Chiusa l’indagine della Guardia di finanza che a maggio 2023 aveva portato a sette arresti. Nel mirino 38 imprese senza partita Iva
Hanno nascosto alle casse dello Stato oltre 35 milioni di euro di ricavi ed evaso l’Iva per 2 milioni e 700 mila euro. Al centro di un’articolata indagine della Guardia di finanza della compagnia di Treviglio ci sono 74 soggetti della Bassa bergamasca, legati a 38 imprese dell’edilizia privata, che, attraverso società «cartiere» e un giro di false fatture, si sarebbero fatti beffa del Fisco tra il 2019 e il 2022.
È il secondo capitolo dell’attività che a maggio 2023 aveva portato all’arresto, tra gli altri, di un commercialista e di un consulente del lavoro di Ghisalba e al sequestro preventivo ai fini della confisca di 6,6 milioni (ma ne furono trovati e bloccati soltanto 3). Dopo di allora, Procura e finanzieri si sono concentrati sull’individuazione dei presunti fruitori del sistema di frode. Nei confronti di questi ultimi, sono stati eseguite 50 attività ispettive in materia fiscale, di cui 32 nei confronti di soggetti privi di partita Iva. Altre 6 posizioni fiscali sono state segnalate ai reparti competenti per territorio.
Secondo le indagini, l’«ingente frode fiscale» organizzata dagli indagati principali, ha consentito alle 38 imprese edili individuate l’evasione di tutti gli oneri di natura fiscale e previdenziale, anche attraverso l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. Gli imprenditori edili che si sarebbero avvalsi di tale sistema, unitamente alle loro squadre di operai, sono risultati assunti formalmente, in qualità di dipendenti, dalle società cartiere controllate dalle 7 persone sottoposte a misure cautelari (carcere domiciliari) nel 2023, continuando a gestire di fatto le ordinarie attività aziendali. Lo schema ricostruito dai finanzieri prevedeva l’utilizzo di società di capitali attive nel settore dell’edilizia privata, amministrate da compiacenti «prestanome», aventi lo scopo di prendersi carico, solo formalmente, dei diversi lavori di svariati imprenditori edili, i quali, per l’esecuzione dei lavori già concordati con i clienti finali, si presentavano a quest’ultimi con il nome della società di turno scelta dall’organizzazione.
Il gruppo, curando gli aspetti della gestione amministrativa, finanziaria e previdenziale delle varie imprese occulte, sarebbe riuscito a mascherare la reiterazione di continue condotte evasive, realizzate mediante l’emissione di fatture soggettivamente fittizie, l’omessa o infedele presentazione di dichiarazioni fiscali e, conseguentemente, gli omessi versamenti di imposta.
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