Velocità e freni politici | Corriere.it

Se sei abituato ad andare di corsa, sempre, le lentezze, le lungaggini e la burocrazia della politica nazionale e locale devono sembrarti vincoli insopportabili. Paolo Campinoti alla velocità ci è abituato, la sua Pramac ha appena portato al titolo mondiale della MotoGp lo spagnolo Jorge Martin, ma pure con la politica industriale qualche contatto deve avercelo, visto che in passato è stato presidente di Confindustria Toscana Sud.

E sul piano dei rifiuti, e non solo su quello, presentato dalla Regione Toscana, non ci è andato leggero: «Non voglio addossare la colpa al povero Giani, ma mi dica un’opera realizzata negli ultimi 15 anni dalla Toscana». E no, ha ragione, non è solo colpa di Eugenio Giani, che a Palazzo Panciatichi dimora solo dal 2020, però che la politica non si stia dando una mossa è un fatto.

Politica locale e nazionale, appunto, perché non sarà solo colpa di Giani se la Tirrenica rimane una chimera, la FiPiLi un buco (nero) dove viaggiare è più pericoloso che gareggiare a 300 all’ora nel Motomondiale, se Peretola non decolla, se il ministero delle Infrastrutture è totalmente focalizzato su un ponte sul futuro, ma qualche responsabilità dovrà pure avercela il governatore se, come ancora sostiene Campinoti, non si decide mai e «una non decisione è sempre un errore, in politica come nelle aziende». Dice il saggio: in politica nel primo mandato si lavora per farsi rieleggere, nel secondo si comincia a governare.

Con le elezioni alle porte, con una candidatura che deve essere ancora ufficializzata, il concetto è quanto mai d’attualità. Ed è per questo, forse, che qualsiasi decisione venga presa, inevitabilmente prevede tanti passi avanti quanti passi indietro con il risultato di lasciare tutto come sta. Non decisioni, per dirla con Campinoti. Bene la legge sui rifiuti, 50 milioni di investimenti non sono uno scherzo. Però dove fare gli impianti non lo deciderà la Regione: cari privati, proponete voi, localizzazione e infrastrutture. E intanto, per 27 dei 39 impianti previsti, non è stata posata ancora la prima pietra. Stesso concetto utilizzato per le rinnovabili.

Tema Toscana Strade: il 2025 sarà l’anno, il proclama di Giani. Sì, ma con o senza pedaggio per la FiPiLi? Lui vorrebbe, i compagni d’avventura molto meno, e intanto non si procede: aspettiamo il voto, è il non detto, non indisponiamo gli elettori, una volta rieletti si vedrà. La legge regionale sugli affitti brevi turistici è un unicum di cui Giani va giustamente orgoglioso, averla però spuntata togliendole il tetto delle notti l’ha resa sì meno attaccabile ma anche meno efficace.

Quanto alle infrastrutture, per questo rivolgersi a Roma, ad Anas, a Rfi: i lavori per l’alta velocità proseguono, gli spostamenti all’interno della regione sono un dramma, e poi ti chiedi perché le piccole e medie aziende toscane se ne vanno altrove e quelle di fuori trovano la Toscana scarsamente interessante. Basta vedere la cartina delle Zone logistiche semplificate per capire come interi territori offrano attrattività zero per aziende che vogliano sbarcare (letteralmente) nella nostra regione. Ancora Campinoti: «Tutte le infrastrutture, anche quelle per lo smaltimento dei rifiuti, incidono sulla competitività di un territorio e delle sue imprese». In negativo, quando non ci sono.

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