16 Aprile 2025
Firmato l’accordo Beko per i siti in Italia, 1.284 esuberi


In serata, al tavolo del ministero delle Imprese e del Made in Italy, è stato siglato l’accordo quadro fra Beko Europe, Governo, Regioni e parti sociali sul piano di trasformazione industriale per l’Italia dei siti della multinazionale che un tempo erano di Merloni e Whirlpool. Un’intesa che segue l’approvazione da parte dell’88% delle assemblee dei lavoratori e che, come sottolineato dall’azienda, “punta a garantire la sostenibilità e la competitività degli stabilimenti nel lungo periodo”, attraverso una riorganizzazione complessiva e investimenti per 300 milioni di euro.

Gli investimenti previsti in Italia

Un terzo dell’investimento a sostegno delle operazioni italiane, come spiegato da Beko Europe in una nota, “sarà destinato alla ricerca e sviluppo”. In particolare, nel sito varesino di Cassinetta di Biandronno saranno localizzate le produzioni per i prodotti da incasso nelle categorie cottura (forni e forni a microonde) e refrigerazione. Qui verranno investiti circa 136 milioni di euro tra prodotto, processo, ricerca e sviluppo. Una parte degli investimenti (8,5 milioni di euro) sarà riservata a interventi per miglioramenti dell’efficienza energetica e l’installazione di pannelli solari. Lo stabilimento di Melano, in provincia di Ancona, sarà trasformato nell’hub europeo per la produzione di piani cottura a gas, radianti e a induzione. Il piano prevede un investimento di circa 62 milioni di euro, anche in questo caso suddiviso tra sviluppo, ricerca e sviluppo,  compresi 1,5 milioni per l’efficienza energetica e l’installazione di pannelli solari (1,5 milioni di euro). Il sito di Comunanza, in provincia di Ascoli Piceno, continuerà la produzione di lavatrici e lavasciuga ad alta capacità, puntando su prodotti di fascia alta. A questo impianto sarà assegnata anche la produzione di una nuova lavasciuga. L’investimento complessivo previsto per il sito ammonta a 15 milioni di euro destinati allo sviluppo di prodotto, processo e R&D, a cui si aggiungono 3 milioni per interventi di efficientamento e pannelli solari. Il centro di Carinaro in provincia di Caserta si conferma come hub centrale per la gestione di ricambi e accessori, rafforzando il proprio ruolo strategico grazie alla gestione integrata di tutte le attività legate all’evasione degli ordini provenienti dai clienti all’interno del perimetro di Beko Europe.  Il sito si conferma inoltre come Centro Europeo per la gestione delle attività relative ai ricambi e centro di ricondizionamento degli elettrodomestici usati. Qui Beko investirà 5 milioni di euro, destinati all’aumento della capacità di stoccaggio dei ricambi, al miglioramento tecnologico dei processi e alla manutenzione degli edifici.  
Mentre lo stabilimento di Siena cesserà le attività produttive entro la fine dell’anno 2025 e sarà coinvolto in un progetto di reindustrializzazione finalizzato a garantire la continuità delle operazioni manifatturiere nel medio-lungo termine.

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Il piano Beko prevede esuberi per 1.284 posizioni

Il piano Beko prevede esuberi per 1.284 unità. L’azienda, come comunicato dalla Uilm, si è impegnata fino alla fine del 2027 a gestire “le potenziali eccedenze esclusivamente con ammortizzatori sociali conservativi e con uscite volontarie incentivate, scivoli pensionistici di 48 mesi e buonuscite fino a un massimo di venti mensilità o di una cifra di 90.000 euro per gli ultracinquantenni che non possono agganciare i requisiti pensionistici”.

Beko: “Siamo grati a parti sociali per dialogo costruttivo”

“L’Italia è sempre stata un pilastro strategico per le nostre attività globali e l’accordo di oggi segna un passo decisivo per il futuro del nostro Gruppo nel Paese”, ha dichiarato Fatih Ebiçlioğlu, presidente della divisione Beni di Consumo Durevoli di Koç Holding e presidente di Beko Europe, a seguito della firma dell’accordo. “Questo risultato riflette l’importanza di un dialogo aperto e del rispetto reciproco tra istituzioni, sindacati e aziende, a dimostrazione del fatto che la responsabilità condivisa porta a risultati sostenibili». Per RagÕp BalcÕoğlu, Ceo di Beko Europe “questo accordo consente a Beko Europe di mantenere le sue attività nel medio-lungo termine, preservando al contempo il know-how e la tradizione produttiva del Made in Italy. Allo stesso tempo, dovremo rimanere estremamente vigili, poiché l’industria degli elettrodomestici in Europa è sottoposta a crescenti pressioni a causa dell’escalation delle guerre tariffarie, della concorrenza globale sleale e dell’aumento dei costi. Siamo grati a tutte le parti sociali per il dialogo costruttivo e non vediamo l’ora di vedere i risultati di questa collaborazione”.

Urso: “Per Beko firmato un accordo storico”

Quello su Beko “è un accordo importante, storico, per governare al meglio questa transizione industriale salvaguardando la forza straordinaria del Made in Italy che diventa, di fatto, per questa grande multinazionale il centro propulsivo in Europa”, ha dichiarato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. “Tutti gli stabilimenti rimarranno in attività, non ci saranno licenziamenti ma, eventualmente, in qualche caso, uscite volontarie incentivate. Credo che sia un grande successo del sistema Italia”, ha concluso.

 

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Fiom-Fim-Uilm Siena: “Vinto primo tempo con l’accordo Beko”

 

“Il primo tempo di questa partita è stato vinto, adesso ci aspetta il secondo tempo, forse quello più importante”, “oggi ha vinto il buon senso, la collaborazione e soprattutto la lotta dei lavoratori di Siena e siamo convinti che se la stessa forza verrà mantenuta anche per il secondo tempo porteremo a casa il risultato”, ha commentato segretaria della Fiom Cgil di Siena Daniela Minieto dopo la firma dell’accordo. “Adesso la palla passa al territorio e dobbiamo lavorare su una reindustrializzazione efficace e spendibile per il territorio di Siena”, ha aggiunto il segretario Fim Cisl Giuseppe Cesarano. “Grande soddisfazione per questa prima tappa che abbiamo raggiunto. Da domani inizia un altro percorso e ci vedrà in pista come abbiamo fato in questi mesi per raggiungere la reindustrializzazione del sito di Siena”, ha concluso Massimo Martini della Uilm Uil di Siena. 




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