Nel calo generale di tutto il reparto dei bonus casa che si sono visti ridimensionare (Superbonus in primis e a ruota tutti gli altri) le aliquote di detrazione per il 2025, l’unico lasciato indenne dalla Legge di Bilancio è il Bonus Mobili. La detrazione resterà infatti per altri 12 mesi ai suoi livelli abituali: sconto del 50% entro una spesa massima di 5.000 euro, considerando che 5.000 euro era già il tetto fissato per il 2024 dopo che nel 2023 era stato pari a 8.000 euro. Il bonus praticamente avrebbe dovuto decadere dal 1° gennaio 2025, ma nella manovra ne è stata infine disposta la proroga (alle stesse condizioni) per un altro anno.
Bonus Mobili 2025: nessuna novità rispetto al passato
L’impianto del Bonus Mobili 2025 resta quindi quello di sempre senza nessuna novità rispetto al 2024: un beneficio spalmato lungo un arco temporale di 10 anni in altrettante rate di pari importo, a condizione che ci sia la presenza di lavori di ristrutturazione o manutenzione straordinaria nell’unità immobiliare cui sono destinati i nuovi arredi o elettrodomestici.
Bonus Mobili 2025: quando se ne ha diritto
Anche nel 2025 il Bonus Mobili si applica sulla base delle sue regole ormai “storiche” risalenti al 2013. Fu l’allora Circolare 29/E dell’Agenzia delle Entrate a chiarire che per godere della detrazione è necessaria la presenza in casa di un qualunque intervento di:
- manutenzione straordinaria;
- restauro/risanamento conservativo;
- ristrutturazione edilizia;
- ricostruzione a seguito di eventi calamitosi.
Tuttavia non è necessaria una stretta correlazione o consequenzialità fra l’intervento effettuato e l’acquisto dei nuovi mobili/elettrodomestici (cioè, ad esempio, se i lavori fossero effettuati in salotto o nei bagni, sarebbe comunque possibile detrarre l’acquisto della cucina o di un letto).
Bonus Mobili 2025: come bisogna pagare
Oltretutto, in deroga alla norma generale che obbliga al versamento con bonifico “parlante”, per le sole spese che riguardano il Bonus mobili ed elettrodomestici si può anche pagare tramite carte di credito o di debito, a patto comunque di conservare la relativa documentazione (non è consentito, invece, pagare con assegno).
Bonus Mobili 2025: quali acquisti si detraggono
A titolo esemplificativo, nell’insieme degli acquisti detraibili col Bonus Mobili rientrano i letti, gli armadi, le librerie, i tavoli, i divani, nonché i materassi e gli apparecchi di illuminazione. Fra gli elettrodomestici, invece, figurano quelli di classe almeno A+ (A o superiore per i forni e lavasciuga) quali i frigoriferi, congelatori, lavatrici, lavasciuga e asciugatrici, lavastoviglie, apparecchi per la cottura, stufe elettriche, forni a microonde, piastre riscaldanti elettriche, apparecchi elettrici di riscaldamento, radiatori elettrici, ventilatori elettrici, apparecchi per il condizionamento.
Bonus Mobili 2025: le spese 2024 fanno cumulo?
Un’ultima considerazione possiamo farla su coloro che avendo già speso delle somme per l’acquisto di arredi nel 2024 – e che quindi inizieranno ad applicare il bonus nella dichiarazione 2025 – potrebbero non avere più margine (o comunque più ristretto) per replicarlo su delle eventuali spese effettuate quest’anno detraibili a partire dal 2026. La ragione sta nel fatto che l’applicabilità del bonus si esaurisce nel momento in cui viene raggiunto il famoso tetto di spesa, adesso stabilizzato a 5.000 euro.
Il criterio che prevale è quello della continuità, per cui le spese effettuate nell’anno precedente continuano a “pesare” nel computo complessivo del tetto di spesa anche nell’annualità successiva. Quindi ad esempio: chi nel 2024 avesse già speso dai 5.000 euro in su per mobili/elettrodomestici, non avrà più margine adesso per detrarre nuove spese avendo già esaurito la soglia di spesa.
Chi invece nel 2024 avesse speso una somma inferiore a 5.000 euro, potrà detrarre l’ultima quota di spesa restante per arrivare a pareggiare la soglia massima. Ad esempio: se nel 2024 si sono spesi 3.000 euro, nel 2025 si avrà ancora un margine di acquisto detraibile pari a 2.000 euro, arrivando così a toccare la quota complessiva di 5.000.
Luca Napolitano
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