Gilda degli Insegnanti – Sindacato

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Questo primo numero del nuovo anno di “Professione docente”si apre con una buona notizia, anzi ottima. La Corte costituzionale con il suo verdetto ha “smontato”l’ossatura della legge Calderoli sull’Autonomia differenziata. Intanto, la Cassazione ha dato il via libera al quesito, che dovrà affrontare tra un mese il vaglio di ammissibilità davanti alla Corte costituzionale. Grande soddisfazione ma non esultazione, il percorso è a metà del guado, restano ancora due tappe decisive: il quorum da raggiungere e il voto di consenso dei cittadini. Tappe che richiedono un impegno rinnovato e rinforzato della nostra Associazione che non si tirerà indietro come sempre e di tutti noi, come cittadini-insegnanti.

Sugli aspetti tecnico-politici della sentenza, a pag. 8-9 -1: Francesco Pallante e Marino Calamo Specchia, due autorevoli costituzionalisti, l’uno La Corte costituzionale affossa la legge Calderoli; l’altra “Il nodo dell’autonomia differenziata: i LEP come “rete di protezione”per garantire l’uguaglianza sostanziale tra i cittadini e i territori.

L’altra notizia, diremmo neutrale ma assai significativa, riguarda il rinnovo della cariche di RSU nelle scuole e quindi le relative elezioni. Ormai è noto quanto queste siano importanti perché lì viene calcolata la rappresentatività delle sigle sindacali, cioè la possibilità o meno di partecipare ai tavoli delle trattative in cui si discute, si votano i consensi e i dissensi sulle norme in discussione. Siamo sicuri che qualcuno sosterrà la totale insignificanza delle RSU, anzi l’inutilità. Ricordiamo che i sindacati e i partiti sono le figure intermedie, le cinghie di trasmissione tra i poteri alti e i cittadini, senza queste figure la democrazia sarebbe monca, non ci sarebbero sistemi di difesa. Le RSU, nel loro piccolo spazio, presidiano il territorio delle scuole, sono a disposizione dei docenti, e vigilano sul rispetto delle regole. La norma che misura la rappresentatività sui voti delle singole scuole è iniqua perché si basa solo sulle liste presentate e la possibilità di presentare liste è legata alla consistenza e all’organizzazione dei sindacati. La Gilda si è fatta da sola negli anni, con la volontà e la fiducia dei suoi dirigenti e dei suoi iscritti, perciò, anche questa volta, si rivolge alle docenti e ai docenti e li invita a candidarsi, in modo che, in ogni scuola, vi siano candidati della Gilda. Molti sono i motivi che dovrebbero convincerli, primi fra tutti i principi enunciati nel suo programma politico dal coordinatore nazionale Vito Carlo Castellana, pag. 5 e poi nel volantino di pag. 24, Candìdati con la Gilda.

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Ancora la Scuola, ormai legno storto, difficile da raddrizzare se non vi sono conoscenza dei buchi neri e volontà di reazione da parte dei docenti e il nostro giornale a questo si dedica ogni numero.

Sul tema si trovano diversi articoli: Enzo Scandurra, Nelle scuole e nell’Università non c’è più tempo per riflettere, pagg.14-15; Piero Morpurgo, l’amor mundi di Hannah Arendt e Alberto Manzi:La scuola è liberazione, pagg.16-17, originale e stimolante paragone tra due figure che, in forme diverse, si sono occupate di istruzione; Giovanni Carosotti, pag.18, Una pedagogia tecnocratica, incapace di affrontare il disagio.

Intelligenza artificiale, bisogna continuare a parlarne e noi lo facciamo, con il testo di Manfred Spitzer, Intelligenza artificiale, accuratamente recensito da Gianluigi Dotti, Spitzer per imparare bisogna studiare, pagg.12-13 e con l’analisi di Giuseppe Candido sulla sedicente sperimentazione del ministro Valditara, Sperimentali ma non troppo, pag.11.

Il tema dell’importanza dell’istruzione per la rinascita delle nazioni: chi vuole rinascere e chi vuole affondare.

Gianfranco Meloni, Come affondano le nazioni, su quali nazioni puntano alla rinascita e quali ad una lenta morte, pagg.20-21; Antonio Massariolo, Il grande problema della povertà educativa, pag. 19; Patrizia Basili, pag.6 Misurare ciò che è misurabile sui risultati internazionali dell’indagine OCSE- PISA e Mario Pomini, La scuola di Trump, pag.7; Marco Morini, Trump e l’istruzione pessime previsioni attendibili, pag.22.

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