un passo avanti, ma mancano fondi e criteri uniformi

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In Italia, oltre 300 tra bar, ristoranti, gelaterie, pasticcerie, cioccolaterie e confetterie sono considerati locali storici, luoghi che non sono solo esercizi commerciali, ma veri e propri custodi di tradizioni, cultura e storia del nostro Paese. Per proteggere e valorizzare questo patrimonio inestimabile, è nato l’Albo nazionale delle attività commerciali, botteghe artigiane ed esercizi storici, istituito dal decreto legislativo 219 del 27 dicembre 2024, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 16 gennaio 2025. Mentre l’iniziativa viene accolta positivamente, si sollevano però alcune preoccupazioni sulla necessità di agevolazioni finanziarie e la definizione chiara dei criteri di accesso.

Caffè e locali storici: un’albo per proteggerli in Italia

Il decreto che ha istituito questo nuovo albo ha uno scopo chiaro e ambizioso: tutelare e dare valore alle attività commerciali con rilevanza storica, culturale o merceologica, in particolare quelle storiche. L’obiettivo principale è proteggere questi locali dalle pressioni delle grandi catene commerciali, che spesso rischiano di omologare e uniformare il paesaggio urbano, annullando le peculiarità storiche e culturali di questi luoghi. La tutela passa anche per la valorizzazione del patrimonio culturale e commerciale italiano, offrendo visibilità e riconoscimento a quei locali con almeno 50 anni di storia, oppure con altre caratteristiche particolari che ne giustifichino l’inclusione nell’Albo.

Il decreto 219 ha dunque il potenziale per diventare un punto di riferimento per tutti quegli imprenditori che hanno deciso di mantenere vive tradizioni secolari, offrendo loro una protezione istituzionale che fino ad oggi era mancata. Le finalità sono chiare: garantire la continuità di attività che sono state il cuore pulsante di una tradizione gastronomica e culturale che si riflette nell’identità dell’Italia stessa.

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Fipe a fianco dei locali storici italiani

Una notizia che ha trovato il plauso di Fipe-Confcommercio (Federazione italiana pubblici esercizi), che ha partecipato attivamente alla stesura del decreto, attraverso tavoli di lavoro con il governo. La Federazione si è mostrata soddisfatta per le modifiche apportate al testo finale, che accolgono in parte le loro indicazioni, soprattutto in merito alla possibilità di acquisire la qualifica di “esercizio storico di eccellenza” anche in caso di subentro, a patto che venga garantita la continuità dell’attività, dal punto di vista sia merceologico che strutturale. Questo aspetto, che permette di preservare l’identità dei locali anche nel caso di passaggio di gestione, rappresenta un importante passo avanti nella tutela del patrimonio commerciale italiano.

Soddisfatto in particolare Aldo Cursano, vicepresidente vicario della Fipe, per il quale è importante «difendere questi luoghi per difendere il patrimonio culturale e materiale del nostro Paese, e soprattutto le bandiere delle nostre città, che come tali vanno necessariamente salvaguardate e sostenute, se non vogliamo continuare ad assistere impotenti mentre questi locali cadono e chiudono come fossero birilli. Il grande orgoglio sarebbe continuare a raccontare la storia d’Italia attraverso i luoghi che hanno lasciato un segno indelebile, come anche memoria del commercio. Quindi, ben venga questo importante segnale, anche se devo dire che noi, come Confcommercio e come Fipe, che siamo stati parte attiva in questo percorso, avremmo preferito una definizione più precisa dei parametri per l’individuazione dei profili di questi esercizi storici.
Il decreto lascia infatti un ampio margine di spazio alle Regioni, e temiamo che, come al solito, se alcuni principi non vengono ben definiti dal centro, si rischi poi la disomogeneità tra Regione e Regione. Noi abbiamo estremamente sostenuto e proposto di fare riferimento esplicito alla norma UNI, che in questa direzione avrebbe davvero dato un contributo molto preciso e facilmente controllabile».

«Avremmo anche preferito che fosse alzata la soglia degli anni, ad esempio, a settant’anni, – continua Cursano – ma rimane comunque un aspetto importante, come riconoscimento. Infatti, da sempre sosteniamo l’importanza di trovare una modalità affinché queste attività storiche possano avere maggiori certezze sul luogo fisico in cui svolgere l’attività, rappresentando un patrimonio collettivo che va salvaguardato e valorizzato nell’interesse generale del Paese. Per questo motivo pensiamo che alcuni aspetti individuati in questo percorso e nel sistema di tutela messo in atto dal governo siano positivi. Accogliamo con piacere che la continuità storica sia considerata anche nel caso di cambio di gestione, perché la storicità è legata al luogo, all’attività e alla continuazione dell’unità in essere, indipendentemente dalle persone che possono cambiare».

«Tuttavia, c’è un aspetto fondamentale che manca: per mantenere in vita questi luoghi occorre una fiscalità dedicata e un aiuto finanziario concreto. Tutti sappiamo, io stesso gestisco uno di questi locali, che mantenere questi luoghi comporta costi molto elevati. I restauri e le ristrutturazioni impiegano il triplo del tempo rispetto a un locale normale e i vincoli impongono costi tali che sarebbe necessario un credito d’imposta per le ristrutturazioni di conservazione. Inoltre, occorre un sostegno finanziario con agevolazioni adeguate, altrimenti questi luoghi diventano insostenibili.

Quando si spengono queste luci, come ahimè molto spesso è accaduto nel nostro Paese, perdiamo tutti.

Quindi, è positivo questo riconoscimento, ma ora è il momento di lavorare per inserire misure che possano garantire un futuro sostenibile per questi luoghi. Ripeto, anche gli affitti e i costi di mantenimento sono una delle componenti che molto spesso portano alla chiusura di questi locali. Andiamo avanti positivamente, con una bella giornata finalmente, e un governo che dimostra sensibilità su ambiti estremamente importanti per il nostro Paese. L’arte e l’ospitalità sono i punti cardine della cultura italiana, e i locali storici sono monumenti vivi di una città. Essi danno il senso di appartenenza e di identità cittadina. Per questo accogliamo con estrema soddisfazione l’istituzione dell’Albo nazionale delle attività commerciali, botteghe artigiane ed esercizi storici, con lo scopo di tutelare e dare maggiore valore a queste attività con rilevanza storica, culturale e merceologica. L’obiettivo è anche proteggere questi luoghi dalle grandi catene industriali e commerciali che stanno, in qualche modo, banalizzando il mercato».

Locali storici italiani, i punti da chiarire omogeneità dei criteri

Come detto, non tutto è stato, infatti, definito in maniera chiara e definitiva. Restano da precisare alcuni aspetti fondamentali riguardanti i criteri per l’identificazione degli esercizi storici. Una delle preoccupazioni più rilevanti riguarda la possibilità che, lasciando un ampio margine di autonomia alle Regioni, si possa generare una disparità nelle modalità di riconoscimento degli esercizi storici. Ad esempio, l’inclusione di specifiche caratteristiche come l’arredo originale o la congruità delle ristrutturazioni con la storicità del locale – aspetti previsti dalla norma UNI 11891-1 – potrebbe non essere applicata uniformemente in tutta Italia, creando difficoltà per gli imprenditori che operano in più regioni. Fipe, dunque, sollecita un intervento per garantire che la normativa non diventi un sistema troppo frammentato, rischiando di creare disomogeneità e confusione.

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Per questo motivo, la Federazione suggerisce di fissare parametri chiari, universali e condivisi da tutte le regioni. Inoltre, Fipe ritiene che il limite di 50 anni di attività per poter accedere all’Albo non sia sufficiente a garantire la giusta protezione, e propone di elevare il requisito a 70 anni, considerando che l’esperienza storica di un esercizio commerciale si riflette in un patrimonio materiale e immateriale che merita di essere preservato nel tempo.

Sostegno finanziario: la priorità per la tutela dei locali storici

Al di là delle questioni legate ai criteri, un altro aspetto fondamentale per la protezione e la valorizzazione dei locali storici riguarda il sostegno finanziario. Alessandro Cavo, presidente dell’Associazione “Gli Storici” caffè e ristoranti storici d’Italia, ha sottolineato che, pur essendo soddisfatti della creazione dell’albo, è necessario che questo provvedimento venga accompagnato da misure concrete di supporto economico. Gli esercizi storici, infatti, non solo affrontano quotidianamente sfide legate alla gestione e al rispetto delle normative, ma si trovano anche a fare i conti con costi di manutenzione molto più elevati rispetto alla media, dati dalla necessità di conservare arredi originali, strutture antiche e il valore storico che contraddistingue il locale.

Fipe, pertanto, chiede che vengano introdotte agevolazioni nell’accesso al credito, incentivi per la manutenzione degli edifici storici, semplificazione delle procedure amministrative e misure per favorire l’efficienza energetica. Questi sono solo alcuni degli interventi necessari per garantire che i locali storici possano continuare a essere un punto di riferimento culturale, senza che il peso economico della loro gestione diventi insostenibile.

L’Italia senza i locali storici: una perdita inestimabile

Un altro aspetto che giustifica la creazione dell’Albo è la consapevolezza che l’Italia sarebbe ben diversa senza i suoi locali storici. Questi esercizi non sono solo luoghi dove consumare cibo e bevande, ma sono una vera e propria esperienza culturale che attrae turisti da tutto il mondo. Luoghi che raccontano storie, che hanno ospitato artisti, intellettuali e personaggi di ogni epoca. Ogni angolo, ogni tavolo, ogni arredo racconta un pezzo di storia che merita di essere preservato. Inoltre, la presenza di questi locali contribuisce a mantenere vive le tradizioni, dalla preparazione dei piatti alla gestione dei locali stessi, spesso tramandata di generazione in generazione.

Le attività storiche sono anche un importante attrattore turistico, soprattutto in quelle zone di grande valore storico e culturale. La loro conservazione non è solo una questione di rispetto del passato, ma anche una strategia per il futuro, che rafforza il legame tra il territorio e le tradizioni, incrementando il flusso turistico verso quelle aree.

Locali storici in Italia, passo importante, ma necessario supporto

La nascita dell’Albo Nazionale delle Attività Commerciali e degli Esercizi Storici è un passo importante per la valorizzazione di un patrimonio culturale unico al mondo. Tuttavia, affinché questa iniziativa possa davvero fare la differenza, è necessario un accompagnamento finanziario che aiuti i proprietari di locali storici a gestire le sfide quotidiane legate alla loro attività. L’introduzione di incentivi, agevolazioni fiscali e il rafforzamento del sistema di sostegno alle imprese sono le prossime sfide da affrontare per garantire che questi locali continuino a essere protagonisti nel panorama culturale e turistico italiano, per le generazioni future.

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