Innovazione tecnologica, efficienza energetica e competitività: ecco le principali sfide per il business delle aziende familiari italiane nel 2025
Le priorità commerciali dei Family Business italiani saranno legate, nell’anno nuovo, alla difesa della marginalità aziendale e al perseguimento del “right-sizing” industriale: più della metà degli intervistati, infatti, prevede un budget in termini di EBITDA stabile o in contrazione, ma si dichiara anche ottimista sullo sviluppo del business a medio periodo puntando su eccellenza tecnica e tecnologica. Questo atteggiamento mira a contrastare un senso di incertezza, soprattutto nel breve termine, principalmente dovuto all’andamento economico europeo stagnante – indicato da più della metà dei Family Business oggetto di indagine – e ai potenziali rischi di riduzione dell’export in conseguenza di politiche tariffarie e di tensioni commerciali internazionali, come dichiarato da oltre il 60% del campione.
Sono queste alcune delle principali evidenze che emergono dalla “Family Business Survey – Italia (2025)” realizzata da BDO, una delle principali organizzazioni internazionali di servizi professionali alle imprese, svolta su un campione di 50 imprenditori, amministratori delegati e direttori generali di grandi aziende familiari italiane attualmente clienti, con l’obiettivo di individuare le principali sfide imprenditoriali che i Family Business italiani ritengono di dover affrontare nel 2025 e le opportunità di crescita del prossimo triennio.
Family Business italiani: le sfide del 2025 e i driver di crescita dei prossimi 3 anni
La ricerca ha individuato cinque aree che le aziende familiari italiane ritengono maggiormente sfidanti per il 2025:
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- Il cambiamento tecnologico: più del 60% del campione prevede importanti cambiamenti nei sistemi e nelle strutture tecnologiche aziendali. Il processo di innovazione richiederà significativi investimenti e piani di assunzione di talenti manageriali;
- La transizione energetica: circa il 70% degli intervistati sta implementando piani di efficienza energetica e di riduzione dei consumi per quello che è il fenomeno più significativo in termini di costo dei fattori produttivi degli ultimi 50 anni, misurando gli impatti diretti e indiretti delle emissioni;
- L’analisi della concorrenza: il 40% dei Family Business italiani intervistati dichiara di stare proattivamente valutando le strategie della concorrenza e l’evoluzione dei fattori critici di successo nei mercati locali e globali;
- I fattori di acquisto della clientela: oltre il 50% del campione ammette di incontrare difficoltà ad anticipare l’evoluzione della domanda dei clienti e a creare una value proposition che sia al contempo differenziante rispetto alla concorrenza e distintiva per i clienti internazionali;
- L’organizzazione della supply chain: più del 30% dei clienti intervistati sta rivalutando la propria supply chain sia in termini economici che di resilienza, puntando anche su internalizzazione e reshoring.
I driver di crescita
La Family Business survey 2025 ha inoltre analizzato i driver di crescita del prossimo triennio:
- secondo il 90% degli intervistati, un elemento fondamentale per lo sviluppo aziendale è diventare sempre di più “digital fit”, con investimenti mirati sulla transizione digitale e sulle priorità di business e l’adozione concreta di soluzioni modulari basate sull’intelligenza artificiale, caratterizzate da ritorni misurabili.
- L’80% dei Family Business ritiene essenziale offrire sempre più ai clienti servizi ad alto valore aggiunto, grazie anche alla combinazione di nuovi strumenti e innovazioni tecnologiche.
- Infine, oltre il 70% degli imprenditori familiari italiani intervistati evidenzia la necessità di un’evoluzione dello stile manageriale, caratterizzato da un approccio più action-driven, da un modello di leadership che favorisca una visione di lungo periodo e dalla valorizzazione di purpose e sustainability quali elementi di credibilità nei confronti degli stakeholders.
- Una percentuale analoga sottolinea l’importanza dei Family Office come struttura per la gestione degli investimenti di famiglia, grazie ai quali il patrimonio può essere investito attivamente per generare ritorni finanziari e non.
“Nel 2025 i Family Business italiani si troveranno ad affrontare un quadro globale incerto e in rapida trasformazione, dominato dai temi legati all’innovazione tecnologica, all’efficienza energetica e alle nuove sfide competitive,” commenta Nicola Anzivino, Partner Advisory BDO. “Sono però in grado di individuare anche i principali fattori che possono permettere loro di reinventarsi per proseguire il percorso di crescita, puntando sul ruolo dei Family Office e su modelli di business e organizzativi che privilegino servizi ad alto valore aggiunto. Emerge anche chiaramente la richiesta di aiuto nello stabilire le priorità, soprattutto nelle scelte delle aree verso cui dirigere gli investimenti; in questo processo, risulta fondamentale il supporto di consulenti in grado di individuare i punti di forza e gli ambiti di debolezza dell’azienda su cui andare ad agire.”
Mid-market M&A in Italia: dati 2024 e prospettive 2025
Lo studio ha poi indagato l’andamento delle operazioni M&A: in Italia, nell’anno da poco concluso, si sono registrate 1.369 operazioni di fusione e acquisizione (+8% rispetto al 2023), soprattutto grazie ai deal di investitori internazionali in Italia (in totale 417), attesi in crescita anche nel 2025. Il controvalore è stato di 73 miliardi di euro (+91% rispetto al 2023), sulla spinta delle politiche delle banche centrali e del calo dell’inflazione, che hanno favorito le grandi operazioni. Il settore che ha visto il numero maggiore di operazioni è stato il Consumer market con 430 deal, seguito dai comparti Industrial (342) e TMT (Technology, Media e Telecommunications) con 227.
I fondi di private equity sono stati coinvolti in 170 operazioni: sono quindi risultati i principali investitori nel mondo M&A e questo ruolo dovrebbe essere confermato anche nel 2025. Sono state infine mappate 186 operazioni buy side svolte da famiglie UHNWI e strutture di Single Family Office, in lieve calo (-4%) rispetto al record del 2023. Il 59% delle operazioni sono state strutturate in modalità Club Deal con sponsor finanziario o industriale, mentre il 13% sono state operazioni prive di sponsor e il 28% svolte come singolo investitore. Tra i settori che hanno visto il maggior numero di deal troviamo Industrial (21% del totale), Consumer market (18%) e Information technology (16%). La suddivisione geografica vede la predominanza del Nord Italia (58% del totale, con la Lombardia che si conferma hub principale con il 36% dei deal registrati nel 2024), seguito da Centro Italia (28%), estero (9%) e Sud Italia e isole (5%).
“Le prospettive per il 2025 scommettono su una crescita del mercato M&A e vedranno protagoniste, sia nel buy per consolidamento del loro settore che nel sell side in ottica di massimizzazione del valore, aziende mid-market con validi fondamentali economici, ricavi ricorrenti, buoni margini, forti competenze, esposizione internazionale diversificata e poco dipendenti dal costo dell’energia e delle materie prime. Tra i settori maggiormente attivi, le previsioni indicano i comparti tecnologico, della salute, delle energie rinnovabili e dei servizi alle aziende,” dichiara Nicola Anzivino. “In generale, il fattore chiave di attrattività per un investitore è la presenza nelle aziende target di un management valido e di talenti in azienda, preparati sugli sviluppi tecnologici di breve e medio periodo. I fondi di private equity continueranno a nutrire interesse per le aziende del mid-market italiano che siano in linea con la strategia delle “piattaforme d’imprese” da loro finanziate, facilmente scalabili e con ritorni finanziari crescenti. Infine, gli strumenti digitali e di intelligenza artificiale continueranno a essere sempre più pervasivi in tutti gli aspetti del processo di origination e gestione M&A, mentre le valutazioni risulteranno ancora caute in un contesto caratterizzato da una riduzione potenziale dei tassi d’interesse e da una forte incertezza geopolitica.”
In sintesi
- Il 70% delle aziende familiari intervistate sta implementando piani di riduzione dei consumi energetici, misurando gli impatti diretti e indiretti delle emissioni. Più del 60% prevede importanti cambiamenti nei sistemi e nelle strutture tecnologiche aziendali, che richiederanno l’assunzione di nuovi talenti manageriali. Il 40% dei Family Business italiani dichiara di valutare le strategie della concorrenza e l’evoluzione dei fattori critici di successo nei mercati locali e globali
- I driver di crescita nei prossimi tre anni riguarderanno l’implementazione di nuovi strumenti digitali e l’uso dell’intelligenza artificiale, segnalato dal 90% dei rispondenti, l’offerta di servizi ad alto valore aggiunto (80%) e uno stile manageriale più action-driven e con una visione di lungo periodo (oltre il 70% del campione)
- Nel 2024 si sono registrate 1.369 operazioni di M&A in Italia (+8% rispetto al 2023), per un controvalore di 73 miliardi di euro. Il Consumer market è stato il settore più vivace con 430 deal. I fondi di private equity sono rimasti attivi soprattutto come acquisizioni di add-on sulle loro portfolio companies (coinvolti in 170 operazioni), mentre 186 deal sono stati svolti da famiglie UHNWI e strutture di Single Family Office.
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