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Articolo di Silvia Menicagli
Sabato 7 dicembre alle ore 15:00 la città di Livorno ha scritto una nuova pagina della sua storia, ha reso possibile offrire una seconda vita allo Stabilimento delle Acque della Salute partendo dal recupero del Padiglione della Mescita che si è aperto alla città mostrando tutta la bellezza dell’apparato decorativo che si pensava perso per sempre.
A partire dal bando per le periferie degradate promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri del 2016 che ha finanziato il progetto, fino al giugno del 2022 quando è stato aperto il cantiere terme, si sono messe all’opera progettisti, restauratrici e restauratori specializzati in pitture, stucchi, infissi, posatori del seminato veneziano che con la loro professionalità hanno fatto il miracolo.
Ma come si approccia il restauro su monumenti come le Terme del Corallo? Se volgiamo l’attenzione al passato sulle figure che ne hanno dettato le regole, primo su tutti pensiamo a John Ruskin, definito “il rovinista romantico” poiché affermava che un opera architettonica aveva una nascita progettuale, una vita ed inesorabilmente una morte. Ogni intervento di restauro per Ruskin avrebbe avuto solo l’effetto di ritardarla, ossìa era inutile.
Di pensiero opposto Viollet le Duc affermava che invece il restauro era d’obbligo e doveva rispettare l’idea del suo costruttore pertanto si doveva trovare lo stesso materiale usato all’epoca della sua costruzione e ripristinare con questo le parti mancanti, creando però dal punto di vista etico un falso storico.
Tuttavia ciò che si colloca al centro di due estremi, moderando le idee diametralmente opposte è sempre la via più virtuosa, e così il concetto di restauro italiano, il restauro scientifico divulgato da Camillo Boito prima e da Gustavo Giovannoni dopo, ha, a ragione, avuto la meglio sulle due teorie. Ossia, ripristinare ciò che è andato perso in modo da rendere risconoscibile il nuovo che integra, dall’originale. Seguendo il restauro filologico hanno operato gli “eroi” delle Terme del Corallo.
E così entrando nella rinnovata Sala della Mescita, ci sentiamo come teletrasportati indietro nel tempo, fino al 1904, data della inaugurazione dello Stabilimento termale, spaesati dall’inimmaginabile bellezza che si osserva e che abbiamo realmente rischiato di perdere per sempre. Questa bellezza comunque traspariva attraverso i rovi e le piante inselvatichite che parzialmente la nascondevano, soffocata da un impietoso cavalca ferrovia steso davanti ai cancelli d’ingresso, apparendo come vittima di una maledizione lanciata contro una realtà scomoda.
Quella ingiusta situazione che tollerava l’esistenza di un monumento al Liberty italiano in rovina in un luogo chiave della città di Livorno, l’ingresso est, ha spronato la necessità di capirne il perché.
Da qua sono partiti i miei studi di ricerca per ricostruire la storia delle Terme del Corallo, capire chi aveva contribuito alla sua realizzazione, cosa avesse rappresentato per la nostra città, e come fosse caduto in rovina, oltre a cercare le motivazioni per le quali nessuno si fosse mosso per recuperarlo, attendendo l’inesorabile distruzione Ruskiana.
Dalle ricerche nacque il primo libro, pubblicato nel 2000, con quello iniziai a diffondere l’importanza delle Terme del Corallo e la necessità di un suo restauro. I primi anni furono difficili, la resistenza ad apprezzare l’importanza storica ed artistica era ai massimi livelli, solo alcuni anni dopo qualche realtà imprenditoriale tentò di acquisire da Coca-Cola proprietaria l’immobile storico, ma gli esiti furono negativi. Si deve arrivare al 2009 quando due imprenditori immobiliari donano al Comune di Livorno le Terme riuscendo ad acquistare l’intera proprietà dalla multinazionale di Atlanta.
In quell’anno, con le Terme ormai pubbliche e quindi della collettività, apro su facebook il gruppo “salviamo le terme del corallo” per promuoverne la conoscenza e spronare la società civile a prendere coscienza del bisogno del recupero. Il gruppo cresce a dismisura e gli animi si uniscono alla causa. Inizio a far conoscere sul campo la bellezza del monumento, con visite guidate ed incontri culturali.
Nel 2013 il Comune di Livorno grazie agli oneri di urbanizzazione derivanti dalla costruzione nell’ex area magazzini Coca-Cola dei tre nuovi palazzi, recupera il giardino aprendo il Parco pubblico delle Terme e compie il consolidamento del tetto della Sala che si è inaugurata il 7 dicembre scorso. Nello stesso anno fondo l’Associazione Terme del Corallo onlus in modo da dare una struttura costituita a tutti quelli che con me volevano portare avanti la missione che ci eravamo preposti.
In contemporanea pubblico il secondo libro sulla storia delle Terme del Corallo che per tutto il mese di luglio esce in allegato con il quotidiano Il Tirreno.
Nel febbraio del 2016 al Teatro delle Commedie viene presentato il documentario sulle Terme realizzato dal giornalista Luciano De Nigris al quale ho partecipato, al termine del quale mi si presentò il presidente della Associazione Reset che stupito da tanta bellezza si offrì di collaborare per effettuare gli interventi di pulizia: ovviamente l’accoglienza fu benvoluta poiché la collaborazione è elemento essenziale davanti ad imprese complesse come quella.
Alcuni mesi dopo mettemmo in atto le giornate di pulizia aperte alla città che mossero un rinnovato interesse verso quel luogo misterioso che adesso si mostrava in tutta la sua imponenza.
Nel dicembre del 2018 si firmano i patti di collaborazione per i beni comuni condivisi ed inizia una nuova fase, più attiva, nella promozione della storia dello Stabilimento che si protrarrà fino al giugno 2022, data di apertura del cantiere Terme. Un testimone che è stato consegnato alla nostra Amministrazione cittadina che in virtù della sussidiarietà ha il compito di procedere alla cose più alte laddove oltre, i cittadini non sono in grado di operare.
L’impegno per le Terme del Corallo è stato un percorso di 25 anni che mi ha insegnato tanto, sia dal lato umano che in quello del civismo attivo.
Le Terme, come tutta l’arte che abbiamo ereditato dal passato, ha lo stesso diritto di essere goduta nel momento storico in cui è stata eseguita, così come lo è oggi e sarà domani, ed è compito nostro, in un sistema di civismo e sussidiarietà averne l’obbligo della conservazione.
Sento in tutto ciò, di dover ringraziare l’Amministrazione comunale, il nostro Sindaco, tutta la parte tecnica del Comune di Livorno, i restauratori, la ditta esecutrice dei lavori, e tutte le persone che insieme a me hanno messo il cuore in questa avventura che è solo all’inizio del percorso che ci siamo prefissati.
Ciò che possiamo e dobbiamo dire è solo GRAZIE a tutti voi che ci avete sostenuto; che avete creduto che l’impossibile può diventare possibile se perseguito con amore e perseveranza; che la collaborazione rafforza l’impegno; che il grande strumento dell’azione civica è il motore della buona salute della città. Che grazie al concetto di sussidiarietà laddove l’azione dei cittadini ha bisogno della struttura amministrativa questa le tende la mano e prosegue per lei con i mezzi che gli appartengono.
Silvia Menicagli, presidente dell’Associazione “Terme del Corallo”, è autrice dei libri “Fatti e personaggi attorno alle Acque della Salute, ovvero Storia di Montecatini al Mare” (Ed. Debatte, 2000) e “Terme del Corallo: fatti e personaggi attorno alle Acque della Salute”, (Ed. Debatte, 2013).
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