Chi lavora in Tirolo, in Alto Adige e in Trentino può contare su un’adeguata copertura formativa durante il lavoro? Esistono differenze tra i territori? Quali sono le ricadute sul versante dell’avanzamento professionale?
Per rispondere a queste domande oggi a palazzo Widmann a Bolzano sono stati presentati i risultati dell’ultimo di sei approfondimenti tematici inseriti in un progetto di studio avviato nel 2021 da Euregio e dai suoi istituti partner, Camera di Lavoro del Tirolo, IPL | Istituto Promozione Lavoratori di Bolzano e Agenzia del Lavoro del Trentino.
Obiettivo del progetto, che ha coinvolto 4.500 lavoratori occupati nell’Euregio, era quello di valutare le condizioni di lavoro nei tre territori, il reciproco grado di allineamento e il posizionamento rispetto ad altre realtà europee.
Nel quadro della tematica su formazione e carriera, è stato descritto lo scenario che emerge dai giudizi dei lavoratori in merito alla coerenza tra competenze e mansioni svolte, alla frequenza e alle modalità della formazione ricevuta e alle potenzialità di carriera percepite in ciascuna delle tre regioni.
L’85% dei lavoratori nell’Euregio utilizza le proprie conoscenze per svolgere il lavoro, in linea con la media europea. In Alto Adige e Trentino la percentuale è leggermente più alta rispetto al Tirolo. Uomini e donne rispondono in modo simile, nonostante le differenze che li caratterizzano nel lavoro, mentre i giovani (persone con meno di 30 anni) si mantengono più cauti nelle valutazioni rispetto ai lavoratori adulti e maturi. Il 62% degli intervistati afferma di imparare spesso nuove competenze lavorando, con il Trentino che registra la percentuale più elevata. Nel complesso, emerge un ambiente lavorativo dinamico e favorevole alla crescita professionale, malgrado esistano differenze territoriali. Le maggiori chance di imparare dal lavoro si associano alle professioni più qualificate, come i dirigenti o le professioni a contenuto intellettuale.
Secondo l’indagine EWCS 2021, solo il 35% dei lavoratori dell’Euregio non ha partecipato ad attività formative nei 12 mesi precedenti l’intervista, contro il 38% della media europea. A essere più coinvolti sono gli under 30 e i soggetti con un’istruzione più elevata. I lavoratori a tempo pieno ricevono più formazione rispetto a quelli a tempo parziale, così come i dipendenti pubblici ne beneficiano di più rispetto ai lavoratori del comparto privato. Emerge inoltre che un differente grado di partecipazione alla formazione continua incide sulle opportunità di acquisizione di nuove competenze e anche su quelle di carriera dei singoli individui.
Il 45% di chi lavora dell’Euregio ritiene di avere buone opportunità di carriera, con il Tirolo che esprime maggiore fiducia (52%) rispetto all’Alto Adige (46%) e al Trentino (37%). Le differenze di genere sono rilevanti: solo il 36% delle donne vede buone prospettive, contro il 52% degli uomini, un divario dovuto in gran parte alla maggiore diffusione del part-time tra le donne, che limita le possibilità di avanzamento. I giovani mostrano più fiducia rispetto ai lavoratori anziani, che spesso hanno già raggiunto il loro obiettivo professionale. Inoltre, l’autonomia decisionale e il tipo di impiego influenzano la percezione delle opportunità, con giudizi più positivi da parte dei lavoratori autonomi o di chi ha maggior controllo sulle decisioni lavorative.
Maggiori dettagli sullo studio Euregio EWCS “Formazione e carriera” su: https://www.agenzialavoro.tn.it/Schede-informative/Indagine-Euregio-sulle-condizioni-di-lavoro
Immagini e interviste a cura di Euregio a questo link
(us)
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