TRANSIZIONE SOSTENIBILE? NON SULLA PELLE DEI LAVORATORI

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Morto un tecnico 19 enne alla Frigo Caserta di Gricignano. Un subappalto assassino.

L’ennesimo incidente mortale attribuibile ai refrigeranti “naturali”. 

Forse (!) è il caso di fermarsi (anche qui) e guardare pragmaticamente al vero impatto della refrigerazione nel contesto di una reale sostenibilità, che non è certamente quella legata al GWP.

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Tra la fine anno (31 dicembre) e ieri, ben due morti sul lavoro a Gricignano d’Aversa, e ci affidiamo alle parole di un dipendente storico della Frigo Caserta, l’azienda di logistica del freddo luogo della tragedia per riassumere la tragedia: «Lavoro qui da tanti anni e non era successo mai niente, adesso in pochi giorni, due morti, sembra davvero una bestemmia»:

Un operaio 19enne, Patrizio Spasiano, è morto nell’azienda di conservazione e distribuzione alimentare, deceduto per una fuoriuscita di ammoniaca dai circuiti del ciclo produttivo. (Il Sole 24 ORE). Lo scorso 31 dicembre, un altro operaio, Pompeo Mezzacapo, era rimasto schiacciato da un muletto e ieri si è consumata una nuova tragedia. (ilmattino.it). Due delle tanti morti bianche che affliggono il Belpaese.

Ci è venuta gran pena per la News sul sito web della Frigo Caserta in cui magnifica la manutenzione, una manutenzione non certo orientata alla sicurezza ed alle buone pratiche ESG (si trattava di impianti ad ammoniaca), ma una “manutenzione […] per disporre di apparecchiature pienamente efficienti” per “assicurare tanto alle aziende produttrici quanto ai consumatori finali di ogni prodotto le più alte garanzie possibili di freschezza, sapore e genuinità“. Non una parola sulla sicurezza, ma solo controlli olio, pulizia, guarnizioni, … L’importante è (ed anche qui dovremmo riflettere ancora) genericamente “procedere ad un controllo accurato” per “tenere conto delle specifiche indicazioni suggerite dal produttore della cella“. Del “produttore della cella”, che si confonde con quello degli impianti. Le celle industriali sono spesso oggetto di appalti nel settore civile che relegano gli impianti a fiorniture di Serie B. 

Di fronte alla morte di un ragazzo di 19 anni, che si stava avvicinando al nostro mondo (e tutti sappiamo quanto ne avremmo bisogno) e’ d’obbligo fermarsi e riflettere

Per prima cosa nei confronti della famiglia, poi delle imprese coinvolte, poi delle regole e della loro verifica, e, solo alla fine delle responsabilità da accertare. 

In un’Europa (già, si tratta di un problema europeo – e non solo) che si trova in pieno “inverno demografico”, con una cultura tecnica in calo (in Italia la scarsa propensione alle STEM è stata recentemente ri-denunciata), con l’ansia di prestazioni economiche e di efficienza sempre più elevate (efficienza, tradotta ad esempio in una normativa come l’Ecodesign), una richiesta di “transizione verde” (?) in parallelo, il dover basarsi su una forza lavoro in diminuzione e che invecchia, da ri-formare in termini di competenze e le necessità di un mercato in crescita forzata (l’eliminazione delle caldaie e l’avversione alla combustione in genere) pongono sfide che si traducono in qualche caso – ma aumenteranno – in rischi anche mortali.

Da cosa è stato determinato il decesso di Gricignano del giovane 19enne e dell’altro tecnico della FrigoCaserta a dicembre? Da una fuga di refrigerante. 

In questi casi ammoniaca, la cui tossicità è nota, ma è sulla perdita dal circuito frigorifero che vogliamo portare l’attenzione.

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I refrigeranti devono rimanerne all’Interno, perché le perdite comportano normalmente anomalie e riduzione delle prestazioni, incremento dei consumi, aumento delle emissioni determinate direttamente dal mix energetico del Paese dove si trova l’impianto.

La base della cosiddetta analisi dei rischi da effettuare nel momento della scelta del refrigerante – dopo aver determinato una selezione basata sull’applicazione – richiede esplicitamente una valutazione di sicurezza nella manipolazione e gestione nel sito di installazione.

Dovendo scegliere tra un A e un B si deve (!) scegliere il non tossico A. 

Tra un 1 ed un 3 si deve (!) scegliere un non infiammabile 1.

Qui siamo alle basi.

Come amiamo ripetere sempre nei miei corsi, la piramide del valore nella pratica quotidiana deve mettere al vertice la sicurezza delle persone (e da qui i criteri di scelta di cui sopra), poi le problematiche ambientali (che in molti casi non coincidono con il GWP inferiore, così, per un segnale alla Commissione UE) e di prestazione, che hanno guidato la scelta della refrigerazione e della climatizzazione per il processo di cui ci si occupa. 

Di fronte all’ennesima morte per “refrigeranti da transizione” crediamo sia giunto il momento, in un mercato ancora costituito per la gran parte da apparecchiature in campo con refrigeranti A1, di fare delle valutazioni serie, lasciando perdere l’ideologia.

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Della refrigerazione e dei suoi lavoratori non si era accorto nessuno sinora, perché si tratta di un ambito lavorativo sicuro. In Italia, l’INAIL l’istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, non ha nemmeno una specifica categoria per noi. 

  • 19 anni. 
  • Mancanza di personale.
  • Nuove competenze da formare.

Sì. Di “carne al fuoco” (una affermazione disperatamente voluta) ce n’è molta. 

Occorre intervenire velocemente e con determinazione sulla sicurezza e sulla cultura della sicurezza anche nel nostro specifico settore prima che gli incidenti ce ne chiedano conto.

La Redazione

 

Una breve rassegna di incidenti nella refrigerazione degli ultimi mesi:

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  • Dicembre 2024: Guastalla, incendio in supermercato Conad (Link), per corto a bancarelle frigorifere. “Le cause del principio d’incendio risultano essere accidentali, dovute molto probabilmente a cause elettriche che hanno interessato almeno uno dei frigoriferi, con il fuoco che si sarebbe poi esteso all’impianto che era a fianco”
  • Ottobre 2024: Bologna, 2 operai morti alla Toyota (Link). “In base ai primi accertamenti coordinati dalla Procura, sembra che ad esplodere, danneggiando gravemente un capannone, sia stato lo ‘scambiatore’ di un sistema di condizionamento situato in un’area esterna.”
  • Agosto 2024: Lissone, 2 tecnici con gravi ustioni (Link
  • Luglio 2024: Roma, grave intossicazione di due persone supermercato Agorà a San Basilio (Link)
  • Luglio 2024: Ivrea, incendio in supermercato Carrefour Express (Link) “A quanto pare si è trattato di un malfunzionamento di un frigorifero.”
  • Luglio 2024: Gavirate (VA), incendio in un  centro commerciale (Link), “un principio di incendio che ha interessato una delle celle frigorifero del supermercato. Il macchinario è andato in corto circuito”
  • Giugno 2024: S.to Fiorentino (FI), fumo bianco alla Coop (Link), esplosione tubazione circuito frigorifero a CO2
  • Maggio 2024 – Monteverde (RM), Esplosione in un supermercato Todis (Link)
  • Dicembre 2022: Gallipoli, supermercato Todis (Link), “’incendio scaturito con molta probabilità da un cortocircuito legato all’alimentazione di una delle celle frigo del reparto macelleria”

 



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