I leader mondiali presenti al World Economic Forum di Davos hanno lanciato un appello urgente affinché l’Europa ripensi le proprie strategie economiche e normative, soprattutto con il ritorno di Donald Trump al potere negli Stati Uniti
In una riunione a porte chiuse, i leader presenti al World economic forum di Davos hanno discusso del futuro dell’Unione europea ora che Donald Trump è tornato alla presidenza degli Stati Uniti.
Le discussioni, che hanno avuto luogo durante un’esclusiva tavola rotonda per dirigenti, ospitata da Massimo Andolina, amministratore delegato di Philip Morris International per l’Europa, e Claus Strunz, amministratore delegato di Euronews, con la moderazione di Christoph Keese, amministratore delegato di World Minds, hanno evidenziato la necessità per l’Europa di diventare più competitiva, innovativa e unita.
Il rapporto Draghi: un campanello d’allarme per l’Europa
Andolina ha avvertito che l’Europa sta “camminando nel sonno verso una catastrofe” per quanto riguarda la sua economia. Citando il rapporto Draghi come campanello d’allarme, ha sottolineato la necessità di allentare le normative e di promuovere un ambiente in cui le imprese possano prosperare. “È fondamentale un cambiamento di mentalità”, ha sottolineato.
Charles Michel: “Più risorse nella difesa e nelle imprese”
Anche l’ex presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha sollecitato un’azione rapida. “Dovremmo parlare meno e agire di più in Europa”, ha dichiarato durante la discussione.
Michel ha anche osservato che, come previsto dal rapporto Draghi, l’Europa sta regolamentando in un modo che non funziona più. Michel ha inoltre auspicato riforme strutturali, tra cui l’aumento della capitalizzazione della Banca europea per gli investimenti (Bei), per stimolare la crescita economica. “Dobbiamo trovare le risorse per investire nella difesa e nelle imprese”, ha detto.
Michel ha anche parlato con Euronews delle minacce commerciali di Donald Trump. “Se inizia una guerra commerciale, significa che tutti saranno poveri”, ha osservato. “Dobbiamo reagire con gli strumenti che abbiamo in mano… ma dobbiamo anche parlare”.
Ricostruire la fiducia nelle istituzioni europee
Il ministro dell’Economia romeno, Ivan Bogdan, ha chiesto un cambiamento culturale per ricostruire la fiducia nelle istituzioni europee.
Nel frattempo, Bo Sandberg, capo economista di Active Owners Denmark, ha sottolineato la necessità di mobilitare il capitale privato. “Il problema non è la disponibilità di denaro, ma far agire gli investitori istituzionali, come negli Stati Uniti”, ha affermato Sandberg.
Cauto ottimismo per la resilienza dell’Ue
Silvana Koch-Mehrin, ex vicepresidente del Consiglio europeo, ha invece espresso un cauto ottimismo. Mehrin ha sottolineato la resilienza dell’Europa durante le crisi passate, come la sua leadership durante la pandemia di Covid-19. “L’Europa è sempre stata all’altezza della sfida”, ha detto, sottolineando come l’Europa abbia fornito vaccini a Canada e Stati Uniti.
L’Ue deve assumere la leadership nel campo della tecnologia e dell’intelligenza artificiale
Fredrikson Kenneth, vicepresidente senior di Huawei Europe, ha sottolineato l’importanza che l’Europa assuma una posizione più forte nel campo dell’intelligenza artificiale (Ai).
“La creazione di valore sta avvenendo qui, ma dobbiamo essere proattivi”, ha affermato. Kenneth ha auspicato investimenti significativi nell’Ai e nelle infrastrutture per competere a livello globale, sottolineando che ciò richiede un’azione collettiva, investimenti semplificati e mercati comuni.
Consenso generale sulla collaborazione tra gli Stati europei
In tutti i dibattiti è emerso un accordo sul fatto che l’Europa deve lavorare insieme per rimanere competitiva sulla scena globale, soprattutto con l’economia statunitense in crescita sotto la guida di Trump, nonostante l’aumento del debito pubblico.
I leader hanno sottolineato che la collaborazione è la chiave per affrontare le sfide economiche, tecnologiche e geopolitiche.
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