La manovra di Bilancio, o legge finanziaria che dir si voglia, è stata licenziata con il via libera da parte del Consiglio dei Ministri il 15 ottobre. Tutto ciò che in queste ore si dice della manovra, dei vari provvedimenti – dal taglio del cuneo fiscale alla nuova IRPEF, dalle proroghe delle pensioni anticipate in scadenza il 31 dicembre prossimo al bonus nascite da 1.000 euro – è frutto di ciò che si è capito dalla conferenza stampa post Consiglio dei Ministri, poiché non c’è ancora un testo da leggere per capire bene i provvedimenti.
Dopo aver pubblicamente confermato alcuni provvedimenti, difficilmente ci potrà essere un passo indietro da parte del governo sulla manovra; tuttavia, non possiamo certo dare indicazioni sui provvedimenti che non possiamo leggere, sia dal punto di vista del loro funzionamento che della reale entrata in vigore.
Tuttavia, ciò che è successo il 15 ottobre scorso ha sortito un effetto: le pensioni sono diventate di nuovo l’argomento cardine, e sono aumentati i dubbi e le perplessità di molti nostri lettori.
«Buonasera, nel 2025 compio 64 anni di età e ho 25 anni di contributi, tutti nel periodo contributivo. Lo scorso anno mi sono fatto simulare la mia pensione futura ed è di 1.700 euro al mese. Significa che dovrei avere diritto alla prestazione. Non ho capito cosa è stato fatto dal governo con la manovra di Bilancio. Mi domando: mica sono cambiate le regole per questa misura? Soprattutto, sull’importo della pensione è cambiato qualcosa?»
Dopo la manovra che fine fa la pensione a 64 anni di età con 20 anni di contributi?
Il nostro lettore fa riferimento a una misura chiamata pensione anticipata contributiva. Si tratta di una misura strutturale del sistema, che fa parte del pacchetto delle pensioni anticipate ordinarie e, come tale, è sicuramente fruibile nel 2025. Ma qualcuno si chiede: come sarà fruibile? Con le stesse regole odierne o no?
Potrà sembrare una domanda fuori luogo, ma quando si tratta di leggi, provvedimenti, misure e normative nulla va lasciato al caso.
Nella manovra di Bilancio non è emersa alcuna novità riguardo alle pensioni anticipate, nemmeno per le pensioni anticipate contributive. Questo lascia presupporre che anche nel 2025 si dovrebbe poter andare in pensione con la stessa identica misura di oggi.
Con le stesse caratteristiche, gli stessi requisiti e le stesse modalità di fruizione. Usiamo ancora il condizionale perché la manovra deve ancora essere pubblicata, deve ancora entrare in Parlamento e quindi non abbiamo ancora certezze.
Pensione anticipata contributiva, tutti i requisiti 2024 e 2025
Nel 2024 la pensione anticipata contributiva si ottiene con le seguenti regole:
- Almeno 64 anni di età;
- Almeno 20 anni di contributi previdenziali versati;
- Assenza di contribuzione prima del 1996;
- Pensione pari ad almeno 3 volte l’assegno sociale, o pari a 2,8 volte per le lavoratrici con un figlio avuto, o pari a 2,6 volte per le lavoratrici con più figli avuti.
Se tutto resterà invariato, come sembra, quelli sopra citati saranno i requisiti da rispettare anche per il 2025. Mai dire mai nelle leggi di Stabilità, ed anche questa volta è meglio andare con i piedi di piombo. Meglio la cautela.
Basta, per esempio, che alla fine esca fuori che per le pensioni anticipate ordinarie si decida di aumentare di qualche mese la finestra di decorrenza del trattamento, e non si può escludere che la novità venga estesa ad altre misure, come, per esempio, la nostra pensione anticipata contributiva.
Lo scorso anno, per esempio, l’Ape sociale doveva prima essere cessata; poi si decise di confermarla e infine di inserire 5 mesi in più come limite di età e il divieto di cumulo dei redditi da pensione con i redditi da lavoro. Novità e correttivi che passarono quasi sotto traccia, di cui ci si rese conto solo quando la legge di Bilancio era quasi in Gazzetta Ufficiale.
L’assegno sociale incide e non poco, ecco come
Anche senza novità e con requisiti tutti confermati, qualcosa per la pensione a 64 anni di età con l’anticipata contributiva cambierà certamente. Perché l’importo soglia della prestazione, cioè il requisito aggiuntivo che impone al pensionato di arrivare a percepire una pensione in sede di liquidazione pari a 3 volte l’assegno sociale, cambierà sicuramente.
Essendo un requisito collegato all’assegno sociale, ed essendo l’assegno sociale uno strumento soggetto a variazioni di importo ogni anno, le cifre da raggiungere cambieranno. Per il nostro lettore, tuttavia, nulla dovrebbe cambiare. Sembra infatti che, avendo una ipotetica pensione liquidata da 1.700 euro al mese, potrebbe avere margine.
Anche perché la variazione dell’assegno sociale nel 2025 sarà minima, dato che minimo è stato il tasso di inflazione. Oggi una pensione pari a 3 volte l’assegno sociale corrisponde a 534,41 euro (importo dell’assegno sociale) moltiplicato per 3. In termini pratici, una pensione da 1.603,23 euro al mese.
Anche salendo in misura pari all’1,6% (che sarebbe l’ipotetico tasso di inflazione che presto l’ISTAT certificherà, come prassi vuole, entro il 20 novembre), l’assegno sociale non andrà oltre i 543 euro al mese, per una pensione anticipata contributiva minima da raggiungere pari a 1.629 euro al mese.
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