16 Aprile 2025
«Aiutare le imprese», le parole di Famiglietti


«Sì all’utilizzo dei fondi Pnrr ma solo drenandoli dalla misura Industria 5.0 che non sta funzionando, a forme associative e alla ricetta spagnola per le energie rinnovabili e l’autoconsumo». Per Luigi Famiglietti, docente di Diritto degli Enti locali all’Università di Cassino, project manager, esperto di Zes e consulente Anci, la crisi internazionale che si sta riverberando anche sull’Irpinia si tampona così. Aspettando interventi diretti e calibrati da parte del Governo. L’ex parlamentare Pd, sostiene che nelle Aree Interne del Sud, serve anche una spesa più mirata sui servizi essenziali e le infrastrutture, affidando parte delle risorse direttamente ai Comuni.

Dilazioni debiti fiscali

Assistenza fiscale

 

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 

Famiglietti, cosa la preoccupa di più della crisi dei dazi americani? «L’imprevedibilità dell’amministrazione Trump. Ma anche la scelta di contromisure da parte del Governo italiano per aiutare le nostre aziende che non salvaguardi le risorse destinate al Mezzogiorno. Bisogna evitare di smantellare le politiche economico-finanziarie già messe in campo».

Avellino, parla l’assessore Scaletti: «Il mio futuro? Decide Nargi»

C’è chi ha proposto l’utilizzo dei fondi Pnrr non spesi: cosa ne pensa?
«Il Pnrr non nasce per caso e il 40% dei fondi è destinato al Sud per colmare il gap di competitività tra le regioni. Si potrebbe utilizzare la misura Industria 5.0 che non sta funzionando. Non certo le risorse legate a sviluppo e coesione, immaginate per il Mezzogiorno anche in questo caso per raggiungere gli standard del Centro-Nord. Se poi consideriamo che l’80% dell’export viene realizzato al Nord, si comprende come non sarebbe giusto usare questi fondi per i ristori delle aziende italiane. Va mantenuto un equilibrio».

Come? «Rimodulando i finanziamenti e facendoli gestire in parte direttamente dai Comuni per spese mirate su alcune linee di investimento. Mentre, parallelamente, si potrebbero favorire forme associate di produzione come cooperative e consorzi».

L’applicazione di una cospicua parte di dazi è in stand-by. Un’altra mossa inattesa: ma a quale scopo?
«Per alimentare un clima di incertezza e arrivare a una trattativa one to one. Così si destabilizza il mercato per quanto concerne gli operatori che devono programmare ordini e commesse. Mi aspetto un’azione decisa e unitaria da parte dell’Europa».

Cosa fare nel frattempo? «Potenziare servizi e infrastrutture ma anche lavorare sull’innovazione nelle imprese. Da questo punto di vista, l’Irpinia sull’Alta Velocità-Alta Capacità è interessata dal cantiere più importante d’Italia e forse d’Europa, che riguarda la tratta ferroviaria Apice Stazione Hirpinia Orsara, sulla linea Napoli-Bari. Il ritorno economico, in termini di sviluppo e nuovi investimenti, è assicurato ma serve una convergenza generale».

Il presidente di Confindustria Avellino e Campania, Emilio De Vizia, ha lanciato l’idea di un nuovo “patto sociale”. Può essere la strada giusta? «Certo, è un’iniziativa che condivido a pieno. È il momento di mettere attorno ad un tavolo tutti gli attori del territorio: impresa, sindacati, istituzioni e politica. Viviamo una fase molto delicata e non tutti ne sembrano consapevoli».

Avellino, De Mita: «Scontri finti su Regione e piscina»

Microcredito

per le aziende

 

Altro fattore dirimente sulla competitività in Italia è il costo dell’energia: come fare ad abbassare i prezzi?
«Il modello spagnolo che punta su energia rinnovabili e autoconsumo funziona. Bisognerebbe trasformare il Sud, dove sole e vento non mancano, in un grande hub energetico. Magari collocando le aziende del settore in una specifica Zes. Del resto, l’esperimento di un’unica grande zona economica speciale per tutto il Meridione non funziona come dovrebbe. Si guardi alla Polonia che ha perimetrato 20 aree mirate».
Servirebbe anche una classe politica più presente.

La campagna elettorale per le regionali in Campania è partita, qual è lo scenario con De Luca fuori dai giochi per il terzo mandato? «Allo stato c’è il modello Napoli, con il sindaco Manfredi, che funziona. L’auspicio è costruire una larga coalizione di centrosinistra, coesa sul programma, con il contributo dello stesso governatore. L’importante è mettere da parte i personalismi e al centro l’interesse dei cittadini. Inoltre, sarebbe utile anche un asse con la Puglia, alla quale ci legano le stesse priorità su acqua e ferrovie».





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Prestito personale

Delibera veloce