Automazione, machine learning e sistemi avanzati di AI applicati al mondo del lavoro stanno completamente ridisegnando le skill richieste, la natura delle professioni e, di conseguenza, le stesse modalità di apprendimento. La trasformazione in atto è epocale: non si tratta soltanto di adattare le tecnologie esistenti, ma di ripensare il modo in cui le persone e le organizzazioni agiscono e interagiscono.
In uno scenario in rapida evoluzione, la capacità di adattarsi è diventata una qualità imprescindibile e aggiornare le proprie competenze non è più un’opzione, ma una necessità. Partecipare a corsi di formazione specifici sull’AI, sperimentare direttamente con strumenti basati su questa tecnologia e coltivare una mentalità aperta al cambiamento sono solo alcuni dei modi per migliorare concretamente la propria capacità di adattamento.
L’indagine “AI Generation: come i giovani vedono il futuro del lavoro nella rivoluzione tecnologica” di Futureberry
Partendo da queste considerazioni, l’indagine AI Generation: come i giovani vedono il futuro del lavoro nella rivoluzione tecnologica, promossa da Futureberry, mette in luce la percezione di giovani studenti e lavoratori dai 20 ai 30 anni rispetto all’AI e al suo impatto sul mondo del lavoro, evidenziando come le nuove generazioni stiano accogliendo l’intelligenza artificiale non solo come una sfida, ma anche come un’opportunità per crescere professionalmente.
Dai risultati emerge, infatti, una forte familiarità con l’AI e una percezione prevalentemente positiva verso questa tecnologia. L’82% degli intervistati si dichiara empatico nei confronti dell’AI e la associa prevalentemente ai concetti di innovazione, futuro e progresso, mentre il 73% si sente pronto ad affrontare le sfide che l’introduzione di tali tecnologie comporta nel contesto lavorativo. Questa fiducia riflette la consapevolezza dei giovani rispetto al potenziale dell’AI, non solo in termini di efficienza e innovazione, ma anche come leva per nuove opportunità di crescita.
Tra i punti di forza maggiormente riconosciuti all’intelligenza artificiale, il 54% del campione ne sottolinea l’utilità in alcuni campi innovativi, per un altro 45% l’AI migliora l’efficienza di alcuni processi lavorativi, mentre per il 40% facilita lo studio e la formazione.
I livelli di competenza
Un aspetto particolarmente interessante è la diversità dei livelli di competenza dichiarati dal campione. Il 27% degli intervistati afferma di avere una buona comprensione degli strumenti e delle dinamiche legate all’AI, mentre il 55% ammette di possedere una conoscenza più superficiale, ma sufficiente per orientarsi. Questo indica come la formazione e l’aggiornamento continuo siano elementi fondamentali per preparare i giovani al mondo del lavoro del futuro.
Tra i fattori ritenuti più utili per affrontare il mercato del lavoro in evoluzione troviamo l’utilizzo pratico degli strumenti di AI (51%), la formazione specifica (39%) e gli aggiornamenti sull’uso di tali strumenti (37%), mentre minor rilievo è attribuito all’inserimento dell’AI nei piani di studio.
Sul fronte della fruizione, il 79% degli intervistati ha avuto esperienze dirette con l’AI e il livello di soddisfazione è molto alto, pari a 7,5 su una scala di 10 (il 45% ha assegnato un voto tra 8 e 10).
Le opportunità offerte dell’AI nel campo education
Anche le opportunità offerte dall’AI nel campo dell’education sono ormai molto ben riconosciute. L’83% del campione vede infatti nell’AI un grande potenziale nell’abilitare nuove modalità di apprendimento, capaci di adattarsi alle esigenze individuali degli utenti e favorire un’esperienza educativa personalizzata. I giovani intervistati hanno espresso una preferenza per strumenti che possano adattarsi ai diversi stili di apprendimento e che includano tutor virtuali, quiz, mappe e contenuti aggiornati in tempo reale. Anche il supporto di una community e l’uso di giochi interattivi per l’apprendimento sono stati citati come elementi di valore.
Gli intervistati hanno inoltre le idee molto chiare quando si parla delle competenze necessarie nel mondo del lavoro con l’avvento dell’AI. Sul podio delle skill più richieste troviamo alfabetizzazione tecnologica; controllo della qualità; curiosità e apprendimento continuo. A seguire, affidabilità e attenzione ai dettagli; resilienza, flessibilità e agilità; pensiero analitico; motivazione e consapevolezza di sé; leadership e influenza sociale; pensiero creativo; empatia e ascolto attivo.
Sul fronte delle preoccupazioni, invece, non mancano i riferimenti alla sicurezza dei dati. Tra coloro che hanno avuto esperienza diretta con strumenti di AI, il 38% ha evidenziato timori riguardanti la protezione delle informazioni personali. Questo rappresenta un aspetto critico su cui sarà fondamentale lavorare per aumentare la fiducia dei futuri professionisti verso l’adozione diffusa di tecnologie basate sull’intelligenza artificiale.
Conclusioni
In generale, la fotografia che quest’indagine ci restituisce è quella di una generazione pronta a cogliere le opportunità della rivoluzione tecnologica, ma anche consapevole delle sfide e dei rischi associati all’adozione delle nuove tecnologie. Curiosità verso nuovi strumenti e determinazione nel farne un uso quanto più consapevole possibile non mancano e l’AI rappresenta oggi come oggi una straordinaria opportunità di crescita personale e professionale, in grado di trasformare radicalmente il modo in cui si apprende e si lavora.
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