Strage di Bologna: Cavallini e noi

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Cavallini condannato anche in Cassazione per la strage di Bologna? E chissenfrega!

Chissà in quanti lo hanno pensato, sussurrato, esclamato e persino scritto, magari vestendo appena, appena il concetto con parole più studiate: è stato un processo “politico” ovvero un processo che non è servito a trovare la verità ma a fissare una verità buona per gli amici dei giudici. Naturalmente tutti rossi: gli amici ed i giudici.

Aggredire l’autorevolezza, fondata su competenza ed imparzialità, della giurisdizione ha a che fare culturalmente con l’assalto all’autorevolezza del metodo scientifico: i medici dicono che contro certe infezioni servono gli antibiotici? E chissenfrega! I medici dicono soltanto ciò che vogliono i loro amici delle case farmaceutiche.

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L’assalto alla autorevolezza della giurisdizione, così come quello al metodo scientifico, è proprio di tutte le destre suprematiste che stanno scalando classifiche elettorali e occupando saldamente le stanze del potere istituzionale: il giro d’orizzonte dello sguardo parte da Trump ed arriva a Meloni, incrociando Regno Unito, Francia, Germania, Austria, Ungheria, Polonia, Romania etc…

In Italia l’assalto alla autorevolezza della giurisdizione non viene portato soltanto dai neri che non possono accettare che i camerati di un passato molto più prossimo di quello in cui Almirante faceva il repubblichino a Salò con i nazisti, siano inchiodati alle loro responsabilità per la “strategia della tensione” e per le bombe “mafiose” del ’89-94, viene portato da tempo anche dai Berlusconi&sons, fedeli alla linea del fondatore che ha sempre cercato di difendersi “dal” processo e non “nel” processo (Trump non può che inchinarsi davanti a tale precursore).

L’assalto italico alla giurisdizione passa infatti dalla separazione delle carriere, dall’annichilimento della rappresentatività del CSM, dalla mortificazione della funzione dei tribunali (dove alle croniche carenze si è aggiunto il flop del processo penale telematico) e della efficacia delle investigazioni, dal clamoroso disconoscimento della Corte Penale Internazionale (Tajani che dice: noi Netanyahu non lo arrestiamo), fino ad una specie di assoluzione “differita”, con tanto di risarcimento nel pubblico discorso, dei condannati di Mani Pulite, che naturalmente è ormai, per la maggior parte degli italiani, la madre di tutti i “processi politici”.

Si incaricherà probabilmente la Commissione Parlamentare antimafia guidata dalla Colosimo (che non si vergogna della foto che la ritrae abbracciata e sorridente con Ciavardini, altro nero condannato per la strage di Bologna), di guidare lo specifico attacco a quell’altro esemplare di giurisdizione “politica”: quella che a Palermo, sotto la guida di Gian Carlo Caselli, impalcò i processi Andreotti e Dell’Utri.

A coloro che ritengono guerra e violenza le uniche levatrici della storia serve sempre il “Chissenfrega!”: serviva ai conservatori italiani dopo il biennio rosso, serve oggi ai conservatori occidentali traumatizzati dal rimescolamento del potere globale. Perché serve il “Chissenefrega!”? Perché autorizza a disprezzare ogni mediazione da “azzeccagarbugli”, ogni principio auspicabilmente universale, eccezionalmente eretto a “sovrano” sulle volontà di potenza di chicchessia dopo l’orrore della seconda guerra mondiale. Perché consente di riordinare il Mondo attraverso la più semplice, duttile e potente delle distinzioni elementari: amici e nemici. Il trionfo della cultura mafiosa! Gli amici, che stanno dentro il medesimo “anello”, si difendono, chi invece sta fuori dalla cerchia, dalla famiglia, dalla tribù, dalla razza, dal club, può finire annegato in mare, bruciato vivo sotto i bombardamenti, senza che nessuno paghi.

Le vite non valgono tutte allo stesso modo. Il “Chissenfrega!” serve a fare la guerra ed è esattamente a questo ci stiamo preparando come allora, in modalità mai viste prima, nemmeno dopo i massacri in Ucraina e Medio Oriente. Nessuno per altro mi toglie dalla testa che Brexit sia stata il prequel di questo precipitare.

Basta quello che stiamo facendo per opporci al “Chissenfrega!”? Basta cioè ribadire in forma più o meno efficace le ragioni della forza del diritto? Basta spiegare quanto siano state avanzate e rivoluzionarie in tal senso le “Carte” fondamentali che hanno cavato almeno una parte di umanità dagli orrori dei totalitarismi? Quanto sia stata “miracolosa” la devoluzione volontaria di sovranità che ha fatto nascere quella che oggi chiamiamo Unione Europea? No, non basta! Non basta pechè negli ultimi trent’anni (cioè almeno dalla guerra nella ex Jugoslavia), non abbiamo saputo opporci adeguatamente alla corruzione profonda di queste architetture giuridiche (e scientifiche!). Non abbiamo saputo evitare che i più vulnerabili maledicessero queste architetture perché incapaci di difenderli: sono le vittime dei massacri di Srebrenica, del Medio Oriente, sono i senza-lavoro figli della delocalizzazione, i senza-terra figli delle devastazioni ambientali, i senza-diritti nelle campagne dove la legge è quella del padrone, i senza-nome annegati come topi nel Mediterraneo. Servirà qualcosa d’altro e non so cosa.

Dio non voglia che serva un altro dopo guerra.

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