
PRATO. La rifinizione più famosa di Prato, la Santo Stefano di Renato Cecchi, per non sbagliare ha finanziato sia la campagna elettorale della candidata sindaca di centrosinistra, Ilaria Bugetti, sia quella del candidato sindaco del centrodestra, Gianni Cenni. E lo stesso ha fatto l’imprenditore Marco Ranaldo, titolare della Pointex, così come lo studio dei commecialisti Ballerini e Sanesi Bbs. La Santo Stefano (in parte come Renato Cecchi) ha dato 9.000 euro a Ilaria Bugetti e 5.000 euro a Gianni Cenni, mentre Ranaldo 1.000 a testa. I commercialisti se la sono cavata con 500 euro a testa.
La circostanza emerge scorrendo l’elenco dei contributi elettorali ricevuti dal candidato sindaco Cenni, sostenuto da Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, prima del voto dello scorso giugno.
Un elenco molto più corto di quello depositato da Ilaria Bugetti e di cui abbiamo scritto il mese scorso. La vincitrice delle elezioni aveva dichiarato contributi da 54 soggetti, in maggioranza aziende, per un totale di 132.700 euro, mentre la lista dei finanziatori di Cenni è fatta di soli otto nomi, per un totale di 16.500 euro.
Eccoli: Filippo Carducci 1.000 euro; l’avvocato Guido Giovannelli (collega di Cenni che è lui stesso avvocato) 500; l’imprenditore Filippo Donati Prato 4.500; la società La Padella di Agliana 1.000; lo studio di commercialisti Ballerini e Sanesi Bbs 500; la Rifinizione Santo Stefano 5.000; il fondatore della Pointex e presidente di Pratofutura Marco Ranaldo 1.000; l’impresa edile Edilciacci 3.000. Nell’elenco non si trova nessuna azienda cinese, a differenza della lista di Ilaria Bugetti.
L’evidente sproporzione di spesa tra i due candidati la spiega lo stesso Gianni Cenni. Lui è stato scelto dalla coalizione il 4 febbraio, molto prima della convocazione dei comizi elettorali, cioè un mese e mezzo prima del voto. E dunque, prima che diventasse obbligatoria la registrazione dei contributi ricevuti per la loro successiva pubblicazione, ha potuto raccoglierli senza fare nulla di illecito. La candidata sindaca del centrosinistra è stata scelta solo il 20 marzo e solo dopo ha potuto raccogliere i contributi, che sono finiti in misura maggiore tra quelli documentati e depositati al Co.Re.Ge. cioè il Collegio regionale di garanzia elettorale presso la Corte d’appello.
Con quei 16.500 euro Gianni Cenni non avrebbe nemmeno potuto permettersi di pagare la società di consulenza milanese che ha curato la parte comunicativa della sua campagna elettorale. E infatti la parcella è stata saldata dalle forze politiche che lo sostenevano. Ma resta un piccolo mistero il nome di questa società. Non hanno voluto dirlo durante la campagna elettorale e non lo dicono nemmeno adesso. Probabilmente perché una società di consulenza elettorale che perde le elezioni non gradisce la possibile pubblicità negativa.
Gli elenchi dei contributi elettorali dei due candidati sindaci (Cenni e Bugetti) ci consegnano una fotografia parziale delle forze in campo. Non sono ancora disponibili gli elenchi dei contributi alle singole forze politiche, che potrebbero essere molto più rilevanti di quelli ai candidati. In particolare mancano all’appello i grandi impresari edili (con le eccezioni della Co.Edil per Bugetti e della Edilciacci per Cenni).
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