Sono moltissime le reazioni alle anticipazioni di ieri del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara in merito alle Nuove Indicazioni Nazionali del primo ciclo. Tra le novità più discusse il latino facoltativo curriculare alle medie e lo studio dell’epica e della Bibbia alla primaria.
“Studiare latino è un esercizio”
A dire la sua è stato Walter Quattrociocchi, professore ordinario all’Università la Sapienza di Roma, a capo del Center of Data Science and Complexity for Society (CDCS), uno dei massimi esperti di scienze computazionali al mondo: “C’è un po’ di fermento intorno all’idea di reintrodurre il latino nella formazione obbligatoria. A dire il vero, non mi sembra così fuori luogo. In fondo, studiare latino è un esercizio che obbliga a confrontarsi (e scontrarsi) con la realtà per decodificarla, senza rifugiarsi nel delirio da scrittura creativa che altre materie tendono a incoraggiare”.
Il progetto
Dopo oltre cento consultazioni con associazioni di genitori, di categoria e comitati studenteschi, la Commissione chiamata a sostenere il ministero nella stesura dei nuovi programmi ha dato corpo al progetto. La presenza nella Commissione di personalità quali Uto Ughi e di Flavia Vallone, solista e prima ballerina al Teatro alla Scala, dimostra fin dall’inizio dei lavori di preparazione l’idea di valorizzare lo studio della musica e dell’arte.
“Diciamo che prendiamo il meglio della nostra tradizione per una scuola capace di costruire il futuro. Ma vorrei precisare che la commissione da me incaricata, che ha già fatto oltre cento audizioni, ha svolto un lavoro capillare e approfondito, su cui avvieremo un ampio confronto”, ha esordito il ministro.
Ecco le varie novità: “Abbiamo disegnato il cammino di bambini ed adolescenti dai 3 ai 14 anni, insomma il percorso dall’infanzia alle medie. Ma stiamo lavorando anche per le superiori. E introduciamo molte innovazioni. Cominciando dall’Italiano. Ma non solo: verrà reintrodotta la possibilità di inserire il latino nel curricolo a partire dalla seconda media, verrà abolita la geostoria nelle superiori e ridata centralità alla narrazione di quel che è accaduto nella nostra penisola dai tempi antichi fino ad oggi. E poi, fra le tante novità, sin dalla prima elementare avvicineremo i bambini alla musica, alla sua comprensione, alla civiltà musicale. Per questo fra gli esperti che hanno lavorato in questi mesi ci sono storici come Ernesto Galli della Loggia, latinisti come Andrea Balbo, il presidente emerito dell’Accademia della Crusca Claudio Marazzini, letterati come Claudio Giunta, musicisti celeberrimi come Uto Ughi e figure di spicco del mondo artistico”.
Il latino alle medie sarà ancora a scelta delle famiglie ma diventerà curricolare (un’ora a settimana dalla seconda media).
“Sarà dato più spazio alla letteratura, anche dell’infanzia, e alla grammatica. L’insegnamento della letteratura sin dalla prima elementare, in modalità adeguata alla giovane età degli studenti, deve far sì che gli allievi prendano gusto alla lettura e imparino a scrivere bene. Si è scelto di rafforzare l’abilità di scrittura che è quella più in crisi delle abilità linguistiche”, ha aggiunto Valditara.
La lettura viene stimolata anche attraverso lo studio dell’epica che non comprende più solamente i poemi omerici e Virgilio. Il repertorio si amplia fino a comprendere la saga di Percy Jackson. Resta forte il richiamo ai classici per ragazzi (Verne, Stevenson) da leggere in classe nella versione integrale ma a essi si possono affiancare autori che oggi sanno raccogliere il favore del pubblico più giovane senza rinunciare alla qualità romanzesca e letteraria, come Stephen King.
Nella riforma la Storia acquista un ruolo fondamentale fin dalle prime classi delle elementari dove si incoraggia la lettura di testi dell’epica classica ma anche della Bibbia per rafforzare le conoscenze delle radici della nostra cultura.
“Riprendere la scuola della memoria”
“Dobbiamo riprendere questa grande scuola della memoria, con testi più semplici all’inizio, anche filastrocche, scioglilingua e altro. Poi già alle elementari i primi accenni di epica classica, mitologia greca e orientale ma anche le saghe nordiche. Dobbiamo coltivare la fantasia, la capacità di stupirsi dei ragazzi, le suggestioni profonde ma senza perdere per strada la grammatica e lo studio della regola. La cultura della regola inizia dallo studio della grammatica. In particolare, è importante trasmettere all’allievo, fin dall’inizio, la consapevolezza del valore della correttezza linguistica e formale, dell’ordine e della chiarezza nella comunicazione. La chiarezza deve essere presentata come una forma di autocontrollo e anche di un doveroso impegno verso l’altro”, questa l’idea del ministro.
“Siamo molto concreti e cerchiamo di rimediare alla sindrome italiana descritta dal Censis secondo cui il 41,1 per cento degli italiani crede erroneamente che Gabriele D’Annunzio sia l’autore dell’Infinito e il 35,1 per cento che Eugenio Montale sia stato un Presidente del consiglio degli anni 50″, ha detto Valditara, citando alcuni “svarioni” comuni.
Ecco alcuni dettagli: “Aboliamo la geostoria. La storia diventa la scienza degli uomini nel tempo. L’idea è di sviluppare questa disciplina come una grande narrazione, senza caricarla di sovrastrutture ideologiche, privilegiando inoltre la storia d’Italia, dell’Europa, dell’Occidente. Di più, nella scuola primaria l’insegnamento verterà anche sullo studio del nostro patrimonio storico. Negli ultimi due anni, in particolare l’attenzione si concentrerà sui popoli italici, le origini e le vicende dell’antica Grecia e di Roma, le loro civiltà, i primi secoli del Cristianesimo. Pensiamo di reintrodurre opzionalmente elementi di latino già dalle medie, dalla seconda per la precisione, per numerose ragioni: apriamo le porte a un vasto patrimonio di civiltà e tradizioni; poi rafforziamo la consapevolezza della relazione che lega la lingua italiana a quella latina. E poi c’è il tema, importantissimo, dell’eredità”.
Cosa cambierà?
In sintesi, le novità che Valditara intende portare avanti sono:
- Possibilità di inserire il latino nel curricolo a partire dalla seconda media;
- Abolita la geostoria nelle superiori;
- Centralità alla narrazione di quel che è accaduto nella nostra penisola dai tempi antichi fino ad oggi;
- Più musica, letteratura, epica, filastrocche e grammatica alla primaria.
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