Cinquanta centesimi per il taglio della pizza. Un euro in più se si vuole avere il cartone d’asporto. È quanto si è visto aggiungere sullo scontrino un cliente di una pizzeria in provincia di Trento, che sta suscitando molta polemica.
Veniamo ai fatti. Sergio Paoli, scrittore trentino, è andato a comprare delle pizze da mangiare a casa in un locale di Scurelle. Una volta ritirato l’ordine ha notato un conto più salato del previsto. Come racconta Paoli sul suo blog, “al momento di pagare le quattro pizze, mi vengono chiesti 43 euro e 50: il totale, secondo i prezzi esposti, avrebbe dovuto essere di 37 euro e 50. Vado a vedere lo scontrino per scoprire cosa mi costa 6 euro ed ecco la sorpresa: quattro volte la dicitura ‘tagliata’ al costo di 50 centesimi, più 4 euro per quattro cartoni d’asporto”.
Quanto paghiamo in più per mangiare a casa, senza saperlo: la “tassa nascosta” del food delivery
Il cliente però non ci sta e chiede delucidazioni ai titolari della pizzeria. Il costo aggiuntivo era dovuta al fatto che era stato chiesto di tagliare le pizze, spiegano i proprietari del locale.
Costretto a pagare l’intera cifra, Paoli si è tolto lo sfizio di quantificare gli introiti di quest’operazione: “Insomma, un’operazione apparentemente immediata come il taglio di una pizza ha avuto un costo di 50 centesimi per ogni pizza: facendo i conti, si tratta di un lavoro pagato circa 600 euro l’ora”, ironizza sul suo blog. Il tagliatore di pizze, secondo lui, guadagnerebbe molto di più di un esperto di informatica, di un notaio o di un chirurgo (che sempre di tagli si occupa). “Lavorando solo sei ore al giorno, (infinitamente meno di quelle di un ingegnere) per sei giorni alla settimana e 50 settimane all’anno si possono tagliare oltre due milioni di pizze, quindi incassare più di un milione di euro!”, scrive lo scrittore trentino.
E Paoli conclude ironicamente pubblicando una foto della pizza tagliata: “Tra l’altro il taglio era anche poco accurato…Qualcuno avrebbe avuto una grande fetta, qualcun altro una piccolissima”.
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