20 Aprile 2025
Parchi divertimento italiani: boom di investimenti, attesi 500 milioni entro il 2027


Con l’arrivo della primavera e dei primi ponti festivi, i parchi divertimento italiani riaprono i cancelli, inaugurando ufficialmente la nuova stagione. Si tratta di un momento cruciale per il comparto, che quest’anno si presenta con numeri da record. Secondo quanto comunicato dall’Associazione Parchi Permanenti Italiani, che rappresenta il settore in seno a Confindustria, gli investimenti complessivi previsti per il 2025 toccano quota 220 milioni di euro, con un incremento del 47% rispetto al 2024.

Una quota significativa, pari a 40 milioni, sarà destinata a interventi in materia di efficienza energetica, in un contesto di crescente attenzione alla sostenibilità. Tra le azioni previste figurano l’ampliamento dei parchi fotovoltaici e la realizzazione di nuovi impianti per il risparmio idrico, in linea con gli obiettivi di contenimento dei consumi e riduzione dell’impatto ambientale.

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L’espansione dell’offerta, tuttavia, avviene in un contesto economico reso incerto dal costante aumento dei costi energetici. Un fattore che, nonostante gli sforzi di efficientamento messi in campo dagli operatori, rischia di comprimere i margini delle aziende. Per questo motivo, l’associazione ha presentato una richiesta ufficiale al Ministero del Turismo e al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, sollecitando un sostegno economico analogo a quello già riconosciuto alle piscine, così da garantire la tenuta del settore durante la stagione appena iniziata.

Tra espansione e rinnovamento: un comparto in fermento

I dati forniti dall’associazione mostrano una traiettoria di crescita costante. L’obiettivo fissato dal piano strategico 2024-2026 – che prevedeva 500 milioni di euro di investimenti entro il 2027 – è stato già ampiamente superato nelle proiezioni attuali, segno di un dinamismo che avvicina sempre di più il modello italiano a quello dei mercati più maturi come Stati Uniti, Giappone, Francia e Germania.

“Il comparto sta attraversando una fase di grande vitalità – sottolinea Luciano Pareschi, presidente dell’Associazione Parchi Permanenti Italiani – con investimenti che vanno ben oltre le previsioni. Si rafforza l’impegno nella diversificazione dell’offerta e nella transizione ecologica, ma anche nel rinnovamento strutturale, non solo da parte dei grandi parchi, che ormai rappresentano delle vere e proprie destinazioni turistiche, ma anche delle realtà più piccole, sempre più protagoniste nei rispettivi territori”.

Novità nei principali parchi italiani

Nel panorama nazionale, i principali parchi a tema – come Gardaland, Mirabilandia e Leolandia – stanno investendo in nuove attrazioni e aree tematiche immersive, pensate per offrire esperienze sempre più coinvolgenti a un pubblico variegato e internazionale. L’obiettivo è ampliare la capacità attrattiva, anche nei confronti del turismo straniero, sempre più interessato a includere tappe ludiche nel proprio viaggio in Italia.

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I parchi acquatici, come Caribe Bay e Caneva World Resort, puntano su nuove tematizzazioni e ampliamenti. L’intento è creare ambientazioni esotiche e rilassanti, in grado di coniugare il divertimento con il benessere, trasformando gli scivoli e le piscine in luoghi di evasione ispirati ai paradisi tropicali.

Importanti evoluzioni si registrano anche nei parchi faunistici, come Zoom Torino e l’Acquario di Genova. Qui l’attenzione si concentra sulla didattica e sulla conservazione, con progetti dedicati alla biodiversità e alla salvaguardia delle specie minacciate. In corso anche operazioni di acquisizione strategica, finalizzate alla diversificazione dell’offerta e all’ottimizzazione delle risorse.

Un volano per l’economia e l’occupazione

Secondo i dati SIAE, nel 2023 i parchi permanenti italiani hanno generato un fatturato di 350 milioni di euro e accolto oltre 20 milioni di visitatori. L’indotto complessivo è stimato in 2 miliardi di euro, rendendo il comparto una leva importante per lo sviluppo economico e l’occupazione.

Ogni anno, il settore impiega direttamente circa 30.000 lavoratori, tra personale fisso e stagionale, a cui si sommano altre 30.000 figure professionali dell’indotto. Gli investimenti in corso generano inoltre una domanda crescente di competenze tecniche e creative: dagli ingegneri agli architetti, dai progettisti agli esperti di sicurezza, fino ai professionisti del design e della sostenibilità. Un ecosistema in evoluzione, capace di attrarre giovani talenti e di interpretare le trasformazioni del mercato con dinamismo e visione.

“La nostra industria – conclude Pareschi – non solo genera valore economico, ma contribuisce in modo sostanziale alla valorizzazione del territorio e alla promozione del capitale umano. Il futuro del settore si gioca sulla capacità di innovare, formare nuove competenze e mantenere alta l’attrattività turistica, in Italia e oltre”.





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