Ok il discorso di Trump, ma cosa farà davvero? Ecco cosa prevedono gli ordini esecutivi: corruzione, immigrazione e trasparenza (contro il deep state americano) – MOW

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Donald Trump giura come 47º presidente degli Stati Uniti e lancia una “rivoluzione” politica basata su trasparenza e riforme radicali. Tra le prime mosse: 200 ordini esecutivi, un organismo di supervisione indipendente e la declassificazione di file storici. Sostenitori e critici si dividono sull’impatto di questo approccio deciso

La “Rivoluzione Trump” è ha preso il via ieri, con il giuramento di Donald J. Trump come 47º presidente degli Stati Uniti d’America, che si è tenuta nella suggestiva Rotonda del Campidoglio. Riforme radicali, trasparenza e azioni decise saranno i pilastri del suo mandato, fin dal primo giorno. Dopo aver vinto le ultime elezioni presidenziali con numeri record, Trump ha chiarito la sua intenzione di proseguire su questa scia, inaugurando il suo nuovo incarico con una raffica di ordini esecutivi, si vocifera circa 200, mirati a combattere corruzione e politicizzazione: oltre che promuovere una maggiore trasparenza nel governo. Il giuramento segnerà l’inizio di un piano ambizioso che Trump ha definito come una rivoluzione politica e amministrativa. I suoi primi 100 giorni di presidenza, già sotto il microscopio di analisti e critici, prevedono riforme destinate a trasformare il funzionamento del governo federale, focalizzandosi su trasparenza, efficienza e giustizia.

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Le promesse del neo-presidente includono misure volte a snellire la burocrazia, ridurre l’influenza politica nei dipartimenti governativi e creare un sistema di supervisione indipendente per monitorare l’operato delle istituzioni. Il primo giorno di presidenza sarà il banco di prova per questa visione, un momento cruciale che darà il tono al suo mandato e che potrebbe rappresentare una vera svolta nella governance americana. Trump ha annunciato la creazione di un organismo di supervisione indipendente per monitorare l’operato dei dipartimenti federali. Questo organismo avrà il compito di individuare abusi di potere, conflitti di interesse e inefficienze, rendendo i processi decisionali più trasparenti. La nuova amministrazione intende affrontare anche la cosiddetta “porta girevole” tra pubblico e privato, limitando la possibilità per ex funzionari governativi di ricoprire ruoli in aziende direttamente collegate alle loro precedenti responsabilità pubbliche. Questa misura mira a ridurre influenze indebite e conflitti d’interesse, garantendo un sistema amministrativo più neutrale e soprattutto indipendente. Uno degli ordini esecutivi previsto nella giornata di oggi sarà la la revoca delle autorizzazioni di accesso ad informazioni sensibili per 51 ex dirigenti dei servizi segreti che, durante le elezioni del 2020, firmarono una lettera definendo la vicenda del laptop di Hunter Biden come “disinformazione russa”. La decisione, secondo Trump, mira a ritenere responsabili coloro che, a suo dire, avrebbero influenzato l’opinione pubblica con false dichiarazioni. Gli ex funzionari coinvolti hanno sempre sostenuto di aver agito secondo le informazioni disponibili: ma è si trattato chiaramente di un episodio screditante che ha esposto irrimediabilmente la politicizzazione dell’intelligence americana. Ed è proprio il ridimensionamento della politicizzazione nei dipartimenti di giustizia e sicurezza che Trump ha tra gli obiettivi primari. Ha infatti dichiarato di voler rivedere le nomine dirigenziali, assicurando che siano basate su meriti professionali e non su affiliazioni politiche o appartenenze a categorie “privilegiate”. “È tempo di riportare professionalità e neutralità nelle istituzioni che servono il popolo americano,” ha sottolineato.

Tra gli ordini esecutivi che sono stati firmati figura il ripristino delle politiche di tolleranza zero ai confini, incluso il rafforzamento del muro tra Stati Uniti e Messico per garantire la sicurezza nazionale e tutelare i posti di lavoro per i cittadini americani. E non solo: in una mossa definita una “spinta massiccia per la trasparenza”, Trump ha promesso di rendere pubblici i file relativi agli omicidi di John F. Kennedy, Robert F. Kennedy e Martin Luther King Jr. La declassificazione di questi documenti mira a fornire al popolo americano la verità completa su alcuni degli episodi più controversi della storia americana. Le iniziative di Trump non sono prive di critiche. Gli oppositori temono che l’uso massiccio di ordini esecutivi possa aggirare il Congresso e approfondire le divisioni politiche. Alcuni analisti mettono in guardia sui rischi di una politica troppo aggressiva, che potrebbe avere ripercussioni a lungo termine. Ma i sostenitori di Trump lodano il suo approccio deciso e la volontà di mantenere le promesse elettorali. La sua strategia, affermano, rappresenta un passo necessario per ripristinare la fiducia nelle istituzioni americane e garantire che servano il popolo e non gli interessi privati o politici. La rivoluzione Trump segna l’inizio di un nuovo capitolo nella politica americana: chissà se questo approccio possa essere volano di cambiamento anche per tutti quegli stati mondiali che oggi stanno a guardare.





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