Vicenza, la grande fuga dal centro. «Colpa di affitti alle stelle».

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Conto e carta

difficile da pignorare

 


LA CRISI

Prezzi più cari di Padova. «I giovani fanno fatica anche a trovare qualcuno disposto ad affittarti il negozio»

Microcredito

per le aziende

 






Uno dei tanti immobili a uso commerciale sfitti lungo corso Palladio, la via più cara del centro storico FOTO ARNALDI




Uno dei tanti immobili a uso commerciale sfitti lungo corso Palladio, la via più cara del centro storico FOTO ARNALDI



Uno dei tanti immobili a uso commerciale sfitti lungo corso Palladio, la via più cara del centro storico FOTO ARNALDI

Le serrande abbassate, in centro storico, si moltiplicano. Chiudono le piccole botteghe tanto quanto le grandi catene (ultimi Kasanova e Geox). Il problema, a quanto pare, è per tutti lo stesso: i canoni di locazione sono troppo alti, è difficile mantenere un negozio aperto ed è quasi impossibile, per un giovane imprenditore, sostenere le spese di avvio. 

Ma quanto sono alti, esattamente, i canoni di affitto?

Il problema maggiore riguarda corso Palladio. Il civico 94 è proposto a 65 euro al metro quadro, per un totale, visti i suoi 100 metri quadri, di 6.500 euro al mese. I negozi all’interno della piazzetta adiacente al numero 157 (anche quello sfitto), partono da un minimo di 4.500 euro al mese. Un po’ più basso il canone di locazione del civico 122 (che però è sfitto da diverso tempo): 3.100 euro per un locale da 70 metri quadri di negozio e 55 di magazzino interrato; quindi quasi 25 euro al metro quadro. Segue contra’ Muscheria, quasi un caso, viste le sue quattro vetrine buie in meno di 100 metri. Al civico 21, 95 metri quadri di negozio e 40 di magazzino vengono affittati a 2.500 euro al mese. Più di 18 euro al metro quadro.

Poco più avanti, in contra’ Garibaldi 18, 100 metri quadri vengono invece affittati a 2.300 euro al mese, quindi 23 euro al metro quadro. In piazza dei Signori l’affitto del numero 51 sembra invece tra i più abbordabili: “solo” 800 euro al mese. Il locale, però, è di appena 30 metri quadri, quindi il canone è di più di 26 euro al metro quadro. In contra’ Do Rode 5, invece, c’è l’affitto più basso: 800 euro al mese per 55 metri quadri di negozio e altrettanti di magazzino; quindi 7,27 euro al metro quadro. 

Assistenza per i sovraindebitati

Saldo e stralcio

 

Più cara Vicenza di Padova

Per dare un’idea, di media, costa di più affittare un negozio in centro a Vicenza piuttosto che in centro a Padova, a pochi passi da grandi marchi come Prada e Louis Vuitton. Un locale commerciale dietro al Duomo della città del Santo viene affittato a 24 euro al metro quadro e uno in via Eremitani a 41 euro. Chi lavora da anni nelle imprese immobiliari vicentine questo problema lo conosce molto bene.

«È un cane che si morde la coda – spiega Germano Coronella, titolare dell’agenzia immobiliare Agenzia Vicenza -. Sento molto spesso proprietari che applicano canoni d’affitto molto alti perché sono rimasti scottati da esperienze negative passate, come affittuari che hanno improvvisamente smesso di pagare. Per questo sono molto esigenti nella scelta, preferiscono avere il locale sfitto che correre dei rischi. Allo stesso tempo il centro è in grossa crisi, gli imprenditori, soprattutto se giovani, fanno fatica non solo ad aprire, ma anche a sostenere le spese del negozio, soprattutto se i canoni d’affitto sono alti, e quindi sono costretti a chiudere».

A pagare lo scotto sono soprattutto i più giovani che vogliono mettersi in proprio. «Personalmente sono stato fortunato a trovare il locale dove sono ora – racconta Nicola Rizzi, titolare del negozio d’abbigliamento 1994, in contra’ Do Rode – ma mentre ero alla ricerca di uno spazio mi sono reso conto che la situazione è tragica. L’imprenditoria giovanile è frenata non solo dai canoni d’affitto, ma anche dalla difficoltà a trovare qualcuno disposto ad affittarti il negozio. Molti pretendono che la tua attività abbia uno storico alle spalle che, se sei un giovane che si sta mettendo in proprio, materialmente non puoi avere». 

Non si possono imporre dei limiti ai canoni d’affitto

Si possono però introdurre delle iniziative volte ad agevolare il loro abbassamento, come intende fare il Comune (vedi a lato). Quello che farebbe la differenza, secondo Nicola Piccolo, presidente di Confcommercio Vicenza, sarebbe l’introduzione della cedolare secca sugli immobili commerciali al 20%, iniziativa a lungo richiesta al governo ma che tarda ad arrivare. «L’Imu che viene pagata dai proprietari – spiega Piccolo – di solito si aggira intorno al 43%. Se io impongo un affitto di mille euro, 430 euro sono di Imu. La cedolare secca permetterebbe di abbassare notevolmente l’imposta, e di conseguenza le spese dei proprietari, che così sarebbero maggiormente disposti ad abbassare le locazioni».

Segnali positivi

La situazione, aggiunge Piccolo, è comunque in lento miglioramento: «I prezzi delle locazioni, negli ultimi anni, si stanno lentamente abbassando. Corso Palladio rimane il “punto caldo” del centro, ma sembra che la situazione si stia smuovendo, sia da parte dei proprietari che da parte degli imprenditori. Bisogna considerare anche che gli stessi consumatori stanno cambiando, e di conseguenza sta cambiando anche il commercio. Dai nostri studi più recenti emerge che le persone oggi spendono di più in ciò che riguarda cura della persona e convivialità, quindi realtà come bar e ristoranti soffrono molto meno la crisi del centro storico rispetto ad attività commerciali più “tradizionali”, come quelle dell’abbigliamento». 





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