IG2025: Identità Future – Cristina Ziliani: Guido Berlucchi, Main Partner di Identit&agrave

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Per il ventennale del congresso di Identità Milano (qui il programma dell’edizione 2025) la famiglia Ziliani proprietaria della Guido Berlucchi, realtà storica franciacortina, si presenta alla manifestazione meneghina con un ruolo da Main Partner per affiancare i progetti di Identità Golose come negli anni passati, da Expo 2015 alle edizioni in America per un decennio, al supporto per il lancio a Milano dell’Hub di Via Romagnosi.

I contenuti di questa nuova partnership vengono raccontati in questa intervista con Cristina Ziliani, vicepresidente e responsabile delle Relazioni Esterne; per noi di Identità è una persona speciale che ci ha supportato e con la quale condividiamo il futuro dei nostri progetti, e che potrete ascoltare il 22 febbraio 2025 sul palcoscenico dell’Auditorium, alle ore 16:30, con un simposio dedicato all’enoturismo.

20 anni di Identità Milano: cos’è cambiato negli ultimi 20 anni in questo settore e quali sono i progetti del Futuro per la Guido Berlucchi?
Quella con Identità Golose è una collaborazione, o meglio un rapporto di reciproca fiducia, stima e amicizia che dura da 20 anni. Un legame che quest’anno abbiamo voluto rimarcare ulteriormente grazie al nostro ruolo di Main Partner. I cambiamenti in questi ultimi 20 anni sono stati innumerevoli, sarebbe impossibile riassumerli in poche righe. Il settore vino è innegabilmente in costante evoluzione, con un mercato delle bollicine che registra una continua crescita, in controtendenza rispetto agli altri fine wines. In questo scenario molto complesso e articolato, dove fare previsioni è molto difficile, è quanto mai cruciale mantenere e rafforzare la relazione con la ristorazione, ovvero “l’ambiente naturale” dove i nostri vini possono esprimersi al meglio, e garantire la presenza dei produttori vitivinicoli in contesti cibo-vino-cultura, come lo è il palcoscenico di Identità Golose, per avvicinarsi sempre di più agli eno-appassionati attraverso un approccio dedicato. Il consumatore oggi è molto più esigente rispetto al passato e si sta abituando a bere vini di grande qualità, non solo limitatamente alle occasioni speciali. Per noi che apparteniamo a questo meraviglioso territorio – la Franciacorta – è motivo di orgoglio far conoscere ciò che questa terra ha da offrirci: per questa ragione è fondamentale continuare a lavorare sulla qualità e anche sul posizionamento di prodotto. All’estero, dove siamo un’identità di élite, lavoriamo affinché si possa diffondere il concetto di artigianalità anche nei vini, cercando il più possibile di limitare il confronto con altri territori – italiani e non – vista l’unicità del nostro prodotto e la nostra natura di “boutique retailer”. 

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Nel mercato italiano, che è quello principale per Berlucchi e per l’intera Franciacorta, proseguiamo il nostro percorso cercando di ricoprire un ruolo sempre più da protagonista, anche in termini di responsabilità sociale. Grazie ad Academia Berlucchi, ci siamo avvicinati molto al pubblico: la volontà è quella di dare il nostro contribuito, offrendo un palcoscenico dove poter condividere idee e progetti per tutti. Vogliamo far capire quanto siamo radicati nel nostro territorio e quanto ci crediamo. Oltre a ciò, stiamo dando molta importanza anche all’ospitalità. Quest’anno, a tal proposito, ricorre il decimo anniversario da quando abbiamo aperto per la prima volta le porte della nostra cantina agli enoturisti. In verità, questa idea di mostrare a tutti dove nascono i nostri vini e la passione con cui lavoriamo ogni giorno era già presente in noi sin dai primi anni ’60 quando, all’epoca, l’attività di accoglienza era dedicata solo al trade e agli operatori di settore. Dall’inizio dell’anno, perciò, abbiamo avviato un progetto ben strutturato per poter affinare e sviluppare ancora di più le attività di Hospitality, non solo in Berlucchi Franciacorta, ma anche nelle altre cantine appartenenti al gruppo di famiglia, gestito da me e i miei fratelli, ovvero Antica Fratta, piccola ed esclusiva realtà franciacortina, Caccia al Piano, a Bolgheri, e Vigne Olcru, in Oltrepò pavese. Parliamo di un piano molto ambizioso e stimolante che andrà a rafforzare il nostro ruolo nei territori di riferimento.

La recente campagna pubblicitaria a Times Square di New York con la limited edition Franciacorta Berlucchi ’61 Extra Brut testimonia la vostra popolarità nella Grande Mela e, senza dubbio, confermato la maestosità di un grande lavoro in cantina, il mercato americano resta il vostro primo mercato?
All’estero, quindi anche negli Stati Uniti che, dopo l’Italia e l’Europa, è senza dubbio il mercato più importante, questo vale ancora di più: oggi Franciacorta non è il modello italiano dello Champagne, bensì un modello di artigianalità Made in Italy. Una conoscenza approfondita del fare vino in Italia e che nella Franciacorta trova la sua massima espressione. Questo va comunicato adeguatamente poiché trascina con sé una serie di valori che oggi il consumatore vuole ritrovare nel vino che sta scegliendo. Uno dei nostri asset principali è senza dubbio la multicanalità. La diversificazione di prodotto introdotta e affinata negli anni, ci ha consentito di dialogare con segmenti di pubblico diversi tra loro. Produciamo vini destinati a tutte le occasioni di consumo, senza per questo rinunciare al livello altissimo di qualità che contraddistingue i nostri prodotti. Questa expertise ci ha permesso di modulare al meglio l’approccio verso il pubblico e di conseguenza anche la nostra comunicazione: la campagna di Times Square è stata più di un semplice riflettore, la possiamo definire come una celebrazione della reputazione in ascesa del Franciacorta. Con iniziative come questa, puntiamo a diffondere l’eccellenza italiana a un pubblico sempre più ampio e a tracciare un percorso sempre più luminoso per Berlucchi Franciacorta, raccontandoci anche con un tocco di ironia.

In merito alla tendenza dei vini no alcool o low alcool come state approcciando questo nuovo segmento di mercato?
I vini no o low alcool rispondono ad un’esigenza dei consumatori che è frutto di una sempre più crescente attenzione nei confronti della propria salute. Questa premessa è senza dubbio positiva, in generale, poiché dimostra una maggiore cura rispetto a ciò che si porta in tavola. Ad oggi è per noi prematuro esprimerci in merito a questo trend. Da sempre infatti, prima di introdurre una novità o intraprendere una nuova strada, ci preoccupiamo di avere a disposizione tutti gli elementi necessari affinché il rigore qualitativo venga mantenuto. Parliamo di un percorso molto lungo e, nel caso specifico del metodo classico, molto complicato soprattutto da un punto di vista tecnico. Quello che in Berlucchi già svolgiamo da anni è la promozione di un consumo di vino consapevole. La degustazione che segue la visita in cantina rappresenta il momento cruciale di questa esperienza immersiva in Berlucchi: la presenza di sommelier professionisti guida i visitatori verso una sempre maggiore conoscenza del vino, trasmettendo l’importanza del bere bene, ma moderatamente.

Dal 2019 avete creato Academia Berlucchi quali progetti state sviluppando a proposito?
Come anticipato nella prima risposta, con l’istituzione di Academia Berlucchi abbiamo voluto mostrarci in un’altra veste, riscoprendoci promotori culturali per le nostre comunità. Academia Berlucchi – Il Circolo Virtuoso del Sapere è un progetto voluto da me e dai miei fratelli per stimolare confronti e riflessioni su un futuro in armonia con il territorio. Academia Berlucchi si pone come moderna agorà dove brillanti e note personalità – provenienti da ambiti diversi, non solo enologici o agricoli, ma unite da una comune visione – si confrontano per stimolare e condividere pensieri e proposte su tematiche legate alla sostenibilità, alla cura del territorio e all’innovazione, per una visione di un domani più sensibile e resiliente. La prima edizione è stata nel 2019 nella cornice dello nostro storico Palazzo Lana a Borgonato e ha avuto come tema Territori sostenibili, nella più ampia accezione: dall’arte alle pratiche agricole, dal cibo all’architettura ed al Design, passando per l’ambiente, con grandi ospiti come Mario Tozzi, Vittorio Sgarbi, Antonia Klugmann e Tony Chambers. Per la seconda edizione il tema è stato quello delle Generazioni di talento, ovvero come affrontare la grande sfida dell’alleanza tra generazioni per creare, trasferire ed alimentare nuovi talenti. Da qui poi nel 2023, in occasione di Brescia e Bergamo Capitale Italiana della Cultura, è nato il progetto di Vite operose, un’esperienza incredibile che ha coinvolto studenti, giovani artisti, istituzioni e che ha portato alla nascita di tre opere d’arte installate tutt’oggi in tre luoghi del sapere. E così via… E visto che siamo in tema di progetti, il prossimo 10 maggio, abbiamo in programma un evento presso il Teatro Grande di Brescia e sarà per la prima volta aperto a tutti. Questa scelta è la naturale evoluzione di un progetto attraverso cui Berlucchi vuole crescere insieme al territorio e al suo pubblico in ambiti che vanno oltre il vino e che interessano la società. Non posso anticipare altro al momento, ma sarà un appuntamento da non perdere.



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