Napoli, la Cgil come il padrone: imposto part time ciclico e demansionato operatore del Centro Assistenza Fiscale. Nuova udienza in Tribunale

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S.C, 43 anni è alle dipendenze del Caf dopo aver prestato la propria attività lavorativa per sette anni alle dipendenze della So.ge.ser, una società posta in liquidazione di proprietà di varie organizzazioni sindacali territoriali e di categoria

La Cgil vuole abolire il Jobs Act e le leggi che legittimano precarietà, sfruttamento, lavoro povero ma alcune strutture territoriali si comportano come padroni delle ferriere. Un operatore ha portato il Caf Cgil Campania in Tribunale: “sono stato demansionato, mi hanno imposto di firmare un verbale di conciliazione farlocco e un contratto part-time ciclico” – dichiara S.C difeso dall’avvocato giuslavorista Giuliana Quattromini

Un’altra udienza si terrà il prossimo 21 gennaio alla Terza Sezione Lavoro del Tribunale di Napoli, giudice Paolo Coppola.  

S.C, 43 anni, è alle dipendenze del Caf Cgil Campania Srl dal 27 febbraio 2015, dopo aver prestato la propria attività lavorativa per sette anni alle dipendenze della So.ge.ser, una società posta in liquidazione di proprietà di varie organizzazioni sindacali territoriali e di categoria della Cgil che svolgeva le medesime attività del Caaf.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Insieme ad altri colleghi fui costretto a sottoscrivere – pena il licenziamento –  un verbale di conciliazione all’ufficio del lavoro con cui chiudevamo il rapporto con la So.Ge.Ser e passavamo senza soluzione di continuità alle dipendenze del Caaf Cgil Campania – spiega S.C – a seguito della sottoscrizione di quel verbale ho subito azzeramento dell’anzianità di servizio, degli scatti, oltre ad una sostanziale dequalificazione con attribuzione di un livello di inquadramento dal 4 scendeva al 5 del CCNl terziario“.

In pratica, S.C e gli altri colleghi di lavoro subivano un’illegittima retrocessione venendo inquadrati in un livello inferiore a quello da loro precedentemente conseguito con corrispondente decurtazione della retribuzione.

“Più volte, insieme ai miei colleghi abbiamo chiesto incontri ai vertici dell’organizzazione per discutere delle precarie condizioni lavorative dovute all’azzeramento dell’anzianità di servizio, soprattutto il tipo di contratto, il part time ciclico che prevede una prestazione lavorativa limitata ad alcuni periodi dell’anno – sottolinea S.C – mentre negli altri periodi il rapporto resta sospeso non maturando nessun diritto nè normativo nè retributivo e quindi neppure l’anzianità di servizio. In pratica viene in rilievo esclusivamente l’esigenza aziendale”.

Con il termine part time “ciclico” si intende un regime di prestazione dell’attività lavorativa organizzato in modo verticale, per il quale il lavoratore svolge la prestazione lavorativa solo in alcuni giorni, settimane, mesi o periodi dell’anno.

In Italia, più della metà dei 4 milioni e 203 mila lavoratori e lavoratrici part-time rilevati dall’Istat nel 2022, il 56,2%, non ha scelto questa forma contrattuale ma l’ha accettata o subita per necessità o per assenza di altre possibilità, ovvero è in una condizione di part-time involontario. Ormai è noto che sempre più lavoro è precario e mal retribuito, e non è sufficiente a uscire da una condizione di povertà. In questo quadro anche il part-time da strumento di conciliazione di vita e di lavoro, rischia di diventare uno strumento di ulteriore precarizzazione, soprattutto quando viene imposto e non è una scelta del lavoratore.

Dunque, la Cgil raccoglie le firme per indire quattro referendum per abolire il Jobs Act e poi impone ai suoi dipendenti le normative previste dalla stessa legge che vuole cancellare oltre ai soliti verbali di conciliazione, alimentando danni economici rilevanti e devastanti.

Continuiamo a formulare alcune domande semplici semplici. Domande che sorgono spontanee. Il segretario regionale della Cgil campana e napoletana, Nicola Ricci  sempre pronti a rilasciare interviste e a diffondere dichiarazioni in difesa dei diritti collettivi contro ogni forma di precarietà, perchè non assume iniziative adeguate per individuare soluzioni in favore del dipendente Caf proponendo una dignitosa mediazione? Si continua a predicare bene e a razzolare male? Un minimo di coerenza non guasta. Suvvia.

CiCre

Assistenza per i sovraindebitati

Saldo e stralcio

 



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