Rifiuti, costi del servizio in aumento. I chiarimenti dell’assessore sulla tariffa puntuale

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L’assessore Baroncini fa chiarezza sulla tariffa puntuale

L’assessore Baroncini (il secondo da sinistra) durante l’inaugurazione dei nuovi cassonetti in centro a Ravenna nel 2023

Stessa provincia, stessa società, stessa tariffa sui rifiuti, ma due trattamenti diversi. Non si placano le polemiche sulla Tcp, la nuova tariffa corrispettiva puntuale che da quest’anno sostituisce la Tari e che verrà direttamente gestita e riscossa da parte di Hera. Come ormai noto, la multiutility ha introdotto un numero massimo di conferimenti annui di indifferenziata a seconda della numerosità della famiglia (qui tutti i limiti): i conferimenti aggiuntivi dovranno essere pagati extra (con tariffe che devono ancora essere rese note). A Cervia già dal 1° gennaio, a Ravenna, invece, a partire solo dal 2026. Ma dalle prime riunioni in corso nel Cervese, è emerso come a Ravenna – in pratica – i costi in più dovranno per forza di cose essere spalmati su tutti.

Abbiamo chiesto chiarimenti a Gianandrea Baroncini, assessore ai Rifiuti del Comune di Ravenna. Ci ha risposto inviandoci un testo, che dividiamo in paragrafi sulla base anche delle nostre domande.

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«Intanto una piccola premessa, è sempre giusto ricordare che dal 2019 quando iniziammo questo percorso di progressivo cambiamento dei servizi ad oggi, grazie allo sforzo della comunità ravennate la percentuale di raccolta differenziata nel Comune è passata dal 55% al 76% permettendoci di fare pienamente la nostra parte nel raggiungimento degli obiettivi del Piano Regionale dei rifiuti e soprattutto di mantenere gli impegni di dismissione del nostro termovalorizzatore per i rifiuti solidi urbani, di non dovere sostituire la discarica di via Romea che è in esaurimento e non può essere più ampliata».

Cosa cambia con la Tcp e cosa implica l’anno di transizione

«Per chiarezza di contesto dobbiamo sottolineare per noi enti locali la Tari prima, e Tcp ora, non costituiscono una voce che genera avanzo ma semplicemente sostengono la copertura dei costi del servizio. Il piano economico finanziario del gestore validato da Atersir determina l’ammontare del gettito da riscuotere e per quest’anno è in aumento. Questo ammontare può essere suddiviso tra le utenze domestiche e non domestiche del Comune con il metodo della Tari (che abbiamo conosciuto) o con quello della Tcp. Il meccanismo Tcp prevede che il montante sia diviso in componenti diverse. Oltre alla “quota fissa” e alla “quota variabile normalizzata” (metri quadrati e persone del nucleo o categoria produttiva) che determinavano la Tari, a regime si tiene conto di una quota variabile detta “aggiuntiva” in funzione dei conferimenti di indifferenziato, ossia di quante volte l’utenza espone il rifiuto indifferenziato. Ovviamente nell’anno di transizione non imputando a nessuno il pagamento della “quota variabile aggiuntiva” legata agli svuotamenti maggiori rispetto a quelli ricompresi nel calcolo della bolletta di base non si generano risorse in entrata da ridistribuire. Ma abbiamo ritenuto importante per la dimensione e la complessità del nostro tessuto sociale ed imprenditoriale, molto differente anche rispetto a quello di Comuni vicini come Cervia che legittimamente hanno scelto di andare subito a regime, costruire un intero anno di sperimentazione per andare a regime nel 2026. Questo in linea con il principio di gradualità che ha guidato tutto il percorso sin dall’introduzione progressiva dei nuovi servizi di porta a porta. Un anno insomma per consentire a Comune, gestore, utenze domestiche e non domestiche di familiarizzare con il nuovo sistema tariffario. Per questo, nonostante le esposizioni di ogni utenza saranno conteggiate, non saranno fatturati i conferimenti di indifferenziato del 2025 che superano quelli previsti nella quota variabile di base, ovviamente andando a disegnare una ripartizione del montante molto simile a quello che oggi abbiamo. Dal 2026 avremmo effetti di ridistribuzione sicuramente maggiori».

Si può dire che i più virtuosi pagheranno anche per chi non rispetterà il limite dei conferimenti?

«I conferimenti eccedenti dei non virtuosi non comporteranno costi aggiuntivi che saranno spalmati su tutti, perché già adesso i ritiri ci sono tutte le settimane e non ci saranno ritiri in più in quanto i servizi non cambiano».

Ma il costo aggiuntivo del servizio di raccolta rifiuti verrà spalmato su tutti. Di quanto stiamo parlando?

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«Il montante per il costo del servizio era comunque in aumento indipendentemente da Tari o Tcp. L’aumento sarà validato da Atersir. Solitamente entro maggio».

A regime, quanto costerà in media un conferimento aggiuntivo rispetto al limite previsto per ognuno?

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«Difficile oggi fare proiezioni sui costi degli svuotamenti aggiuntivi. Nei Comuni del nostro bacino che già utilizzano la tariffa puntuale per il classico bidoncino grigio si va da poco più di 1 euro a 4 euro a secondo di alcuni calcoli e di elementi che ad oggi non possiamo predeterminare».

A regime, chi resterà entro i limiti stabiliti, pagherà meno di oggi? Oppure pagherà come oggi?

«Capisco la domanda ma se devo proprio rispondere per il momento mi limiterei a dire che sicuramente il nuovo meccanismo a regime introduce un elemento di riconoscimento per chi è più virtuoso».

In conclusione, era inevitabile passare alla Tcp?

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«Arrivare dove siamo arrivati con questo lungo percorso e non introdurre la Tcp non ci permetterebbe di cogliere alcune opportunità. Trattandosi non più di un tributo ma di una tariffa, cioè del corrispettivo per un servizio ricevuto possiamo infatti ritrovare alcune sinergie con il gestore su bollettazione, riscossione e alcuni meccanismi di riequilibrio del montante soprattutto legati alla detraibilità per le utenze non domestiche che avevamo conosciuto in regime di Tia, a cominciare da una divisione più equilibrata del carico tra utenze domestiche e non domestiche, al netto delle modifiche particolari introdotte con le concertazioni degli ultimi anni. Sono opportunità che non potevamo lasciare cadere ora che finalmente, dopo tanti sacrifici, siamo in grado di “puntualizzare” volumetricamente l’indifferenziato conferito da tutte le utenze e spingere sempre più sul messaggio che meno si differenzia più alta sarà la produzione di indifferenziato e più alta la quota variabile aggiuntiva. Chi mediamente ha preso la mano con la gestione dei propri rifiuti, soprattutto in ambito domestico, si è sicuramente reso conto in questi anni che il residuo di “indifferenziato” è una quota molto inferiore rispetto a tutte le altre frazioni riciclabili».

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