Martina, sono tre gli anziani truffati: in 4 finiscono ai domiciliari, anche carabiniere e avvocato

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Con il denaro ottenuto da tre persone anziane, il carabiniere Antonio Spinelli 41enne in servizio alla stazione di Martina Franca, era riuscito a estinguere i mutui, i prestiti, la cessione del quinto, aveva ripianato il fido dell’American Express e acquistato nuovi arredamenti e un persino box. Tra giugno 2023 e agosto 2023 aveva disposto bonifici per oltre 170mila euro. Denaro che secondo il pubblico ministero Marzia Castiglia che ha chiesto e ottenuto per lui e la moglie, Antonella Goffredo, gli arresti domiciliari, sono stati sottratti a una coppia che si era offerta di di aiutarli a superare un brutto momento economico e un anziano con disabilità fisiche che viveva abbandonato in trullo nell’agro di Ostuni nel Brindisino. Quest’ultimo, stando a quanto si legge nelle 98 pagine firmate dal gip Alessandra Rita Romano, viveva vestito di cenci sporchi e maleodoranti e deceduto alcune settimane fa nelle stesse terribili condizioni, spiega il gip Romano, in cui ha trascorso gli ultimi anni di vita, nel più totale abbandono e in una inaccettabile situazione di degrado.

Agli arresti domiciliari sono finite altre due persone: l’avvocato Fernando Rinaldi di Martina Franca, accusato di circonvenzione di incapace e infedele patrocino, e Natale Carbotti, vicino di casa dell’anziano.

Tutto comincia diversi anni fa quando l’anziano che aveva accumulato i risparmi decide di investirli, ma perde buona parte del denaro e avvia una causa contro la banca: in primo grado l’uomo ottiene un risarcimento di circa 200mila euro. Il suo legale di allora, l’avvocato Rinaldi, chiede una parcella elevata che l’uomo non vuole pagare e così il professionista si rivolge al tribunale che gli riconosce la parcella richiesta e obbliga l’anziano a pagare. Così avviene e i rapporti tra la vittima e il legale si interrompono. La banca, versa la somma all’anziano, ma presenta ricorso e in secondo e terzo grado vince: l’anziano deve quindi restituire quel denaro all’istituto. Ed è in questo momento che secondo quanto ricostruito dai carabinieri della sezione di Polizia giudiziaria della Procura ionica, che interviene il brigadiere Spinelli. Secondo quanto emerso dalle indagini, quest’ultimo in accordo con sua moglie, l’avvocato Rinaldi e Carbotti, convincono l’anziano a trasferire la somma di 184mila euro sul conto corrente del militare per evitare il pignoramento. Ed è ciò che avviene, ma nessuno degli indagati immagina che il direttore della filiale segnalerà quella operazione come sospetta dando il via all’inchiesta.

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L’avvio di intercettazioni telefoniche porta subito alla luce la fitta rete di contatti che esiste tra i tre. E gli accertamenti sui conti correnti compiuti dalla Guardia di finanza, mostra come il carabiniere in pochi mesi abbia saldato tutti i debiti. Ma in quei giorni, l’anziano comincia a chiedere la restituzione del denaro senza mai riuscirci. La vittima, spiega il magistrato, perdeva definitivamente tutto il suo denaro, poiché, contrariamente a quanto da lui immaginato (e verosimilmente anche infrangendo l’accordo con i complici Rinaldi e Carbotti), Sprinelli – scrive il giudice – nel giro di circa tre mesi, impiegava l’intera somma per provvedere a proprie necessità. Non solo. All’avvocato Rinaldi viene inoltre contestato di aver assunto alcuni mesi fa nuovamente la difesa della vittima, ma di non aver fatto nulla per opporsi al pignoramento avviato dalla banca sugli immobili dell’uomo.

Nel corso delle indagini, il pm Castiglia e gli investigatori della procura hanno condotto interrogatori a tappeto: in diversi casi i soggetti coinvolti hanno fornito versioni che poco dopo sono state smentite da quanto gli inquirenti hanno recuperato nei loro telefoni. E proprio quella raffica di interrogatori, a un certo, punto, è giunta alle orecchie di Spinelli: il militare ha capito che intorno a lui il cerchio si strìava stringendo. Ha cercato di capire cosa stesse accadendo e quando sì reso conto della portata della vicenda, ignaro di essere ascoltato dai suoi colleghi, si è lasciato andato al terribile presagio: «Prepariamoci alI’inferno!». Quell’inferno si è presentato ieri mattina alla sua porta: nell’ordinanza gli vengono contestati i reati di circonvenzione di incapace, autoriciclaggio e persino violenza privata per le pressioni fatte sui dipendenti della banca affinchè eseguissero quel cospicuo bonifico in tempi rapidi. Ma il pm Castiglia, come detto, ha contestato anche l’accusa di truffa ai danni di altri due anziani: da loro, insieme con la consorte, avrebbero ottenuto un prestito di 20 mila euro per superare le difficoltà economiche che tuttavia non c’erano perchè proprio negli stessi giorni sul loro conto corrente erano arrivati i soldi dell’anziano.

Nei prossimi giorni, accompagnati dai loro difensori tra i quali gli avvocati Gaetano Vitale e Francesco Zaccaria, gli arrestati dovranno comparire dinanzi al gip Romano per l’interrogatorio di garanzia: in quell’occasione potranno decidere se fornire la propria versione dei fatti oppure avvalersi della facoltà di non rispondere.



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