Un bambino che guarda in alto e il cielo è sempre più blu. Anzi, “azzurro” per la precisione. Sui canali social il Gruppo Lufthansa ha scelto un classico italiano per aprire le porte a Ita Airways, a nozze e closing consumati, con tanto di nomina del Consiglio di amministrazione, che si è già riunito per la prima volta. E il 23 gennaio c’è già in agenda un appuntamento con i sindacati.
E allora eccolo il manifesto dell’alleanza, pubblicato sulla pagina Linkedin della compagnia tedesca: “Benvenuta nella famiglia del Gruppo Lufthansa, Ita Airways. Siamo emozionati di decollare insieme per rendere il cielo più azzurro. Siamo lieti di diventare ancora più internazionali, più diversificati e di avere ancora più scelta per i nostri viaggiatori”. In coda al breve messaggio d’auguri un altro mantra: stay tuned.
Già pienamente sintonizzato, come detto, il Cda, che confermando le indicazioni dell’Assemblea, ha attribuito a Sandro Pappalardo la carica di presidente e a Jörg Eberhart l’incarico di amministratore delegato. Contemporaneamente è stato sancito l’ingresso ufficiale della compagnia italiana nel Gruppo Lufthansa, con una partecipazione del 41% del capitale in Ita, pari a 325 milioni. Per ora il 59% resta al ministero dell’Economia, azionista unico.
Di seguito gli altri step: tra fine anno e il 2029 Lufthansa potrà rilevare un ulteriore 49%, versando altri 325 milioni. Nel 2030, poi, il Gruppo tedesco avrà la facoltà di rilevare l’ultima fetta del 10% pagando 79 milioni e raggiungendo la somma totale di 829 milioni in base all’accordo siglato nel luglio 2023.
Come ha sottolineato Pappalardo, «si apre una fase nuova per Ita, che in poco più di tre anni di operatività e partendo come una start-up è riuscita a raggiungere risultati importanti che hanno convinto un partner industriale così rilevante come Lufthansa a credere nel progetto e a investire nella compagnia. Insieme ai nuovi membri del Cda e al management della compagnia proseguiremo nel percorso di crescita di Ita con il pieno supporto del Gruppo Lufthansa, per continuare a rappresentare l’Italia nel mondo e rendere i nostri passeggeri sempre più orgogliosi di volare con noi».
«La compagnia da oggi è più solida – ha osservato Eberhart – e, anche grazie agli ottimi risultati raggiunti finora, pronta ad affrontare nuove sfide in un mercato molto competitivo, soprattutto a livello domestico. Il Gruppo Lufthansa con Ita è ancora più forte e sono sicuro che grazie alle sinergie con gli altri vettori del Gruppo potremo cogliere importanti opportunità di crescita, potendo contare su una flotta tra le più giovani ed efficienti in Europa e su professionalità di assoluto valore».
Due membri su cinque del comitato esecutivo di Ita Airways sono nominati dal Gruppo Lufthansa con effetto immediato: Lorenza Maggio assume la posizione di chief strategy and integration officer (Csio) e diventa membro del Cda di Ita, Michael Trestl dal primo febbraio sarà responsabile dell’integrazione olistica di Ita nel Gruppo Lufthansa in qualità di Ita implementation officer e si trasferirà da Austrian Airlines alla sede centrale del Gruppo Lufthansa a Francoforte.
PRO E CONTRO
Indubbiamente il matrimonio tra Ita e Lufthansa costituisce un momento cruciale per l’aviazione italiana dopo l’addio ad Alitalia nel 2021. Se da un lato, infatti, si intravedono possibilità di crescita, dall’altro spuntano interrogativi sul ruolo strategico di una compagnia di bandiera in un Paese che aspira a essere leader nel turismo mondiale.
Come scrive il Corriere della Sera, l’Italia “è il quinto mercato al mondo per numero di passeggeri internazionali e tra i peggiori per capacità di fare supporto alla mobilità intercontinentale dei viaggiatori”. In questo, quindi, il ruolo di Lufthansa potrebbe essere decisivo, trainando maggiori flussi verso l’hub di Roma.
D’altronde, i numeri di Iata sono senza appello: “Dal 2014 – cita sempre il Corsera – l’indice di connettività aerea internazionale dell’Italia è aumentata del 36% all’interno della regione europea e del 55% con tutte le altre regioni”. Il problema è che “appena il 2% di tutti i passeggeri in arrivi in Italia dall’estero ha proseguito il viaggio con un volo nazionale“. Inammissibile per un Paese con un appeal come l’Italia.
Tre comunque gli aspetti positivi, a partire dal fatto che la partnership potrebbe portare benefici in termini di competitività internazionale.
– Miglioramento dell’efficienza operativa: Ita beneficerà delle sinergie offerte dal Gruppo, come una gestione più razionale delle rotte e una riduzione dei costi.
– Espansione delle rotte a lungo raggio: Roma Fiumicino potrebbe diventare un hub cruciale per i voli intercontinentali, migliorando i collegamenti verso il Nord America e l’Asia.
– Potenziamento della qualità del servizio: L’integrazione nel network Lufthansa potrebbe portare a un miglioramento degli standard, soprattutto per i passeggeri business e premium.
I dubbi riguardano il ruolo della compagnia di bandiera, da sempre elemento cardine per l’Italia, ma che rischia un forte ridimensionato. Il rischio, insomma, è che Ita perda la sua identità nazionale. Con Lufthansa in plancia di comando le decisioni potrebbero essere prese secondo priorità che non per forza corrispondono agli interessi del Paese.
Buona fortuna, Ita. O meglio: Viel Glück! Tanto per restare in tema.
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