Usa, Antony Blinken.

L’Idf trova i corpi di due ostaggi di 22 e 53 anni a Gaza

L’esercito israeliano ha ritrovato a Gaza i corpi dei rapiti Yosef e Hamza Alziadna, 53 e 22 anni, rapiti vivi il 7 ottobre 2023 dal kibbutz Hulit dove lavoravano. “Ci è stato detto che sono stati trovati i corpi di Yousef e Hamza. Il nostro cuore è spezzato. Speravamo che tornassero vivi tra le braccia della famiglia, ma purtroppo sono tornati senza vita”, ha detto il fratello di Yousef. La famiglia ha raccontato che i due ostaggi sono stati tenuti insieme e trovati insieme. Lo riferiscono i media israeliani citando i familiari.

Atterrato a Ciampino l’aereo con a bordo Cecilia Sala

È atterrato allo scalo di Ciampino l’aereo che ha riportato in Italia Cecilia Sala dopo la detenzione in Iran. 

Wafa: Idf fa irruzione a Tulkarem in Cisgiordania

L’agenzia di stampa palestinese Wafa riferisce che le forze israeliane hanno fatto irruzione nella città di Tulkarem causando gravi danni alle infrastrutture e alle proprietà locali. Diversi veicoli militari sono entrati nella città dall’ingresso occidentale, dirigendosi verso la via che conduce al campo profughi, durante l’operazione l’Idf è entrato in un edificio residenziale. I residenti locali denunciano l’aggravarsi della distruzione e un clima di paura diffusa, secondo la stampa palestinese.

Media: ospedale Nasser a Gaza si ferma per mancanza di carburante

Il complesso medico Nasser di Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, ha dichiarato di essere stato costretto a sospendere i suoi servizi sanitari a causa della carenza di carburante. In una nota citata da Middle East Eye online, l’ospedale ha affermato tutti i servizi, ad eccezione della terapia intensiva e delle operazioni d’urgenza, sono sospesi, poiché le rimanenti scorte di carburante sono sufficienti solo per far funzionare un piccolo generatore per sole tre ore. L’ospedale necessita di 5.500 litri di gasolio al giorno per funzionare.

Israele, tensione tra ministro della Difesa e capo Idf Halevi

Il ministro della Difesa Israel Katz ha ordinato al capo di stato maggiore Herzi Halevi di collaborare pienamente con il revisore dello Stato nell’indagine sugli eventi del 7 ottobre 2023. Katz ha dichiarato che “l’Idf non può permettersi di sembrare un’istituzione che teme la trasparenza pubblica”. In risposta, il portavoce dell’Idf Daniel Hagari, ha respinto le accuse con una nota sottolineando che “le indagini interne sono fondamentali e devono essere condotte senza compromettere la sicurezza operativa”. Hagari ha inoltre ribadito che “le questioni devono essere risolte attraverso il dialogo diretto e non tramite i media”. Immediata la reazione di Adir Dahan, portavoce del ministro che ha attaccato Hagari, accusandolo di “oltrepassare i limiti del suo ruolo: questa volta le scuse non basteranno”, ha detto. La tensione tra Katz e Halevi, aggravata dalla crisi delle nomine nell’Idf, sta generando un clima di incertezza tra gli ufficiali e potrebbe avere conseguenze significative per i vertici militari e politici, riferiscono i media israeliani.Il ministro della Difesa Israel Katz ha ordinato al capo di stato maggiore Herzi Halevi di collaborare pienamente con il revisore dello Stato nell’indagine sugli eventi del 7 ottobre 2023. Katz ha dichiarato che “l’Idf non può permettersi di sembrare un’istituzione che teme la trasparenza pubblica”. In risposta, il portavoce dell’Idf Daniel Hagari, ha respinto le accuse con una nota sottolineando che “le indagini interne sono fondamentali e devono essere condotte senza compromettere la sicurezza operativa”. Hagari ha inoltre ribadito che “le questioni devono essere risolte attraverso il dialogo diretto e non tramite i media”. Immediata la reazione di Adir Dahan, portavoce del ministro che ha attaccato Hagari, accusandolo di “oltrepassare i limiti del suo ruolo: questa volta le scuse non basteranno”, ha detto. La tensione tra Katz e Halevi, aggravata dalla crisi delle nomine nell’Idf, sta generando un clima di incertezza tra gli ufficiali e potrebbe avere conseguenze significative per i vertici militari e politici, riferiscono i media israeliani.

Media, forze israeliane distruggono edifici nel sud del Libano

Le forze israeliane hanno bombardato oggi con l’artiglieria due edifici a Bint Jbeil, nel sud del Libano, tra cui l’abitazione del sindaco della cittadina. Poi con un carro armato Merkava hanno preso di mira anche un terzo edificio. Lo riferisce il quotidiano libanese L’Orient le Jour online. Nella regione di Marjeyoun, le forze israeliane hanno distrutto le infrastrutture di Markaba con esplosivi, scrive ancora la stessa fonte, aggiungendo infine che più ad est, nel distretto di Hasbaya, i soldati israeliani hanno aperto il fuoco con armi automatiche contro dei pastori che si trovavano alla periferia di Halta, costringendoli alla fuga. 



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