Nel 2015 ha fondato a Boston (ma oggi ha una sede anche a Torino) Electra Vehicles, un’azienda che combina software, dati e intelligenza artificiale per migliorare l’efficienza e la sicurezza delle batterie al litio
«Se l’Europa rimanda la transizione alle auto elettriche farà sempre più fatica. Più la posticipiamo più perderemo quote di mercato. È un taglio netto, fa male, ma poi si tornerà a crescere più rapidamente. Il cambiamento è inevitabile: noi parliamo con tutti i produttori e tutti stanno investendo nell’elettrico»: così Fabrizio Martini, fondatore di Electra Vehicles, al CES 2025 difende la rivoluzione elettrica delle quattro ruote e ci spiega il ruolo della sua azienda, già in rampa di lancio. Ovvero utilizzare l’intelligenza artificiale per trasformare il mondo delle batterie e, con esso, quello della mobilità elettrica.
Da Milano alla conquista dello spazio (e dell’elettrico)
La storia di Fabrizio Martini inizia a Milano, dove studia Dinamica dei Veicoli al Politecnico. Ma è a Boston, durante un Master in Energy Storage, che la sua carriera prende il volo. Qui inizia a lavorare per il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti, la NASA e il Dipartimento della Difesa, occupandosi di sistemi avanzati di batterie. «Lavorando a un progetto per esplorare Venere, ho capito che il software può fare la differenza. Non solo migliora le performance delle batterie, ma ne aumenta anche sicurezza e durata,» racconta Martini.
Questa intuizione lo porta, nel 2015, a fondare Electra Vehicles, un’azienda che combina software, dati e intelligenza artificiale per migliorare l’efficienza e la sicurezza delle batterie al litio. Oggi, Electra ha sedi a Boston e Torino, un team di 50 persone, e clienti globali che spaziano dal settore automobilistico all’accumulo stazionario di energia.
Cos’è Electra Vehicles e cosa offre
Electra Vehicles ha sviluppato un software proprietario chiamato EVE-Ai, una rete neurale capace di analizzare dati provenienti da batteria, veicolo, guidatore e ambiente. «Abbiamo raccolto 1,4 miliardi di dati negli ultimi otto anni,» spiega Martini. «EVE-Ai può prevedere problemi alla batteria con tre mesi di anticipo (anche potenziali incendi, ndr), garantendo una sicurezza senza precedenti». Inoltre, il software migliora la stima dell’autonomia residua, risolvendo il problema dell’ansia da autonomia che affligge molti possessori di veicoli elettrici. «Qui a Las Vegas lo abbiamo testato su un “Cyberbeast” ovvero la versione del Cybertruck di Tesla, con cui preciso che non abbiamo accordi, da 900 cavalli. Quando il software di Tesla ti dice che hai il 29% di carica residua, noi con il nostro diciamo il 23%. E viaggiando si capisce che il 23% era la previsione giusta».
Il sistema funziona anche grazie al «machine learning at the edge», cioè direttamente sul veicolo, senza bisogno di connessione continua al cloud. «Questo ci permette di offrire una precisione altissima, adattandoci allo stile di guida e all’ambiente in cui il veicolo opera» aggiunge Martini. La tecnologia è inoltre agnostica: compatibile con diverse chimiche di batterie e chip hardware.
Torino, il cuore italiano della tecnologia
Nonostante il successo americano, Fabrizio Martini non ha dimenticato le sue radici italiane. Nel 2021, Electra ha aperto una sede a Torino, grazie al supporto della Regione Piemonte: «Ci tenevo a portare un po’ di innovazione in Italia. È importante per il Paese e per le nuove generazioni» afferma. La sede torinese è ora un hub per lo sviluppo tecnologico e l’espansione europea dell’azienda.
Le sfide dell’elettrico e il futuro di Electra
In Italia, il dibattito sull’auto elettrica è spesso acceso. Martini lo affronta con pragmatismo: «Capisco le preoccupazioni, ma il passaggio all’elettrico è inevitabile. Rimandare questo cambiamento significa perdere terreno rispetto a paesi come Stati Uniti, Cina o Corea del Sud, che stanno investendo massicciamente.” Per Electra, il futuro è ricco di opportunità. L’azienda sta ampliando le collaborazioni con case automobilistiche globali e sviluppando nuove soluzioni «statiche» pensate per l’accumulo di energia rinnovabile. «Le batterie sono il cuore della rivoluzione elettrica. Migliorarle significa non solo ridurre le emissioni, ma anche rendere questa tecnologia più accessibile e sostenibile» conclude.
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