28 Aprile 2025
Il satellite Biomass è pronto al lancio. Dallo spazio veglierà sulle foreste


In Guyana Francese gli ultimi preparativi sono in corso. Il razzo Vega-C è già sulla rampa di lancio. Domani poco prima dell’alba, quando in Italia saranno le 11.15 del mattino, accenderà i motori e porterà in orbita il suo carico prezioso: Biomass, il nuovo satellite dell’ESA che monitorerà lo stato di salute delle foreste.

Si tratta di un gioiello tecnologico realizzato nell’arco di 9 anni. Vi hanno lavorato oltre 700 esperti di più di venti paesi. A renderlo speciale è il suo strumento principale: un innovativo radar ad apertura sintetica in banda P capace di penetrare attraverso il fogliame. Biomass potrà quindi spingere il suo sguardo fino al suolo e fare una mappatura 3D delle foreste, fornendo dati senza precedenti sulla loro struttura e sulla loro massa.

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Le informazioni inviate da Biomass saranno fondamentali anche per stimare il contributo della vegetazione nella cattura dall’atmosfera dell’anidride carbonica. Le foreste, i “polmoni verdi della Terra”, assorbono infatti ogni anno circa 8 miliardi di tonnellate questo insidioso gas serra. “L’obiettivo è monitorare il ruolo delle foreste nell’assorbimento del carbonio – spiega la responsabile dei programmi di osservazione della Terra dell’ESA Simonetta Cheli – È  estremamente importante in quest’epoca di cambiamento climatico”.

La missione durerà almeno 5 anni permettendo di monitorare l’evoluzione della situazione, ad esempio a causa del disboscamento. Sarà utilissima anche quando il satellite passerà su aree non coperte dagli alberi. Con il suo radar, Biomass fornirà infatti anche informazioni sui ghiacciai e sul sottosuolo delle aree desertiche fino a cinque metri di profondità.

Il contributo italiano alla missione è dell’11% con varie aziende coinvolte nello sviluppo di componenti chiave, da Leonardo a Thales Alenia Space. Quasi interamente italiano è poi il lanciatore Vega-C, realizzato in gran parte da AVIO a Colleferro vicino a Roma. Inoltre i dati, che saranno messi liberamente a disposizione degli scienziati, saranno gestiti all’ESRIN di Frascati, la sede dell’Agenzia Spaziale Europea specializzata nell’osservazione della Terra.

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