“Provincia ricca, crescono truffe e furti”

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“Come immaginavo prima di arrivare, questa è una provincia ricca e attira l’attacco ai patrimoni. I fronti principali del nostro intervento sono furti e truffe, in aumento purtroppo. E poi la violenza di genere, che si registra in tutta Italia”. Il colonnello Raffaele Ruocco, da settembre al comando dell’Arma, traccia il quadro della sicurezza. Senza allarmismi, “perché la provincia è salita nella classifica sulla qualità della vita”, ma tenendo la guardia alta.

Colonnello Ruocco, nelle ultime settimane sembra si sia registrato un aumento dei furti in abitazione.

“Purtroppo sì. In particolare alcuni piccoli Comuni nell’entroterra hanno chiesto la convocazione di un comitato per l’ordine e la sicurezza in prefettura, per discutere di questa emergenza. Le Compagnie carabinieri di Tolentino e Camerino hanno incrementato i servizi. Sembra che i piccoli paesi siano a maggior rischio di consumazione dei reati predatori. Comunque tutti i comandi hanno predisposto servizi periodici a largo raggio, con l’impiego contestuale di più pattuglie, soprattutto nella fascia serale e notturna. Lo abbiamo fatto e continueremo a farlo”.

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Si tratta sempre di bande di pendolari?

“Da quanto sappiamo, i ladri non sono del luogo. Le auto che usano sono rubate o noleggiate, in particolare nel basso Lazio o in Campania”.

Sempre tra i reati predatori, resta pesante il numero delle truffe, e spesso con vittime gli anziani.

“Grazie alla nostra collocazione capillare nel territorio riusciamo a intercettare in alcuni casi gli autori. Ma il fenomeno è preoccupante. Oltre agli incontri nelle parrocchie e nei circoli, nel periodo natalizio abbiamo sperimentato un’altra iniziativa: un messaggio di 90 secondi diffuso nei supermercati via radio, unito a un volantino, per mettere in guardia quante più persone possibile. Stiamo valutando anche ulteriori iniziative con gli imprenditori del territorio, per una campagna informativa capillare. Colgo l’occasione per ribadire che i carabinieri non chiedono soldi, non si presentano a casa per ricevere contanti o gioielli, non possono fermare un procedimento penale in cambio di un pagamento. Chiunque abbia dubbi, non deve esitare a chiamare il 112. Una risposta da parte nostra c’è, siamo riusciti ad arrestare alcuni truffatori e qualcuno inizia a non cadere nei tranelli grazie alle nostre campagne. Ma questo resta un nostro impegno importante”.

Come procedono le indagini sul fronte dello spaccio?

“L’azione di contrasto alla droga è aumentata, sia con gli arresti che con i sequestri. Il dato sull’eroina, trovata in quantitativi più ridotti rispetto al passato, è dovuto probabilmente al fatto che oggi si va alla ricerca di stupefacenti che fanno rimanere sociali; l’eroina invece impedisce questa possibilità. Vanno di più altri tipi di sostanze, altrettanto pericolose, con un impatto non immediato ma a lungo termine sulla socialità”.

Come funziona oggi lo spaccio in provincia?

“Spesso è in mano a italiani di seconda generazione. La provincia riceve gli stupefacenti, qui ci sono solo le parti finali del mercato. Non ci sono piazze di spaccio, zone più frequentate da spacciatori e tossicodipendenti, sembra che ormai le cessioni avvengano per lo più dopo contatti tramite i social, canali più difficili da intercettare”.

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Un capitolo a parte in materia di sicurezza merita la costa, Civitanova in particolare.

“C’è grande attenzione del comitato per l’ordine e la sicurezza in prefettura su Civitanova. Sono stati attivati diversi livelli di intervento, da parte delle tre forze dell’ordine e anche con il Comune, per la sicurezza nel fine settimana in centro e di notte vicino ai locali. In più c’è attenzione per gli ultimi eventi, come l’incendio dello chalet Antonio, su cui le indagini sono in corso senza escludere alcuna pista”.

Un altro fenomeno che preoccupa è la violenza di genere. Come è la situazione in provincia?

“Anche questo purtroppo è uno dei fenomeni in aumento: si verificano più eventi e c’è anche una maggiore sensibilità per effetto delle campagne che incentivano le vittime alla denuncia. Gli interventi nel settore sono incrementati. Assistiamo la vittima nella denuncia, e con la procura valutiamo l’allontanamento del denunciato e la collocazione della vittima in una struttura protetta. Se l’allontanamento non basta si arriva al braccialetto elettronico”.



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