Nel 2025 entrano in vigore nuove regole che ridefiniranno i criteri di classificazione energetica, con l’obiettivo di aumentare l’efficienza e ridurre l’impatto ambientale. Questi cambiamenti delle classi energetiche degli elettrodomestici comportano anche l’eliminazione dal mercato di alcuni prodotti considerati obsoleti dal punto di vista energetico. Ecco cosa cambierà e quali saranno le implicazioni per i consumatori.
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I nuovi criteri di valutazione per le classi energetiche nel 2025 -
I prodotti destinati a scomparire dal mercato -
Ma c’è il bonus per rinnovare gli elettrodomestici
I nuovi criteri di valutazione per le classi energetiche del 2025
La scala da A a G, reintrodotta per eliminare la confusione dei precedenti sistemi con + (A++ o A+++), continuerà a essere il riferimento, ma i parametri per raggiungere le fasce alte saranno molto più stretti. Gli elettrodomestici dovranno dimostrare un’efficienza energetica superiore per mantenere le certificazioni attuali. Per esempio, un frigorifero classificato come A oggi potrebbe scendere a B o C secondo i nuovi standard. Questi criteri si basano su misurazioni più precise, come il consumo medio annuo di energia, il livello di rumorosità e l’impatto ambientale lungo tutto il ciclo di vita del prodotto.
Gli obiettivi dell’Unione europea sono di ridurre il consumo complessivo di energia nelle abitazioni europee e spingere l’industria a innovare. In questo modo calano le emissioni di CO2.
Per i consumatori, il cambiamento è una sfida economica e culturale. Gli elettrodomestici di nuova generazione avranno un costo iniziale maggiore, ma garantiranno risparmi significativi sul lungo periodo grazie alla riduzione dei consumi. Secondo alcune stime, un frigorifero in classe A può ridurre il consumo annuo di energia fino al 30% rispetto a un modello di classe C.
Le nuove etichette energetiche continuano a svolgere un ruolo nell’orientare le scelte d’acquisto. Oltre alla classe energetica, forniranno dettagli sui consumi specifici, sulla rumorosità e sulle funzionalità del prodotto.
I prodotti destinati a scomparire dal mercato
Tra gli elettrodomestici che potrebbero non superare i nuovi standard, troviamo frigoriferi, lavatrici e forni classificati nelle fasce F e G. Questi prodotti, che sono una quota elevata nelle abitazioni europee, saranno gradualmente ritirati dal mercato. La loro sostituzione con dispositivi più efficienti avrà un impatto immediato sui consumi energetici domestici.
Anche dispositivi come asciugatrici e condizionatori d’aria saranno interessati. Questi prodotti, spesso associati a elevati consumi, dovranno essere ridisegnati per rispettare i nuovi standard. Molti produttori stanno già investendo in tecnologie avanzate per evitare di perdere competitività, ma i modelli meno recenti saranno progressivamente eliminati dagli scaffali. La normativa incoraggia non solo l’efficienza energetica, ma anche la riparabilità e la durabilità, elementi chiave dell’economia circolare.
L’Unione europea sta ponendo le basi per un mercato che premia la sostenibilità e l’innovazione, con un impatto positivo su consumatori, industria e ambiente. Gli elettrodomestici del futuro promettono non solo di ridurre l’impatto ambientale, ma anche di migliorare la qualità della vita nelle case europee, con un occhio attento alla sostenibilità e al risparmio energetico.
Ma c’è il bonus per rinnovare gli elettrodomestici
Il bonus elettrodomestici è un’agevolazione fiscale che incentiva l’acquisto di elettrodomestici di nuova generazione, a basso consumo energetico, nell’ambito di interventi di ristrutturazione edilizia. Si presenta sotto forma di detrazione Irpef del 50%, applicabile al costo degli elettrodomestici acquistati, con un limite massimo di spesa annuale. Si applica a elettrodomestici di classe energetica non inferiore a Classe A per i forni, Classe E per lavatrici, lavasciuga e lavastoviglie, Classe F per frigoriferi e congelatori. Per il 2025, il tetto massimo di spesa è fissato a 8.000 euro. L’importo detraibile viene suddiviso in dieci quote annuali di pari importo, da dichiarare nel modello 730 o nel Modello Redditi.
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