- Comprare casa o vivere in affitto è sempre più caro: si prevedono aumenti per il 2025 in tutte le principali città italiane, che renderanno sempre più difficile sostenere il costo della vita.
- Almeno il 37% dei liberi professionisti guadagna meno di 15.000 euro lordi annui, insufficienti per far fronte alle spese per la casa.
- Il prezzo medio per acquistare un’abitazione in Italia è aumentato dal 2015 al 2023 dell’8,3%.
Comprare casa o pagare regolarmente un canone di locazione è diventata una sfida per gli italiani, soprattutto se andiamo a vedere da vicino le città più urbanizzate. Ogni anno moltissimi studenti e professionisti si trovano di fronte a prezzi esorbitanti per vivere all’interno di abitazioni con spazi ristretti, che scelgono pur di trovarsi vicino al luogo di lavoro o all’azienda in cui operano.
Analizzando la situazione dal punto di vista dei professionisti con partita IVA, la spesa per la casa va ad impattare sempre di più sugli introiti annuali, costituendo un costo non indifferente. In linea generale, il prezzo per acquistare un’abitazione è aumentato dal 2015 al 2023 dell’8,3%, come riportato dal Parlamento Europeo1.
Anche la spesa per gli affitti è in alcuni casi inaccessibile, ad esempio nella città di Milano, dove ha raggiunto picchi record per spazi decisamente ristretti. Tutto questo impatta anche sui professionisti, che si trovano impegnati nello svolgimento di professioni caratterizzate da un’elevata variabilità degli introiti.
Caro abitazioni: quanto costa comprare nel 2025
Comprare casa oggi è decisamente più dispendioso rispetto al passato e questo vale sia per chi ha le risorse per acquistare in modo diretto sia per chi sceglie di aprire un mutuo. Per il 2025 si ipotizza una ripresa del settore immobiliare, dopo l’impatto dell’inflazione registrato negli ultimi anni. Questo si sta traducendo però anche in un aumento visibile dei prezzi delle case.
Le recenti previsioni di Immobiliare.it vedono Milano come la città più costosa del paese, con un passaggio previsto nei prossimi mesi dagli attuali 5.400 euro/mq a 5.700 euro/mq. I rincari coinvolgeranno inoltre Roma, Genova, Verona, Bologna, Firenze e si registreranno anche al Sud Italia, soprattutto a Palermo, Bari e Catania. Seguiranno Venezia, Torino e Napoli.
Vivere, e quindi lavorare, nelle grandi città, comporterà un dispendio importante di denaro, che studenti e lavoratori dovranno mettere in conto, specialmente se percepiscono redditi annui altamente variabili come nel caso delle partite IVA.
Conoscere il prezzo al metro quadro può dare un’idea ad un libero professionista che pianifica di spostarsi in una grande città di quanto sia effettivamente dispendioso acquistare nell’anno in corso. Dai dati più recenti a disposizione, possiamo vedere quali sono gli incrementi che si prospettano nelle principali città italiane.
Città | Novembre 2024 | Novembre 2025 | Variazione percentuale |
Bari | 2.148 €/m² | 2.232 €/m² | + 3,9% |
Bologna | 3.594 €/m² | 3.873 €/m² | + 7,8% |
Catania | 1.267 €/m² | 1.317 €/m² | + 3,9% |
Firenze | 4.320 €/m² | 4.528 €/m² | + 4,8% |
Genova | 1.666 €/m² | 1.806 €/m² | + 8,4% |
Milano | 5.393 €/m² | 5,710 €/m² | + 5,9% |
Napoli | 2.928 €/m² | 3.025 €/m² | + 3,3% |
Palermo | 1.488 €/m² | 1.547 €/m² | + 4,0% |
Roma | 3.390 €/m² | 3.478 €/m² | + 2,6% |
Torino | 2.063 €/m² | 2.134 €/m² | + 3,4% |
Caro affitti: quanto costa affittare nel 2025
In alternativa all’acquisto, si può decidere di vivere per un certo periodo di tempo più o meno lungo in affitto, versando mensilmente un canone al proprietario di casa. Anche in questo caso però il mercato segna degli incrementi da non sottovalutare, che sempre più spesso non sono sostenibili dai lavoratori.
Sono Torino e Napoli le città in cui nel prossimo periodo si registreranno i principali aumenti di prezzo del canone di locazione, per cui si parla di incrementi fino all’8,1% nella città piemontese e dell’8% a Napoli. Ci si aggira, per dare un’idea, intorno ai 12-13 euro al metro quadro.
Alcuni costi hanno fatto scalpore gli scorsi mesi: pensiamo ad alcune zone di Milano, in cui affittare un monolocale può arrivare a costare fino a 1.000 euro al mese. Cifre da capogiro che nella pratica non sono sostenibili per moltissimi lavoratori, freelance e non, e che rappresentano uno scoglio talvolta insormontabile per gli studenti fuori sede.
Anche in questo caso Immobiliare.it ci offre una panoramica di quanto costa un affitto in media nelle principali città italiane, evidenziando le differenze in termini di incremento dal 2024 ad oggi.
Città | Novembre 2024 | Novembre 2025 | Variazione percentuale |
Bari | 11,60 €/m² | 12,30 €/m² | + 5,5% |
Bologna | 17,00 €/m² | 17,10 €/m² | + 0,6% |
Catania | 9,30 €/m² | 10,00 €/m² | + 7,4% |
Firenze | 20,70 €/m² | 21,80 €/m² | + 5,3% |
Genova | 9,40 €/m² | 9,70 €/m² | + 3,0% |
Milano | 22,60 €/m² | 23,60 €/m² | + 4,3% |
Napoli | 14,60 €/m² | 15,70 €/m² | + 8,0% |
Palermo | 9,00 €/m² | 9,50 €/m² | + 5,8% |
Roma | 16,60 €/m² | 17,30 €/m² | + 4,4% |
Torino | 12,10 €/m² | 13,00 €/m² | + 8,1% |
Quanto guadagna in media un libero professionista con partita IVA
Dopo aver visto quali spese bisognerà affrontare quest’anno per comprare casa o per un canone di affitto, vale la pena confrontare questi dati con i guadagni medi dei liberi professionisti che hanno avviato una nuova attività autonoma. Quanto sono sostenibili i costi che abbiamo visto fino ad ora, nella pratica, da chi ha una partita IVA?
In Italia le partite IVA aperte solo nel 2024 sono state 403.209, con una crescita nel 2024 rispetto all’anno precedente dell’1,94%. Dobbiamo tenere conto che in questo numero vi rientrano le persone fisiche, ovvero freelance e liberi professionisti, ma anche società di diverso tipo. Per avere un’idea di quante sono, possiamo vedere da vicino i dati dell’Osservatorio delle partite IVA del Ministero dell’Economia e delle Finanze2 riferiti al 2024:
Natura giuridica | Numero partite IVA 2024 | Variazione dal 2023 |
---|---|---|
Persone fisiche | 284.190 | -0,73% |
Società di persone | 12.180 | +6,25% |
Società di capitali | 90.027 | +9,32% |
Non residenti | 15.625 | +7,97% |
Altre forme giuridiche | 1.187 | +22,37% |
TOTALE | 403.209 | +1,94% |
Come è facile immaginare, oltre alle spese per mantenere la propria attività, che possono essere più o meno ingenti, quelle per le tasse e per i contributi, le partite IVA devono anche affrontare i costi per la propria abitazione, che sia comprata o in affitto, ma con la sostanziale differenza, rispetto ai lavoratori dipendenti, di non percepire redditi costanti e sicuri nel tempo.
Se andiamo a vedere poi i guadagni medi delle persone fisiche, ovvero solamente dei liberi professionisti, la situazione è allarmante, se confrontata con i prezzi di case e affitti. Almeno un milione di freelance infatti non raggiunge 15.000 euro lordi annui, a cui sottrarre ancora tasse e contributi.
La società Sogei3, controllata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha individuato che mediamente il 37% dei lavoratori autonomi, ma anche piccole ditte e professionisti, percepiscono 1.250 euro (lordi) al mese. Da qui vanno tolte tasse e contributi, in base al regime fiscale adottato, che può essere forfettario oppure ordinario, oltre ai contributi in base alla cassa di riferimento.
Il sito Jooble è più ottimista, e vede in media un guadagno annuo di 27.459 euro lordi per liberi professionisti. Cifre di questo genere non sono assolutamente sufficienti per poter acquistare casa, che per le partite IVA spesso è molto difficile anche per le garanzie che bisogna dare alle banche aprendo un mutuo, ma neanche per sostenere un canone di affitto nelle città più grandi.
Le differenze di genere
Va segnalato che in Italia, al pari di come accade per il lavoro di tipo dipendente, ci sono delle differenze sostanziali di reddito per genere. Un’analisi sui redditi condotta da Nicolò Giangrande per Nidil Cgil4 evidenzia una differenza sostanziale di reddito lordo tra uomini e donne.
Da qui possiamo immaginare che per una donna autonoma che vive da sola sia molto più difficile, se non impossibile, acquistare una casa o vivere in affitto in una grande città.
Guadagni libero professionista: le differenze di età
Anche l’età è un fattore che incide largamente sul guadagno annuo medio di un libero professionista. Ancora una volta i dati ci suggeriscono che ad essere più svantaggiati sono soprattutto i giovani, specialmente chi si approccia per la prima volta alla libera professione.
Se da un lato per i giovani è sempre più difficile lasciare la casa dei genitori e trovare la propria indipendenza, le difficoltà sono ancora maggiori per chi decide per la strada dell’autonomia. L’età media di uscita dalla casa familiare nel nostro paese è intorno ai 30 anni, decisamente più alta rispetto alla maggior parte degli altri paesi europei.
Quanto costa vivere a Milano per un libero professionista
Facciamo un esempio pratico di un libero professionista che decide di vivere a Milano, ipotizzando una partita IVA forfettaria, quindi con tasse piuttosto vantaggiose per chi ha appena avviato l’attività e una tipologia di lavoro con spese piuttosto ridotte, ad esempio nel settore digitale.
Da qui ipotizziamo quali possano essere le spese per vivere in un monolocale in affitto in una zona centrale. Abbiamo individuato tramite una rapida ricerca su una nota piattaforma di intermediazione immobiliare un’abitazione per una persona, scegliendo quella a prima vista più conveniente, ma in zona centrale. Da qui possiamo dedurre che il lavoratore dovrà affrontare le seguenti spese:
- 900 euro al mese per un monolocale da 45 metri quadri in pieno centro;
- 100 euro mensili di spese condominiali;
- 120 euro mensili di spese per le utenze nel totale (stima per un monolocale con una persona);
- 300 euro per la spesa alimentare mensile;
- 40 euro mensili per il trasporto pubblico.
Abbiamo ipotizzato qui una spesa basata sul presupposto che il lavoratore non abbia un’auto propria ma utilizzi i mezzi pubblici, abbiamo escluso le spese mediche o per eventuali viaggi fuori città. Da questo rapido esempio vediamo che per vivere a Milano servirebbero almeno 1600 euro netti al mese, solamente per le spese essenziali.
Riprendendo i dati visti prima sui redditi lordi annui di molte partite IVA, vediamo subito che il costo non è sostenibile, soprattutto per una persona che vive da sola. Senza calcolare che a queste spese bisogna poi aggiungere eventuali costi per sostenere la propria attività, per strumentazione, software o la spesa per il commercialista.
I dati UE sui prezzi delle abitazioni
L’Italia come si posiziona in questo contesto rispetto all’Unione Europea? Possiamo sostenere, con l’aiuto dei dati forniti dal Parlamento Europeo, che in tutto il continente si registra un’impennata nei costi delle case e degli affitti, per cui l’Unione Europea sta intervenendo con iniziative mirate al contrasto del problema sostenibilità dei prezzi.
Nell’UE nel 2023 per molte famiglie (circa il 10,6%) i costi per l’abitazione hanno superato il 40% del reddito disponibile: cifre di questo calibro mostrano subito che la situazione è piuttosto critica e sta diventando un vero e proprio problema.
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