Tesla, batterie industriali per le rinnovabili: l’altro fronte italiano di Elon Musk

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di
Francesco Bertolino

La società cerca un manager per vendere i sistemi di accumulo di energia sul mercato italiano e spagnolo. L’asta da due miliardi di Terna e i rivali cinesi

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Le grandi batterie prima dei satelliti: mentre infuria il dibattito sui satelliti di Starlink, un’altra impresa di Elon Musk si sta attrezzando per lanciare una campagna commerciale in Italia. 

La ricerca di un manager

Tesla è alla ricerca di un manager per guidare lo sviluppo sui mercati italiano e spagnolo di Megapack, Powerwall e Autobidder. Sotto questi nomi «immaginifici» si nascondono le attività della casa texana nel settore energetico. Oltre che vetture elettriche, infatti, Tesla produce anche batterie per l’uso domestico (Powerwall) e industriale (Megapack), nonché una piattaforma software per gestire con profitto gli scambi fra i sistemi di accumulo e la rete elettrica (Autobidder). Il manager prescelto avrà «il ruolo strategico» di far crescere questi prodotti e di gestire i rapporti con istituzioni legislative e regolamentari «dando forma e influenzando la cornice politica, regolamentare e fiscale per sostenere la missione di Tesla Energy in Spagna e in Italia».




















































La crescita delle batterie

Fra gennaio e settembre del 2024 le vendite dei servizi energetici hanno fruttato all’azienda circa 7,2 miliardi di dollari di ricavi, con un aumento del 56% rispetto al 2023. «Il business delle batterie si sta espandendo a macchia d’olio», ha commentato poco tempo fa Musk, «le opportunità nel futuro sono enormi». Megapack sta stringendo molti contratti negli Stati Uniti per fornire alla compagnie energetiche grandi batterie per accumulare l’energia solare ed eolica e rilasciarla nei momenti di picco di domanda. In Europa, riferiscono fonti di settore, Tesla sta collaborando con la multinazionale danese Ørsted, con l’azienda olandese Eneco. In Italia, invece, i dialoghi con le utility attive sul territorio sarebbero ancora in fase preliminare, ma il nuovo manager avrà fra gli altri il compito cementare le relazioni con «i partner industriali e le associazioni di categoria».

La gara di Terna

D’altra parte, entro agosto Terna dovrebbe bandire la prima asta per acquisire capacità di stoccaggio, con un valore stimato in circa 2 miliardi e una data di consegna per gli impianti attesa nel 2028. Dovrebbero seguirne altre negli anni successivi, di pari passo con l’aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili appunto non programmabili. Gli aggiudicatari della gara dovranno poi scegliere il fornitore delle giga-batterie industriali ed è qui che i Megapack di Tesla potrebbero entrare in gioco.

I fornitori cinesi

Fatta eccezione per la tedesca Siemens, le alternative sono quasi tutte asiatiche (Samsung, Nidec, Lg). A dominare l’industria sono però ancora una volta i produttori cinesi: il colosso Catl in testa, con una quota di mercato vicina al 40%, seguita da Byd, grande rivale di Tesla anche nell’auto elettrica. Le giga-batterie di Musk potrebbero spezzare questo oligopolio? Fino a un certo punto: a fornire una porzione significativa dei componenti dei Megapack di Tesla sono proprio Catl e Byd.

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