Da febbraio gli agenti di polizia italiani pattuglieranno assieme ai colleghi sloveni e croati la frontiera esterna dell’Unione europea, presidiando in particolare il confine tra Bosnia e Croazia.
Una svolta che, negli auspici dei tre Paesi, potrà rappresentare a livello europeo un modello di collaborazione nella gestione della sicurezza, tanto per fronteggiare l’immigrazione illegale, quanto per prevenire possibili infiltrazioni terroristiche.
Un salto di qualità sotto il profilo operativo e della cooperazione trilaterale che dovrebbe portare a raggiungere anche un altro obiettivo: il ritorno alla libera circolazione tra i Paesi dell’Ue. Possibilmente nel corso del 2025.
La firma
A sancire l’avvio del nuovo modello dei controlli è stata la firma del memorandum d’intesa operativo per l’attuazione delle pattuglie congiunte: a sottoscriverlo sono stati lunedì 20 gennaio i massimi dirigenti della polizia dei tre Paesi nell’ambito del sesto vertice trilaterale a Nova Gorica con i ministri degli Interni Matteo Piantedosi, Boštjan Poklukar (Slovenia) e Davor Božinović (Croazia).
Il memorandum è stato firmato da Claudio Galzerano, direttore generale della Direzione centrale dell’immigrazione e della polizia delle frontiere, e dagli omologhi di Lubiana e Zagabria, Damjan Petrič e Nikola Milina.
Area Shengen
Piantedosi ha anticipato che le pattuglie miste partiranno «nelle prossime settimane, entro febbraio» e che l’efficacia di questi controlli sulla frontiera esterna dell’Unione europea sarà fondamentale per consentire poi di togliere i controlli sui confini interni, ripristinando quindi la libera circolazione nell’area Schengen che è ormai sospesa ininterrottamente dall’ottobre del 2023.
«Il reale obiettivo a cui tende la collaborazione di questo importante formato trilaterale non è certo quello di contraddire i principi che sono dietro la libera circolazione» ha premesso il ministro, rimarcando come adesso lo scopo primario sia proprio «la collaborazione nel controllo sulla frontiera esterna dell’Unione europea».
«Parte dalla sottoscrizione del memorandum la realizzazione di questo obiettivo – ha continuato Piantedosi –. Ci sarà una sperimentazione per i primi tre mesi e noi confidiamo che possa funzionare anche nella logica di costituire per altri Paesi, che sono al di là dei confine europeo, un riferimento di come sia possibile attuare collaborazioni proficue dal punto di vista del contrasto al traffico irregolare dei migranti ma anche, più in generale, per la prevenzione antiterrorismo».
Ancora da stabilire il numero di agenti italiani destinati alle attività di pattugliamento congiunto sulla frontiera esterna dell’Unione. Intanto, secondo il titolare del Viminale, «se i nostri obiettivi saranno confermati noi immaginiamo che entro il 2025, ripristineremo anche formalmente la libera circolazione nell’area Schengen».
Il ministro Piantedosi
In attesa del ritorno alla normalità, Piantedosi ha voluto ancora una volta mettere in evidenza i buoni risultati della collaborazione tra i governi di Roma, Lubiana e Zagabria: «Il nostro formato trilaterale è ormai consolidato, un modello di collaborazione che ci consente di portare avanti una comune strategia sia a livello europeo che nei Balcani. E in particolare, la firma odierna del memorandum sui pattugliamenti congiunti alla frontiera esterna della Croazia rafforza la collaborazione transfrontaliera per il contrasto ai trafficanti e alla migrazione illegale attraverso la rotta balcanica».
La rotta balcanica
Buoni risultati che il ministro dell’Interno ritiene comprovati anche dai numeri: «La vistosa riduzione dei flussi attestata da Frontex lungo la rotta balcanica (arrivi calati del 78% nel 2024 rispetto all’anno precedente ndr), e i dati dei movimenti registrati al confine, dimostrano che il temporaneo ripristino dei controlli interni alle nostre frontiere ha prodotto un effetto deterrente sugli ingressi irregolari. Per quanto riguarda l’Italia, dal 21 ottobre 2023 al 15 gennaio 2025 abbiamo rintracciato in ingresso, dal confine con la Slovenia, circa 6.200 migranti irregolari, il 48% in meno rispetto al periodo che va dal 21 ottobre 2022 al 15 gennaio 2024. Dall’inizio della misura, a seguito dei controlli – ha aggiunto Piantedosi – circa 2.300 persone sono state denunciate e 318 arrestate e, di queste, 160 per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Quanto alla prevenzione del terrorismo, nello stesso periodo abbiamo segnalato 188 persone alla banca dati di polizia Schengen».
Restando sul tema immigrazione, il ministro ha osservato che «Trieste e il Friuli Venezia Giulia danno un contributo significativo al sistema dell’accoglienza nazionale».
«L’anno scorso – ha ricordato – abbiamo trasferito da Trieste circa 2.400 persone e duemila l’anno precedente. I riferimenti che mi arrivano dalla città danno il fenomeno in diminuzione, complice anche il calo dei flussi in ingresso. Sulla situazione sono continuamente sollecitato e in contatto con il sindaco e il presidente della Regione. Confidiamo, attraverso la prosecuzione di questa collaborazione, di arrivare alla progressiva eliminazione di questa sofferenza e alla normalizzazione delle presenze a Trieste». —
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