Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori, racconta la situazione drammatica che riguarda molte persone.
Roma – In Italia due milioni di famiglie, l’equivalente dell’intera popolazione del Veneto, non possono permettersi quello che per molti di noi è scontato: il calore in inverno, il fresco in estate, la luce per studiare la sera. A parlare della povertà energetica è Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori. Eurostat la definisce come l’impossibilità di procurarsi un paniere minimo di servizi energetici. In parole povere: non poter accendere il riscaldamento quando fa freddo, non poter usare l’aria condizionata quando l’afa ti toglie il respiro, dover razionare l’uso degli elettrodomestici”.
“Non è - avverte Dona – solo un problema di chi vive in condizioni di povertà assoluta. La crisi energetica degli ultimi due anni ha creato una nuova categoria di vulnerabili: famiglie che fino a ieri vivevano una vita dignitosa e che oggi si trovano a dover scegliere quali bollette pagare. I numeri parlano chiaro: nel 2022, la spesa energetica media delle famiglie italiane è schizzata a 1.915 euro, 500 euro in più rispetto all’anno precedente. Un aumento del 32% che ha messo in ginocchio migliaia di famiglie”.
“C’è poi un aspetto – spiega Dona – di cui si parla troppo poco: l’educazione finanziaria ed energetica. Molte famiglie non sanno come leggere una bolletta, non conoscono la differenza tra mercato libero, Servizio di tutela per la vulnerabilità e Stg-servizio a tutele graduali (che hanno i mercati tutelati per gas e luce terminati rispettivamente a gennaio e luglio 2024) e tutelato, non capiscono come scegliere il fornitore più conveniente. Non si tratta solo di avere i soldi per pagare le bollette, ma di avere gli strumenti per fare scelte consapevoli. Saper gestire il proprio budget energetico, conoscere i propri diritti e gli aiuti disponibili può fare la differenza tra restare a galla o sprofondare nella povertà energetica”.
Ecco che allora tornano i bonus sociali, ossia gli aiuti del governo per la riduzione delle spese per le utenze essenziali, destinate alle famiglie in difficoltà economica e fisica. E tornano con i requisiti di accesso degli anni passati. L’anno scorso erano state invece depotenziate. Valgono per 12 mesi e includono sconti per elettricità, gas e acqua. Sono calcolati in base al consumo medio e alla composizione del nucleo familiare. Ma quali sono i requisiti per ottenere i bonus? Sul sito di Arera, l’autorità per l’energia, si legge che il cittadino ne ha diritto se l’Isee non è superiore a 9.530 euro per famiglie con massimo 3 figli a carico e se non è superiore a 20.000 euro per le famiglie numerose con almeno 4 figli a carico.
De resto proprio Arera ha comunicato che nel primo trimestre del 2025, la bolletta elettrica per il ‘cliente tipo’ vulnerabile servito in Maggior Tutela aumenterà del 18,2%. In un comunicato si è precisato che “nonostante gli aumenti, la spesa annuale per l’utente tipo vulnerabile in regime di Maggior Tutela si attesterà a 523 euro nel periodo compreso tra il 1° aprile 2024 e il 31 marzo 2025. Tale valore rimane inferiore del 2,1% rispetto ai 534 euro registrati nel periodo precedente (1° aprile 2023 – 31 marzo 2024)”.
Il servizio di Maggior Tutela serve circa 3,4 milioni di clienti. Tutti coloro che sono vulnerabili, anche quelli attualmente nel mercato libero, hanno il diritto di passare alla Maggior Tutela. Si tratta di cittadini di oltre 75 anni, percettori di bonus sociale, soggetti disabili, residenti in moduli abitativi di emergenza o in isole minori, utilizzatori di apparecchiature salva-vita. Se il cliente non risulta già identificato come vulnerabile, dovrà attestare la propria condizione compilando un modulo di autocertificazione. Vulnerabili e fragili, considerando questi ultimi come coloro che versano in condizioni di particolare disagio economico e fisico.
A preoccupare di più tra la crisi determinata dal conflitto Russia-Ucraina e l’aumento dei prezzi è il gas. Il valore del bonus sociale gas viene quantificato dall’Autorità e varia da mese a mese: lo sconto che le famiglie trovano in bolletta è diverso a seconda della stagione in cui viene riconosciuto. Ogni tre mesi il valore del bonus gas cambia: è più alto nel periodo invernale in cui si consuma più gas e più basso nei mesi estivi in cui il consumo è minore. In questo modo le fatture invernali diventano più “leggere”.
Il valore del bonus sociale gas dipende da alcuni fattori. Si va dal numero di componenti del nucleo familiare all’uso che si fa del gas (acqua calda sanitaria e/o cottura cibi, uso riscaldamento, oppure entrambi i tipi di utilizzo); fino alla zona climatica in cui è localizzata la fornitura. Nel caso della fornitura diretta, il bonus viene riconosciuto in bolletta dopo 3-4 mesi circa dalla data di attestazione Isee. Questi tempi sono determinati dalle varie fasi del processo che servono a verificare il diritto all’agevolazione e alla successiva erogazione del bonus. Nel caso invece della fornitura centralizzata è necessario che il cittadino invii il codice Pdr affinché il sistema informativo integrato, possa cercare la fornitura condominiale.
La situazione è drammatica e i dati impietosi, come emerso dal 36° rapporto Italia dell’Eurispes. Poco più di un italiano su quattro riesce a risparmiare (28,3%) mentre il 36,8% attinge ai risparmi per arrivare a fine mese. Il 57,4% arriva a fine mese con difficoltà. Bollette (33,1%) e affitto (45,5%) mettono in difficoltà molte famiglie, seguono le rate del mutuo (32,1%) e le spese mediche (28,3%). Per far quadrare i conti, in molti sono costretti a chiedere aiuto alla famiglia di origine (32,1%), oppure a ricorrere all’acquisto a rate (42,7%). Quasi tre italiani su 10 (il 28,3%) rinunciano anche a cure, interventi dentistici o controlli medici.
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